Il matrimonio di Tuya (film)

[locandina] Avevo bisogno di guadagnare qualche Punto Moglie™: ieri sera mi sono fatto così trascinare all’Apollo a vedere questo film che ha appena vinto l’Orso d’Oro al festival di Berlino.
Punti positivi: dura novantasei minuti, non due ore e mezzo come adesso sembra la misura minima per fare Un’Opera D’Arte. Si vedono le steppe della Mongolia interna, che non credo riuscirò mai a visitare. Si vedono i pezzi di Cina che si sta modernizzando – si fa per dire, mi sembrava un film neorealista o al massimo dell’inizio degli anni ’60. Credo di avere visto per la prima volta una zangola. La protagonista è davvero carina. Per qualcuno (io non sono tra questi, ma per onestà lo aggiungo) c’è un film che non finisce con “e tutti vissero felici e contenti”. Per tutti, non ci sono personaggi tagliati con l’accetta, o buonerrimi o kattivissimi.
Ciò detto, la storia – che non ho capito perché viene definita “commedia”. Sì, non è una tragedia, ma qualcosa in mezzo ci sarà pure! – secondo me non regge per nulla, e ci sono dei salti logici assolutamente assurdi che non aiutano certo la comprensione. Per chi non ne sa nulla, Tuya è una pastora il cui marito è rimasto storpio; i due divorziano perché Tuya possa trovare un nuovo uomo che la aiuti, ma lei pretende che il suo ex-marito rimanga comunque con loro. Di per sé alla fine ci riuscirà, ma… (non è che possa dire tutto!) Le musiche, chiaramente locali, sono letteralmente strazianti; quando Batoer suonava il flauto mi tappavo le orecchie per evitare i fischi stridenti, e le “musiche da matrimonio” mi hanno fatto rivalutare le prefiche.
La mia vera fregatura è che ho fatto troppo il muso, e quindi di Punti Moglie™ ne ho poi guadagnati pochini!

Valigietta

[valigietta] Ieri sera tra le notizie del Corsera online c’era la cronaca di un’asta nella quale era stata tra l’altro battuta la valigetta che era stata consegnata a Mario Chiesa insieme alla tangente che fece partire Mani Pulite. Peccato che il titolo parlasse di valigietta (nell’articolo la parola era scritta correttamente, anche se in compenso si parlava di “souvenire“… Era tardi e non avevo voglia di scrivere una notiziola, così mi sono semplicemente salvato la schermata. Cosa doppiamente inutile, visto che in questo momento l’errore campeggia ancora in bella vista, e che Barbara mi aveva spedito una copia per sicurezza.
Barbara tra l’altro si chiedeva se «siamo l’ultima generazione di italiani per cui “valigietta” fa l’effetto di un dito nell’occhio»: spero di no, ma seguendo il suo suggerimento ho deciso di creare la categoria “itagliano” per raccogliere certe perle (solo nei titoli, un refuso in mezzo al testo può scappare a tutti)

dai miei referrer…

In questi ultimi giorni, ho notato come tra le parole chiave che hanno portato ignoti e ignari (spero non anche ignavi) lettori alle mie notiziole ci sono “il Quarto stato – Pellizza” e, in misura minore, “congiuntivo”. Forse che si stanno avvicinando gli esami di maturità? :-)

_Il grande libro degli enigmi_ (libro)

[copertina] Riedizione di un classico degli anni ’70, questo libro (Tano Parmeggiani e Carlo E. Santella, Il grande libro degli enigmi, Rizzoli 2006, pag. 251, € 18.50, ISBN 9788817014199) non può mancare nella biblioteca di un amante dei giochi. Non tanto per la qualità degli enigmi, che non è poi così straordinaria (leggi: quasi tutti sono roba che si è già vista in giro in varie salse) quanto per il modo in cui questi racconti sono presentati. A ciascuno di essi è associato un racconto, che può variare da una semplice storiella alla presa in giro di libri e autori noti: memorabile la scena da libro Cuore in cui il maestro entra e trova disegnato sulla lavagna con i gessetti colorati il Preside che sta facendo l’amore con la maestrina dalla penna rossa, e deve scoprire quale degli alunni ha fatto il disegno… e la soluzione, naturalmente, è sotto forma di lettera firmata “tuo padre”. Ma spesso le parodie e gli ammiccamenti sono molto più nascosti, e danno un piacere ulteriore a chi sta cercando di risolvere gli enigmi.

