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chi legge le varie versioni linguistiche di Wikipedia?

Come sapete, Wikipedia non è un monolite: a parte l’esistenza dei progetti fratelli come wikiquote, wiktionary e altri, l’enciclopedia esiste in tantissime lingue. È abbastanza facile immaginare che la stragrande maggioranza delle visite a Wikipedia in lingua italiana arrivi dall’Italia, ma che dire di altre lingue?

Per la prima volta, è stato preparato un dataset abbastanza ampio per poter fare ricerche al riguardo. (Non vengono usati tutti i dati per evitare che si possano fare ricerche che ledano la privacy di chi consulta l’enciclopedia). Potete vedere voi stessi i risultati, collegandovi qui. Per esempio, l’89% delle richieste alle pagine in italiano arriva dall’Italia, e gli USA contribuiscono più della Svizzera; evidentemente i ticinesi sono pochi.

Più interessante però è vedere cosa succede con lingue più o meno veicolari. L’inglese è molto sparpagliato, e l’1% delle richieste arriva dall’Italia, evidentemente dagli elitisti come me che non si fidano troppo della nostra versione. Per quanto riguarda il cinese, il 46% delle richieste arriva (perché non filtrato…) dalla Cina, il 27% da Taiwan e l’11% da Hong Kong, ma c’è addirittura un 6% dagli Usa. Per quanto riguarda l’arabo, la nazione guida è l’Arabia Saudita con il 24% del totale, seguita dall’Egitto con il 15%, dall’Algeria con il 7% e da Marocco e Usa con il 6%. Israele e Palestina contribuiscono entrambi per il 2%.

Mescolare queste statistiche con i dati di popolazione dovrebbe essere molto interessante…

Ultimo aggiornamento: 2015-02-26 16:15

Mattarella e Wikipedia

Generalmente uso la categoria “italica stampa” per parlare male dei nostri giornali, ma stavolta faccio tanto di cappello alla Stampa che ha fatto questa galleria immagini su come è cambiata negli anni la pagina sul neopresidente della Repubblica. Dalle istantanee è possibile avere un’idea di come funziona (nel migliore dei mondi possibili, so bene anch’io che spesso non va così) l’enciclopedia. Kudos all’autore, Stefano Rizzato!

Ultimo aggiornamento: 2015-02-03 18:11

Umberto Eco e Numero Zero (con Wikipedia…)

Immagino che sappiate che Umberto Eco non è esattamente un fan sfegatato di Wikipedia: come scrisse lui stesso in una bustina di minerva, «io mi fido perché la uso con la tecnica dello studioso di professione: consulto su un certo argomento Wikipedia e poi vado a confrontare con altre due o tre siti […] Ma io ho fatto l’esempio di uno studioso che ha imparato un poco come si lavora confrontando le fonti tra loro. E gli altri? Quelli che si fidano?». Nulla di così strano: sono più o meno le stesse cose che direi io se mi chiedessero quanto mi fido di Wikipedia. Avendo una certa qual esperienza dell’enciclopedia aggiungerei solo due o tre punti: verificare se le affermazioni presenti hanno indicata una fonte e valutare anche tale fonte, oltre a dare magari un’occhiata rapida alla cronologia che mostra la “storia” della voce per vedere se c’è stato qualcuno che ha voluto fare uno scherzetto. Diciamo però che in definitiva io mi fido più di lui dell’autorevolezza di Wikipedia.

Tra le sue tante attività, Eco è anche uno scrittore, e all’inizio del mese Bompiani ha pubblicato il suo ultimo romanzo, Numero Zero. Stamattina ho trovato su Twitter questo status di Wo1an6, che mette a confronto la parte finale di pagina 176 del libro e la parte iniziale della voce di Wikipedia su Licio Gelli. Toh: sono virtualmente identiche. Sì, qualche differenza c’è: scrive «gli era stato affidato» anziché «gli venne affidato», “Iugoslavia” ha la I e non la J, “Servizio informazioni militare” ha solo la prima parola con l’iniziale maiuscola, dopo “restituito” c’è una virgola. Ma come! Qualcuno ha già copiato il libro e ne ha inserito un brano su Wikipedia! Beh, no. Tornando indietro, ho verificato che un anno fa il paragrafo di Wikipedia era già presente, e non credo che qualcuno avesse rubato le bozze del libro. Addirittura, la prima (sgrammaticata) versione di quelle frasi risale alla fine del dicembre del 2008, come potete vedere voi stessi.

