memisteri

In questi giorni i blogh sembrano tutti impazziti per “La ballata del programmatore”, una canzone (la potete ascoltare qua) basata su “Il pescatore” di Fabrizio De André.
Il titolo mi ricordava qualcosa: sono andato a spulciare sui miei faldoni virtuali e ho scoperto questa annotazione. Il Programmatore, di De André-Colombini (15 aprile 2002). Insomma, Enrico Colombini l’aveva scritta quasi sei anni fa come minimo. E cosa è successo in questi anni? Nulla. Poi per caso uno la canta, e zam! tutti ad accorgersene.
Detto in altro modo: i quindici minuti di fama cantati da Warhol forse potranno anche arrivare. Ma solo per puro caso.

Gli ultimi cavalieri di Vittorio Veneto

Me lo chiedevo poco più di un anno fa (e ogni tanto al blog arriva ancora qualche ricerca al riguardo, quindi non sono il solo)
In effetti, la settimana scorsa era morto il penultimo veterano francese della Grande Guerra, Louis de Cazenave, mentre a Capodanno (ma lo si è saputo solo ora) è morto l’ultimo veterano tedesco, Erich Kaestner.
E in Italia? Figuriamoci se a Quelli Che Sanno può importare qualcosa di questa gente. Occorre come sempre il lavoro certosino di un appassionato, Alessandro Vanni, che ci comunica che ci sono ancora tre Cavalieri di Vittorio Veneto e due soldati del ‘900 che hanno partecipato alla Grande Guerra. Ecco i loro nomi:
Cavalieri di Vittorio Veneto (censimento completo al 31-12-2007)
1.PONTICELLI Lazzaro 07-12-1897 Parigi (Francia) Alpini
2.BORRONI Delfino 23-08-1898 Milano Bersaglieri
3.CHIARELLO Francesco 05-11-1898 Crotone Fanteria
Soldati classe 1900 (censimento ufficiale non conosciuto)
-BISARO Giobatta 07-10-1900 Udine Fanteria
-SERIOLI Battista 26-11-1900 Brescia Fanteria
Una curiosità: Lazzaro (Lazare) Ponticelli ha iniziato la prima guerra mondiale come volontario… nel 1914, con i francesi, e in effetti è l’unico superstite “francese”…

Stefano Bartezzaghi a Crema

Come potete leggere qua, lunedì 28 gennaio alle 20.45 Stefano Bartezzaghi sarà intervistato da Aldo Spinelli al “Le Cinéma” (ex Klejnot) di Crema, via Ugo Palmieri 1. Ammesso che riesca a convincere Anna a venire, che non ci sia nebbia e che riesca a trovare il posto dovrei essere da quelle parti :-)

L’etica dei giornalisti al Corsera

Qualche volta ho citato nelle mie notiziole Paul The Wine Guy. Tra le cose che ha pubblicato in questi mesi, c’è anche una galleria di immagini, “Understanding art for geeks”, che prende alcuni quadri famosi e li modifica come potrebbe vederli una persona che di arte non capisce nulla ma delle mille icone attuali sì. Questo è il set di immagini su flickr.
A inizio settimana, queste immagini sono state notate all’estero e pubblicizzate nei siti più noti al pubblico geek, come ad esempio Slashdot. Così è capitato che qualche “giornalista” (le virgolette servono) del Corsera abbia pensato che sarebbe stato bello, e soprattutto gratuito, farci una rassegna di immagini. Peccato che è vero che le immagini sono distribuibili gratuitamente, ma la licenza d’uso prevede l’attribuzione all’autore, quando si riutilizza l’immagine. D’altra parte, una cosa come questa non dovrebbe nemmeno essere evidenziata: la proprietà intellettuale è una cosa molto seria… tranne che quando non c’è di mezzo la SIAE, la RIAA o tutti quelli che tuonano ogni tre per due contro il “furto”. La galleria postata sul Corsera dice semplicemente che le immagini si trovano “su flickr.com” (in modo tra l’altro che nessuno possa andare a vederle in originale, non sia mai).
Brava gente, nevvero?
Aggiornamento: (27 gennaio, 17:30) non so esattamente da quando, ma adesso la galleria indica correttamente l’autore, e su ciascuna delle immagini viene un po’ cripticamente indicato (vedi gallery: tinyurl.com/yux7sh) che punta alle foto di Flickr.
Aggiornamento 2: (28 gennaio: 16:20) Come fatto notare da Elvira, le scuse del Corsera sono finite sulla home page di www.corriere.it. Tutto è bene ciò che finisce bene (anche se sto sempre aspettando che PTWG rimetta in linea le immagini :-P )

Rep.it e Corsera: chi copia chi?

