Repubblica.it pubblica un’analisi di Mediobanca, col rassicurante titolo “Banche, per quelle italiane meno perdite ma più sofferenze”. Rassicurante per chi non sa cosa siano le sofferenze: crediti che non si spera praticamente più di recuperare. Detto in altro modo: le banche all’estero hanno messo in bilancio come perdita una serie di cose; le banche italiane preferiscono fare finta di nulla e sperare nello stellone. Vi ricorda qualcosa?
(che poi è ovvio che nel 2006 le banche hanno avuto i massimi guadagni: prestavano soldi allegramente a chi non era detto che li potesse restituire. Non è poi così diverso dal Multi-Level Marketing: finché dura, va bene; poi crolla tutto)
quanta fatica per uno sfondo
Come ho già scritto, il mio pc aziendale è gestito remotamente. Nulla di male in generale. Però tra le policy di dominio, su cui io non posso fare nulla pur avendo i diritti di amministratore, c’è anche quella sullo sfondo del PC. Fino alla scorsa settimana, avevo perlomento la possibilità di non avere uno sfondo, ma semplicemente un colore uniforme, e mi accontentavo. Ma lunedì, in un tentativo da remoto per permettermi di accedere alla posta aziendale all’avvio del pc – non che ci siano riusciti, ma visto che poi ho scoperto che la colpa è di ZoneAlarm che blocca non riesco a capire quale processo, e visto che io ufficialmente non dovrei avere un firewall aggiuntivo, me lo tengo così – sono stato forzato ad avere lo Sfondo Telecom Ufficiale, con una bella barra rossa in cima comprendente il logo e un disegno in mezzo che non mi fa più distinguere le icone.
A questo punto mi sono scocciato. Sono andato su C:/WINDOWS e come prima cosa ho sostituito il file NewSfondo.jpg con l’immagine che volevo io (la foto della blogosfera che era uscita a suo tempo su Nòva : tranne che al centro è praticamente tutta nera, l’ideale). Togliere la barra è stato un po’ più complicato: alla fine ho scoperto che il colpevole era il file desk.htm, sempre nella directory di Windows, che è stato pertanto opportunamente modificato.
A parte queste operazioni illegali che ho compiuto, capisco che forse lo sfondo uniforme è stato pensato per le segretarie, e che le segretarie probabilmente non si darebbero la pena di fare tutte queste modifiche (a parte che mi sa che non abbiano nemmeno i diritti di accesso a quei file). Però qual è la vera ragione logica di avere una policy per gli sfondi? Fanno forse male a qualcuno?
Aggiornamento: (12:30) tra le altre “novità” dopo l’intervento remoto c’è stata la modifica della home page di Internet Explorer (che avevo settato ad http://localhost/) Cosa c’è adesso? Il sito Telecom? l’intranet? No. http://it.msn.com/. Giusto per dire come sono fatte le policy aziendali.
“Il fumetto erotico italiano si fa donna”
Sto cercando di capire perché mai il Corsera abbia deciso di fare questa marchetta. La cosa più interessante è la galleria di immagini, che più che far parte “del feticismo estremo e del sadomaso” a me sembrano banalmente lesbo; però si direbbe che quel termine, o addirittura il pudicissimo “saffico”, non possano ancora essere sdoganati. Il massimo cui si può arrivare è “Donne che si baciano”. Anche questo la dice lunga su quali siano gli italici tabù e perché si può tranquillamente parlare dei pestaggi agli extracomunitari e non a quelli ai gay.
Vabbè, chi apprezza questo stile di disegno può andare a farsi un giro sul sito di Cristina Fabris. Almeno adesso il Corsera mette i link all’interno degli articoli!
Italiani brava gente (sul serio)
Ho appena letto un articolo sul nostro contingente di militari in Afghanistan. L’articolo è della BBC, e quindi posso supporre priva del solito “volemose bene” all’italiana. Bene: sembra proprio che il microcontingente italiano stia effettivamente facendo un buon lavoro. Il perfido giornalista albionico prende in giro le “divise stilose” dei militari e termina scrivendo che Sarobi “è un luogo relativamente sicuro e che gli italiani stanno mantenendo la pace invece che creare un ambiente stabile partendo da illegalità e caos”; detto tra noi, però, la cosa mi pare più che altro positiva perché mostra l’intelligenza del nostro comando a scegliersi un posto “tranquillo”. Inoltre c’è una differenza di base con Nassiriya, dove se ricordate gli italiani – dopo la strage – avevano scelto di starsene belli chiusi nella loro caserma e lasciare la gestione ai capi locali. A Sarobi continuano a interagire ufficialmente solo coi capi, ma leggendo l’articolo si capisce che comunque hanno anche a che fare con la gente, tanto che i locali si lamentano perché il ricambio dei soldati è troppo veloce… il che significa che li riconoscono e non sono una massa informe e interscambiabile.
