Affamato di memoria

un poco di RAM, please!
Occhei, non venitemi adesso a dire “ma quella è la memoria virtuale, non è l’occupazione vera e propria di memoria”, perché posso sempre farvi vedere questa.
Garantisco che questo pc non si sentiva affatto bene ;-)

Quiss: che personaggio della Famiglia Addams sei?

LurchEra tanto che non vi propinavo un quiss, vero? E nessuno di voi si è lamentato, vero?
Vabbè, al momento non ho proprio voglia di mettermi a parlare di Uolter Weltroni, SilvioB, PierFurby e amichetti vari, e quindi vi dovete accontentare di questo quiz, scritto anche in un inglese parecchio osceno. Per la cronaca, qui sotto c’è il risultato che ho ottenuto io.
(via Annarella)
Sei risultato essere Lurch.
Sei alto e fai paura, ma non faresti del male a una mosca.

Lurch

55%

Nonna Addams

50%

Gomez Addams

45%

Pugsley Addams

40%

Morticia Addams

35%

Zio Fester

15%

Mercoledì Addams

15%

Cugino Itt

10%

17 febbraio, giornata del gatto

Me n’ero dimenticato. Ma come dice Silvia per i suoi padroni di casa, Ariel e Momo fanno festa tutto l’anno a spese nostre… (se mi ricordo, domani aggiungo un paio di foto delle giovini)
Aggiornamento: eccole qua!
Dov'è la pappa? La vita è dura

L’Outlet del Libro

Cioè. Io so dove si trova Frassineto Po giusto perché ci è nata la moglie di mio cugino. Ma questo non è un problema. Di per sé, l’idea dell’Outlet del Libro, che rep.it ha amabilmente presentato, non è nemmeno un problema: sicuramente è qualcosa di diverso dai remainders, visto che se non ho capito male questi libri sono ancora in commercio. Il pensiero che il capannone fosse stato in passato usato come discoteca è sicuramente bello, almeno per uno come me che non è capace a ballare.
Però continuo ad avere dei dubbi. A parte che si pubblicano troppi libri, continuo a pensare che il printing on demand sia la soluzione migliore in questi casi: il libro esiste solo in maniera virtuale, e chi è interessato può aversene una copia. Però magari se convinco Anna una volta un giro ce lo farò lo stesso… :-)

Telefonate non richieste

Ieri sera squilla il telefono. Era un tipo (accento meridionale) che voleva sottopormi un questionario su qualcosa di finanziario. In un mio rarerrimo istante di bontà dico di sì: alla prima domanda (l’età) il poveretto mi risponde «oh. Il pc mi dice “fuori quota”, l’intervista finisce qua». Mi sa che il tipo o è molto onesto o non fa da molto il lavoro, visto che non ha pensato a cambiare la mia età. Sono solidale con lui.
Invece stamattina mi chiama per l’ennemillesima volta una signorina Sky (accento direi settentrionale), che si è anche incazzata perché non ho voluto sentire la sua grande offerta («ma non voglio venderle nulla!»). Peccato fossi appena tornato dalla palestra, e quindi i miei due neuroni stavano cercando di prendere fiato: non mi è venuto in mente di chiederle da dove avesse tirato fuori il numero. Non sono per nulla solidale con lei.