Quando dico che ho molta stima dei miei lettori, non scherzo affatto. Spesso sono loro a darmi gli spunti per quello che scrivo, risparmiandomi la fatica di scoprire le cose in giro… e di questo gliene sono grato. Scrivere qualche riga non è poi così difficile, se sai cosa dire.
Il grazie stamattina va a Marco, che dal Regno Unito mi segnala due articoli apparsi ieri sui Gemelli dell’Italica Informazione a proposito delle risse in Parlamento. Sono quelli del Corsera e di Rep.it. Che c’è di strano, mi direte? Beh, a leggerne uno solo nulla; a leggerli entrambi c’è una strana sensazione di déjà vu. Il titolo del Corriere è Quando l’aula diventa un ring, con sottotitolo Le risse in parlamento in 60 anni di repubblica; quello di Repubblica è invece Quando l’aula diventa un ring – Le risse in 60 anni di Repubblica. Anche la lista di quello che è accaduto tra i nostri degni rappresentanti è identica, parola per parola. Per chi non ci credesse, ho salvato a imperitura memoria le schermate: Corriere / Repubblica.
Credevo che avessero copiato entrambi da Wikipedia, un classico in questi casi, ma non ho trovato nulla. Dando un’occhiata alle header, rep.it, che dà molte più informazioni, afferma che il suo articolo è stato postato alle 20:02:54, mentre il corsera tace sull’ora. Però una rapida googlata farebbe effettivamente propendere per una netta vittoria degli scalfariani. Sarebbe interessante se in via Solferino qualcuno commentasse mai questo “strano caso”, vero?

Silvio 1 e Silvio 2

Dichiarazioni di Berlusconi dopo la caduta del governo:
21:57 – “Pensavo che Prodi avesse qualche carta coperta, due o tre senatori a favore del governo. Questo non è successo. Quindi non mi spiego come il presidente del Consiglio si sia sottoposto ad una mezza giornata di critiche e di polemiche, che per lui non deve essere stata certo felice.” (al TG5)
21:59 – “Non ci sono più margini di dialogo con Veltroni. C’è una legge elettorale vigente che è una buona legge e dalla quale, in un mese, si potrebbe togliere l’anomalia del premio di maggioranza regionale portandolo ad essere premio di maggioranza nazionale.” (a Porta a Porta)
È bello vedere quest’uomo rinascere di colpo [*], anche se deve avere perso il senso della realtà. Non tanto perché ha scoperto solo adesso che il Porcellum è appunto un Porcellum, senza che gli venga in mente che quelli del centrosinistra non si sogneranno mai di cambiare la legge elettorale solo per fargli un favore; ma anche perché non riesce proprio a capire come una persona (Prodi) possa avere un impegno morale. Ma forse sono ingiusto con lui, e il senso della realtà ce l’ha perfettamente: non c’è forse Raiset che in due minuti lo intervista in stereo?
[*] qui c’era una battuta cattiva ma ingiusta nei confronti di una persona terza.

Aspettare il tram? Sì, ma…

Oggi sul Corsera online i “fortunati lettori” possono bearsi con questo articolo, dove viene spiegato che “tre illustri matematici di Harvard hanno calcolato statisticamente le probabilità di successo delle due opzioni”: starsene seduti tranquilli ad aspettare il bus, oppure incamminarsi verso la direzione voluta. Ma soprattutto “ora c’è un’equazione a dipanare ogni dubbio: basta mettere in relazione la variabile D, che identifica la distanza, con la variabile I, che identifica il tempo di fermata, con la variabile N, che identifica il numero di fermate, e la variabile V, che identifica la velocità del mezzo. No, l’equazione non c’è, sia mai che il numero di copie vendute dal Corsera si dimezzi!
La cosa più divertente (beh, probabilmente l’unica) di questo articolo è che c’è il link all’articolo originale dei tre matematici: anzi, ci sarebbe, perché se uno clicca senza fare attenzione scopre che il link è stato scritto sbagliato, e quindi non è raggiungibile. Ad ogni modo il PDF dell’articolo si trova su arXiv (cioè il posto dove si mettono i preprint matematici, fidatevi), e più precisamente qua: se uno va a darci un’occhiata scopre fin dall’inizio che è stato scritto per divertimento: e se non se ne fosse accorto basterebbe l’ultimo paragrafo. Essendo un matematico, Justin naturalmente ha scelto di studiare teoricamente il problema, dimenticandosi del tutto dell’incontro previsto. [quello per cui doveva andare a trovare Scott, scegliendo se aspettare il bus o andare a piedi, e scoprendo che la prima opzione era la migliore]. Intanto, Scott si era stufato di aspettare e si era diretto a casa di Justin; una volta arrivato, gli aveva fatto notare che era un giorno festivo, e quindi i bus non circolavano.
Se mi venite a dire che come umorismo non è proprio il massimo, accetto il vostro punto di vista: d’altra parte noi matematici ci divertiamo con poco. Però gli amici del Corsera sono riusciti a rendere il concetto in maniera completamente triste. Farà tutto parte del Diabolico Piano Per Fare Odiare la Matematica?
Aggiornamento: (25 gennaio) Probabilmente la notizia originale (via France Press) è quella apparsa sul Globeandmail, l’unico posto dove viene citato arXiv.