Non credo che quanto facciano gli italiani laggiù sia tutto perfetto, né penso che la situazione rimarrà per sempre così; e comunque vi ricordo che un soldato italiano è morto, in Afghanistan. Però sono contento che almeno questa volta il contingente sia davvero “di pace”. (Ci sarebbe anche il Libano, ma lì tremo al pensiero di cosa vorranno fare Silvio e Ignazio)
Aggiornamento: (27 maggio) Come non detto. Ci pensano già per l’Afghanistan.
Phishing niente male
Per fortuna gli amici russi (per la cronaca, il sito è http://as4r5w6.by.ru/, che il firewall Telecom blocca già; la mail però arrivava da un’adsl britannica bucata) non hanno ancora capito come fare a inviare i messaggi agli italiani, nel senso che non riescono a far vedere le lettere accentate. Chissà se mai impareranno.
Peccato (per loro, si intende), perché l’idea non era affatto malvagia: un messaggio dal titolo “Avviso eBay: Richiesta di chiusura inoltrata” dove si diceva che “in seguito alla tua richiesta abbiamo dato seguito alla richiesta di cancellazione dei tuoi dati personali dal sistema e il tuo account” e si terminava dicendo che se non eri stato tu a chiedere la chiusura dell’account avevi dodici ore di tempo per rispondere… entrando dal signor phisher. Oggettivamente l’ultima frase è stata una caduta di stile grammaticale, visto che il testo esatto è “Se non hai richiesto te chiusura dell account devi rispondere entro 12 ore.”, ma sono certo che molti utenti eBay non si sarebbero accorti della sgrammaticatura e dell’apostrofo mancante.
VS
Non sto parlando del gruppo di trollucci che imperversava (si fa per dire) una decina d’anni or sono sull’italica Usenet, e che probabilmente qualcuno dei miei lettori ricorderà ancora.
Non sto nemmeno parlando dell’abbreviazione che in italiano sta per “vostro” e in inglese sta per “contro” (da versus: il latino è sempre una garanzia)
VS è la sigla della provincia del Medio Campidano, come «formalizzata con DPR n. 89/2008 del 4 aprile 2008 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 maggio 2008». Se vi chiedeste dove sia questo Medio Campidano, non sareste i soli: è nel sudovest della Sardegna, i due capoluoghi sono Sanluri e Villacidro (di cui nemmeno wikipedia sa qualcosa in più dei dati Istat, il che è tutto detto), ed è stata creata nel 2005 perché le regioni a statuto speciale possono fare le province che vogliono, “purché senza oneri per lo Stato” (si fa per dire… tra l’altro mi chiedo quanto costerà il fatto che fino ad ora la sigla della provincia era MD)
Capisco che la Sardegna è grande più della Lombardia, dove le province sono dodici e non le quattro originarie – che poi erano tre quando andavo a scuola io; ma è anche vero che ha meno di un quinto degli abitanti, e uno potrebbe anche chiedersi qual è la necessità di parcellizzare così il territorio… manco servissero nuove sigle da usare come definizioni nei cruciverba!
Monnezza
buon asciugamano a tutti
Chi legge il mio calendario sa che oggi è il Towel Day: il giorno in cui ci si ricorda di Douglas Adams e della Guida Galattica per gli Autostoppisti, portando con sé un asciugamano.
Anna si è gentilmente prestata a farmi una foto che mi mostra mentre sto festeggiando la ricorrenza.
Oso sperare che buona parte dei miei ventun lettori apprezzino il tutto, e comprendano che nella foto, oltre all’asciugamano, ci devo essere anch’io. D’altra parte, quello che conta è il pensiero, no?
(Chi non legge il mio calendario peste lo colg… ehm, avrebbe comunque potuto guardarsi in giro)