amici del giaguaro

Leggo su rep.it del tonfo odierno delle azioni Telecom, dopo che l’amministratore delegato Franco Bernabè aveva parlato con i sindacati, e il segretario UILCom aveva subito spiattellato tutto ai media.
Sono abbastanza convinto che la prima versione delle dichiarazioni (“azienda impoverita dal punto di vista industriale ed internazionale e compromessa dal punto di vista finanziario”) sia quella più vicina al vero. Un po’ come i buchi nel bilancio dello stato, chi se ne va via può avere nascosto un bel po’ di roba sotto il tappeto. Però un conto è sapere come stanno le cose, e un altro andare a spiattellarle in giro come ha fatto Bruno di Cola. Se lun’azienda perde valore, il sindacato si trova in difficoltà: e queste cose uno che fa il segretario generale della Uil Comunicazione forse le dovrebbe sapere. E non mi venga poi a dire che erano sue personali riflessioni, visto che non ci crede nessuno.
L’unica ipotesi dietrologica che mi può venire in mente è che UILCom, che per quanto ne so in Telecom è il più debole della Triplice, sta cercando di sparigliare qualcosa. Ma anche così mi sembra un’azione assolutamente da kamikaze: mi sa che non è solo in Parlamento che abbonda la gente con qualche problemuccio nell’immaginare le conseguenze delle proprie azioni!
(vedi anche Quintarelli, che probabilmente gongola)

stato di polizia?

Alcuni giorni fa, mentre andavo in ufficio, ho trovato per terra una targa automobilistica. Poi non ci ho più pensato fino a oggi pomeriggio, quando l’ho rivista e ho pensato che forse era meglio portarla ai carabinieri, che tanto hanno una stazione praticamente sulla strada verso casa. Detto fatto, sono andato e ho dovuto declinare le mie generalità, anzi dare un documento, e firmare un verbale di “consegna oggetto”. Per fortuna non ho dovuto subire un terzo grado, non mi hanno nemmeno fatto domande su dove l’avessi trovata e il tutto si è risolto in cinque minuti.
Visto che credo che uno debba essere addirittura di gran lunga più ingenuo di me per andare a restituire una targa dopo averla usata per chissà quali loschi scopi, mi chiedo perché mai noi in Italia abbiamo tutta questa mania dell’identificazione, anche quando è francamente inutile. Mi verrebbe quasi da proporre l’equivalente del ventunesimo secolo della ruota per i bambini abbandonati: fuori dal portone dei commissariati di polizia e delle stazioni dei carabinieri si mette uno di quei cassonetti per lasciare i vestiti smessi… no, non funziona. A parte le decine di telecamere che sarebbero puntate, qualcuno potrebbe pensare di inserire una bomba… Bello come cambiano i tempi, vero?

Come si dice “Lapalisse” in inglese?

Noi parliamo tanto dello stato pietoso della ricerca in Italia: non so come vadano le cose nel Regno Unito, ma i ricercatori inglesi sembrano avere delle capacità non comuni di convincere i finanziatori che i propri lavori sono meritevoli.
Oggi il Corsera traduc… ehm. riporta un articolo del Daily Telegraph che riporta lo studio del professor Jens Krause dell’Università di Leeds, che spiega come «Quando si trovano in mezzo alla folla, le persone tendono a comportarsi come le pecore, ovvero a seguire ciecamente colui o coloro (al massimo si tratta di due individui) che sembrano sapere esattamente dove stanno andando (anche se magari non è affatto vero)». Una scoperta che forse più che il Nobel permetterà al professore di vincere il premio Ig Nobel, ma intanto un po’ di soldi se li sarà portati a casa.
Chi mi conosce sa che io affermo da anni che la stragrande maggioranza della gente sono dei pecoroni: peccato che non io abbia mai pensato di proporre un articolo sulla prestigiosa rivista Animal Behaviour. Vorrei però aggiungere che in ogni caso c’era della letteratura precedente riguardo al fatto che la gggente si metta a seguire chi sembra sapere dove sta andando. Il buonanima di Douglas Adams, in The Long Dark Tea-Time of the Soul, introdusse il concetto di navigazione Zen che funziona esattamente in quel modo: “trovare qualcuno che sembra sapere dove sta andando, e seguirlo. I risultati sono in genere più sorprendenti che di successo, ma in genere vale la pena di provarci per quelle rare occasione in cui sono entrambe le cose”.
Ora, cari i miei fortunati lettori, avete un altro argomento per sfoggiare le vostre conoscenze davanti alla macchinetta del caffè!
P.S.: non c’entra un tubo, ma vorrei elogiare il fatto che sul Corsera stanno apparendo i link cliccabili.