Penetrazione della banda larga

Non avendo cacciato l’euro, ho potuto avere a disposizione solamente questo riassunto che mostra quali sono le dieci nazioni con il maggior numero di connessioni a banda larga. Che dire? La Francia, che ha più o meno il nostro stesso numero di abitanti, ha più di una volta e mezzo il numero di linee, come del resto la Corea del Sud che ha un 15% di abitanti in meno. Ma in percentuale siamo superati anche dalla Spagna, che ha i due terzi dei nostri abitanti ma più di tre quarti delle linee. In valori assoluti, invece, si direbbe che tra un anno la Cina sarà il paese con il maggior numero di linee, altro che le borsette taroccate!
E com’è che siamo così in ritardo? mi sa tanto che non sia semplicemente colpa di Telecom, ma molto più tristemente da noi il modello preferito è quello del telefonino: quindi c’è sempre (relativamente) meno gente interessata ad avere una connessione fissa, e ci stiamo rapidamente avvicinando a quello che potrebbe diventare un circolo vizioso, con il canone sulle linee fisse che crescerà sempre di più per compensare i minori introiti dovuti alla progressiva dismissione dei telefoni di casa. Speriamo di no.

preistoria informatica

Non sto parlando della vignetta odierna di User Friendly (per chi non conosce il contesto: stiamo ricordando i trent’anni dall’uscita dell’Apple ][, la cui RAM raggiungeva la ragguardevole dimensione di 48 KB), ma di una cosa molto più terra terra.
Stamattina ho buttato l’occhio sulle statistiche online di lloogg, e ho notato che il browser usato dall’ultima persona che si era trovata a guardare le notiziole era marchiato come Gecko/20040614 Firefox/0.9. In pratica, la versione 0.9 di Firefox (si chiamava già così), vecchia di esattamente tre anni. Chissà se ci si riesce a leggere decentemente il mio sito: è vero che non uso tanti orpelli, ma un po’ di CSS dentro ci sta…

“importante decisione”

Cambiano i governi, ma la retorica resta la stessa.
Alla notizia che il G8 del 2009 si terrà in Italia, alla Maddalena – mica stupidi, un’isoletta è più facile da mantenere occupata militarmente… ehm, volevo scrivere “sicura” – Prodi e D’Alema si sono rallegrati per «l’importante decisione che conferma e rafforza il ruolo del nostro Paese tra i Grandi del mondo”».
Magari qualcuno può immaginare che la scelta della sede sia come quella dei Nobel, dove varie candidature si fronteggiano con giusto un minimo di Realpolitik. Macché. Come chiunque può verificare controllando l’elenco dei summit passati, la sede del G8 si sposta tra le varie nazioni partecipanti seguendo un ordine rigidissimo, quindi si può essere certi che ogni otto anni (ogni sette anni in passato, quando non c’era la Russia) ritornerà nella stessa nazione. Ma anche una persona molto pigra, leggendo semplicemente la velina… ehm, l’articolo di Repubblica che ho citato sopra, si sarà accorta che le date degli incontri tenuti in Italia sono equamente distanziate tra di loro.
Resta l’ultimo dubbio: la gente è davvero così rincoglionita da non accorgersi della vacuità dell’annuncio? Forse è meglio che non mi rispondiate.

Karmasheetra

Occhei. Checché ne dicano, il lenzuolo è a una piazza e mezzo ad essere molto buoni (le dimensioni sono 200×140), e non è cotone ma misto sintetico 50-50. Ma
l’idea di avere disegnate le posizioni delle parti del corpo per qualcuna delle figure del Kamasutra merita.