A dire il vero, la storia è un po’ più complicata di come ve l’ho fatta. Come si nota nella foto di Wo1an6, Wikipedia ha una nota a piè di pagina con un collegamento a un articolo di Focus Storia dove quelle frasi sono presenti quasi identiche parola per parola, tanto che a mio parere potremmo avere superato il diritto di citazione ed essere finiti dritti dritti nella violazione di copyright. Peggio ancora, l’articolo originale – come anche il testo di Eco, che a pagina 177 continua con «[…] all’appello mancano 20 tonnellate di lingotti e si dice che Gelli li avesse trasferiti in Argentina.» – non dà come certa l’appropriazione di quei lingotti da parte del Venerabile. (Per i curiosi: ho rielaborato il testo su Wikipedia per evitare questi problemi). Insomma, probabilmente Eco ha seguito il metodo che aveva descritto a suo tempo: è andato a cercare un’altra fonte, cosa facilitatagli dall’enciclopedia stessa; ha valutato che l’informazione, anche se non confermata dal diretto interessato, fosse comunque accettabile come ipotesi, per di più in un romanzo; ha deciso di usarla.

Tutto bene? Non proprio. Quelle frasi, anche se non sono state copiate da Wikipedia ma da Focus, sempre copiate sono. Chissà se non dico Eco ma almeno Bompiani avrà voglia di commentare la vicenda…

Aggiornamento: (21 gennaio) Mi fanno notare nei commenti – qui e altrove – che Eco è uso a comporre centoni recuperando materiale esistente e interpolandolo, e dunque questa copia quasi letterale potrebbe essere voluta. Mi limito a ricordare che il romanzo è ambientato nel 1992, quando Wikipedia (e Focus Storia) non esistevano ancora. Forse che ha voluto emulare il “plagio per anticipazione” oulipiano?

Ultimo aggiornamento: 2017-02-07 13:17

auto(de)referenzialità

Ho appena cancellato una voce da Wikipedia in lingua italiana: motivo, “contenuto palesemente non enciclopedico oppure promozionale, o CV”. La voce era https://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Codogno_(informatico). Sì, era una voce su di me. Chiunque sia stato a fare il lavoro – le modifiche sono di un utente anonimo, quindi non ho nessuna idea di chi sia stato – l’ha fatto molto bene, prendendo la mia biografia in formato wiki, modificando le altre voci dell’enciclopedia che fanno il mio nome, e aggiungendola persino alla pagina [[Wikipedia:Novità]] di cui non conoscevo neppure l’esistenza.
(Ora per la cronaca ha chiesto il reintegro della pagina in questione)

Tralasciando che non sono una persona così famosa che Wikipedia debba avere una voce su di me e che io non ho nessuna intenzione di averla, la sua stessa esistenza mi impedirebbe di fare il sysop, per chiaro conflitto di interessi. Come farei a spiegare a X perché ho cancellato la voce su di lui, quando ce n’è una su di me?

E poi: “informatico”?

Ultimo aggiornamento: 2014-12-26 14:32

Joe Cocker e Albano

Ieri sera, tra le 20:24 e le 21:06, la voce di Wikipedia su Joe Cocker riportava la seguente affermazione: «A Woodstock canta anche una cover di Albano Carrisi, “L’oro del mondo”, in italiano.» Questa modifica è stata fatta da un utente, tale “Saverio bonfatti”, che si è iscritto solo e unicamente per scrivere quella frase.

Stavolta ci sono cascati solo un paio di siti (fate una ricerca e li trovate), nonostante quella frase non stia in piedi: non è che un inglese canti “una cover in italiano”, o canta un brano in italiano oppure canta una cover in inglese. Ma resta il fatto che nessuna persona con un minimo di sale in zucca, se deve scrivere un coccodrillo, dovrebbe prendere l’ultima versione di una voce: molto meglio la revisione del giorno prima…

Ultimo aggiornamento: 2014-12-23 19:30

Certe mamme sono sempre incinte

Mamma mia, è successo qualcosa di assolutamente nuovo! O almeno qualcosa mai visto da decinaia e decinaia di giorni! Un giornalista (Giacomo Maria Arrigo) ha scritto un articolo (questo, anche sulla Wayback Machine) dove ha raccontato dei suoi tre “esperimenti” di inserire volutamente informazioni false all’interno di Wikipedia in lingua italiana, per far vedere “il cortocircuito” per cui qualcuno copia da Wikipedia una bufala facendola diventare vera. Naturalmente Giacomo Maria Arrigo si guarda bene dal dire quante voci ha vandalizzato in questo modo, né quante sono state corrette (alla faccia dell'”esperimento”); come si può leggere qua, sei mesi fa ci si era accorti della cosa, ma purtroppo – come in un’operazione non perfettamente riuscita per eliminare il cancro – qualche cosa è rimasto.

