Mese della consapevolezza matematica

Le maggiori associazioni matematiche statunitensi (AMS, ASA, MAA, SIAM) ricordano che anche quest’anno aprile è il Mathematics Awareness Month. Non che sia la migliore delle scelte, dati tutti gli ormoni che salgono a mille, ma tant’è. Interessante il tema scelto quest’anno: “la matematica del voto”. Chissà se conoscono il Porcellum.
Come i miei lettori più attenti si sono di certo accorti, io mi ero portato avanti col lavoro in maniera serendipitica, proprio sul tema prescelto: garantisco che non l’avevo fatto apposta. È anche vero che a quanto pare tutti questi conti sembrano spaventare la gente, ma su quello mi sa che io ci possa fare poco: lamentatevi con Calderoli. D’altra parte sono in un momento propositivo, e quindi lancio due idee.
– per i lettori che con la matematica non vanno molto d’accordo ma sono così compulsivi da essere riusciti a leggere fino a qua: c’è qualche tema dove secondo voi potrebbe entrare la matematica e che vorreste raccontato dalla mia spumeggiante prosa? Il tema non deve essere necessariamente sulla matematica del voto, in fin dei conti ci sono tante altre cose.
– per le amiche, gli amici, i compagni e le compagne [1] che un blog ce l’hanno e che si dilettano di matematica: ma secondo voi ci riusciamo a fare un Carnevale della Matematica [2] in italiano? Raccogliere insomma non dico ogni due settimane, ma una volta al mese i post di tema matematico (da quelli più ricreativi a quelli didattici: credo che i post a livello universitario siano scritti direttamente in inglese, e quindi sarebbero fuori tema qua). Che ne pensate?
[1] Tra la correttezza politica e il mischione del PD ormai è difficile indirizzarsi alle persone…
[2] Letteralmente “carnival” è più “sagra, festa popolare”. Ma “sagra della matematica” è un po’ troppo persino per me!

Porcellum alla lombarda: sempre più difficile!

Non è un caso che abbia posposto al due aprile la data di questa notiziola: assomiglia troppo a un pesce d’aprile, e qualcuno potrebbe non crederci. Invece è tutto vero, e con dati verosimili: in Lombardia lo spostamento di voti tra PdL e UDC, oppure tra PD e SA, dà dei risultati incredibili, ancora più che in Umbria.
Premessa: la Lombardia assegna 47 senatori. La coalizione di maggioranza ne ha almeno 26 (il 55% arrotondato per eccesso); se il riparto dei voti glieli dà, bene, altrimenti glieli si assegna a forza e gli altri 21 seggi vengono divisi tra il resto dei partiti.
Premessa 2: quando scrivo “PdL” intendo la coalizione con la Lega: non mi interessa come saranno divisi i seggi al loro interno. Lo stesso per “PD”, dove c’è la coalizione con IdV.
Premessa 3: dai sondaggi ho ricavato come plausibile, almeno alla scorsa settimana, questa distribuzione: PdL 51%, PD 32%, SA 7%, UDC 6%, altri 4%. Calcolerò i seggi secondo quattro scenari: questo, quello in cui due punti percentuali passano da PdL a UDC, quello in cui un punto percentuale passa da PD a SA, quello in cui capitano entrambi questi spostamenti di voto.
Scenario 1: in questo caso solo PdL e PD raggiungono il quorum; i seggi rispettivi (compresi i resti) saranno 28+1 e 18.
Scenario 2: il quorum è raggiunto da PdL, PD e UDC; i seggi rispettivi saranno 25+1, 16+1 e 4. In pratica i quattro seggi dell’UDC sono presi tre dal PdL e uno dal PD. Fin qua nulla di strano.
Scenario 4: (sì, 4 e non 3. I fuochi d’artificio vanno alla fine). il quorum è raggiunto da PdL, PD, SA e UDC. Il riparto proporzionale darebbe solo 24 seggi al PdL, e quindi scatta il premio di maggioranza; la ripartizione definitiva sarà PdL 26, PD 13+1, SA 3+1 e UDC 3. La differenza tra SA e UDC è dovuta al sorteggio, visto che hanno lo stesso numero di voti :-) Anche in questo caso non c’è nulla di strano: l’UDC ha preso i seggi persi dal PdL e la SA quelli persi dal PD. È vero che quest’ultimo ha perso meno voti, ma si sa che il maggioritario è spesso perfido.
Scenario 3: i partiti che prendono seggi sono PdL, PD e SA. I seggi assegnati saranno 26+1, 16 e 4 rispettivamente. Questo significa che i quattro seggi vinti dalla SA sono stati rosicchiati equamente ai due partiti maggiori: detto in altre parole, la differenza relativa tra PdL e PD è rimasta costante, ma chi ci ha perso è stato il PdL, per cui magari quei due senatori in più avrebbero fatto comodo. Uno spostamento di voti tra due partiti in minoranza ha fregato così quello di maggioranza; notate la differenza con il caso dell’Umbria, dove si regalavano semplicemente dei voti perché la maggioranza era ampia.
Ma se uno vuole raggiungere davvero il top, può provare lo Scenario 3a: i punti percentuali che passano da PD a SA sono due, e quindi le percentuali diventano PdL 51%, PD 30%, SA 9%, UDC 6%, altri 4%. In questo caso i seggi calcolati diventano 26.63, 15.66 e 4.70; i due resti vengono assegnati a PD e SA e in totale si ha 26, 16, 5 seggi rispettivamente. Il PD ha perso voti, ma ha ridotto il distacco dal PdL. Niente male, vero?
P.S.: per chi ci stesse pensando davvero su, l’1% dei voti al Senato in Lombardia sono 60000 (sessantamila).

Pesci d’aprile nelle RFC

Le RFC (Request for Comments) sono i documenti ufficiali dell’IETF (Internet Engineering Task Force), vale a dire quanto di più simile ci sia a uno standard all’interno della Rete. Però i Veri Internettari sono persone assolutamente serie in modo serio, e quindi c’è una tradizione per cui il primo aprile si pubblicano degli “standard” scherzosi, come quello sul trasporto dei pacchetti dati per mezzo di piccioni viaggiatori e la risoluzione dell’Y10K bug (il 2000 è stato semplice, ma che faremo nel 10000 d.C.?)
Quest’anno sono stati così pubblicati due importanti standard, il primo che prevede il finanziamento di Internet mediante la vendita dei nomi dei campi all’interno dei protocolli di rete ad aziende in cerca di pubblicità, tipo “Garmin GPS Destination Address”, e il secondo dal pomposo titolo A Generalized Unified Character Code: Western European and CJK Sections, che significa praticamente “ricodifichiamo i caratteri latini come se dovessimo scrivere degli ideogrammi”. Abbiamo così che non esiste più la A maiuscola, ma si scrive a<UC> (<UC> è il modificatore che rende maiuscolo il carattere); oppure la b diventa o<VerticalLine><PositionLeft> (leggasi, una o con una riga verticale a sinistra). Il tutto con il bonus di una maggiore sicurezza, perché i siti di phishing non potranno più usare caratteri simili, visto che saranno tutti costruiti allo stesso modo…

Fortuna che scherzo coi santi!

È appena arrivato a vedere il mio calendario un visitatore il cui browser invia la seguente stringa di identificazione:
Mozilla/4.0 (compatible; MSIE 7.0; Windows NT 5.1; Guardia di Finanza - Servizio Informatica; snprtz|dialno; .NET CLR 2.0.50727; .NET CLR 3.0.04506.30; Guardia di Finanza - Servizio Informatica; Guardia di Finanza - Servizio Informatica)
Direi che per il momento dovrei scamparla :-)

di chi è quel sito?

Nel caso si voglia sapere chi ha registrato un sito, può essere utile andare su Who Is The Owner?, un’interfaccia al servizio Whois che a partire da un URL (e da un codice CAPTCHA per evitare che uno lo sfrutti automaticamente) ti ritrova le informazioni.
Purtroppo il servizio non fa anche lo stesso lavoro a partire da un indirizzo IP, però è comunque veloce da usare se il sito ha un nome.

passa il tempo, cambiano i risultati

Personal DNA 2006 vs. 2008 Due anni fa feci il test di PersonalDNA, risultando “pensatore generoso”. Oggi, istigato indirettamente da cilidif, l’ho rifatto: il risultato è cambiato, e adesso sarei un “realista generoso”. Si vede che invecchio, e non riesco più a pensare come una volta.
Per la precisione, confrontando le due “impronte DNA” che si vedono nella figura qui in lato (quella in alto è del 2006, quella in basso del 2008), si nota che sì, mi vedo con un’empatia molto più alta – il fucsia a sinistra – ma l’immaginatività (il marrone a destra) si è persa del tutto. Però sono più macchio (l’azzurro in mezzo)…
P.S.: se qualcuno vuole fare il test su di me, può cliccare qua.

phishing di casa mia

Mi è appena arrivato un messaggio dalle solite sedicenti Poste Italiane. Stavolta però il messaggio non è stato filtrato da gmail e me lo sono trovato nella posta in arrivo; e in effetti, oltre ad avere un perfetto burocratese (artt. per articoli è un tocco di finezza), il testo aveva anche le lettere accentate al posto giusto. In effetti, è stato spedito da Aruba.
Anche il sito di phishing era fatto abbastanza bene, pur senza un nome a dominio ma solo con un indirizzo IP: per la cronaca, 217.201.199.39 che al primo colpo non era ancora conosciuto da Firefox come “web forgery” (adesso sì). I simpaticoni mi sono caduti sull’inserimento dei dati del conto corrente: ABI e CAB credo che siano unici per tutti gli utenti Posteitaliane, quindi non serviva chiederli. In compenso chiedevano il CIN, oltre che il codice dispositivo, e garantisco che occorreva metterlo giusto: sono dovuto andare a cercare un algoritmo per crearlo correttamente…
Ma il punto più sconcertante (per me) è che l’indirizzo IP in questione è allocato a … Telecom Italia Mobile. Ho appena telefonato al gruppo di sicurezza informatica interna :-)