Oh, intendiamoci: una modifica come questa sarebbe dovuta immediatamente essere eliminata, per una banale ragione: se Faletti avesse davvero detto quella frase in un’intervista al Corsera nel 2009, perché mai ci sono link ad altri giornali e non all’articolo originale? Insomma, ci sono sicuramente grossi margini di miglioramento nella gestione dell’enciclopedia. Per fare un esempio, ieri ho trovato scritto nella voce sull’appena deceduto Augusto Martelli che una sua composizione ha vinto uno Zecchino d’Oro e che lui compose l’inno ufficiale del Milan: la prima in effetti è vera (a meno che il sito sulle filastrocche oggi pomeriggio abbia retrodatato di undici anni il suo post), la seconda chissà. Adesso perlomeno la fonte della prima affermazione è indicata e la seconda è stata indicata come senza fonte. Ciò non toglie che finché ci sarà gente come Giacomo Maria Arrigo che si diverte a fare esperimenti ci dovrà essere altra gente che invece che aggiungere nuove informazioni su Wikipedia dovrà passare il suo tempo a verificare le bufale inserite. E considerando che “l’esperimento è lungi dall’essere concluso”… (lo scrive Giacomo Maria Arrigo, mica lo dico io).

Post Scriptum: avevo commentato sull’articolo del Foglio (con nome e cognome, mi pare ovvio) scrivendo “Complimenti vivissimi. Per fortuna che c’è gente come lei”. Chissà perché quel commento non è stato approvato. Evidentemente a qualche collega di Giacomo Maria Arrigo non è piaciuto. Aggiornamento: no, qui ho sbagliato io. Semplicemente i commenti sono stati verificati (e approvati) stamattina.

Ultimo aggiornamento: 2014-11-04 12:14

Wikipediocracy e Telecom Italia

Il logo di Wikipediocracy è la W di Wikipedia a testa in giù: il sito ha come motto “Perché non puoi parlare su Wikipedia di quello che non va in Wikipedia” (occhei, lo dice in inglese, ma il concetto è quello). Insomma, un po’ come il nostrano Wikiperle. Un mesetto fa, nei forum di Wikipediocracy c’è stato un thread dove un attivo contributore scrive:

The Italian Wikipedia article Telecom Italia was completely refurbished by six undergraduates at Università Cattolica del Sacro Cuore, in a cooperative project between Telecom Italia and (I presume) a professor at the university, with guidance from Wikimedia Italia’s Cristian Consonni.

Is this the future of “paid editing”? Broker college students as unpaid interns?

Il thread non ha avuto una grande fortuna, essendoci stato un solo commento “They get paid in free bananas at lunchtime”, che mostra come Tavecchio abbia fatto scuola anche all’estero. Però sono dell’idea che forse ha senso parlarne un po’ di più, considerando che per ovvie ragioni ho seguito abbastanza bene la storia pur non essendo impegnato in prima persona. Sì, la voce di Telecom Italia è stata rifatta da sei tesiste (sotto la supervisione della loro professoressa), e no, le tesiste non sono state pagate (l’Università non so: secondo me non c’è stato un pagamento diretto ma è entrato tutto in un qualche accordo quadro Telecom – Sacro Cuore, però non mi dicono certo queste cose).

Ora vi faccio una domanda: chi avrebbe dovuto riscrivere la voce su Telecom? Qualcuno di Telecom? Ovviamente no. Rischieremo di avere una voce agiografica: non per nulla le linee guida dell’enciclopedia scoraggiano fortemente le voci scritte dai diretti interessati. Le studentesse che hanno lavorato per la loro tesi dovrebbero essere pagate da Telecom? Ovviamente no, per le stesse ragioni di cui sopra. Le studentesse ci hanno guadagnato, anche se non in vil denaro? Probabilmente sì: studiavano scienze della comunicazione, e sicuramente quel lavoro sul campo è stato loro utile. Spassionatamente posso dire che secondo me hanno fatto molta più fatica che per una tesi (triennale) standard: per questo non sono così certo che ci abbiano guadagnato. Telecom ci ha guadagnato da tutto questo? Indubbiamente sì. Le affermazioni (dotate di fonti) contro Telecom continuano ad esserci, perché le fanciulle sono state abbondantemente catechizzate ed è stato impedito loro di “risciacquare” la voce; ma sono state aggiunte molte informazioni utili e importanti, e questo “annacquamento” favorisce sicuramente l’immagine. Ma la vera domanda da farsi è “Wikipedia ci ha guadagnato da tutto questo?” E la risposta è di nuovo “sì”. Ci sono più informazioni, ci sono più fonti e quindi l’utente può sapere più cose (non “cose diverse”, ribadisco, ma “più cose”). Non è questo lo scopo di un’enciclopedia?

Per quanto mi riguarda, ben vengano esperimenti di “unpaid editing” come questo, e del resto c’è un altro progetto in corso in questo periodo, sempre con l’università del Sacro Cuore (ma non con Telecom, stavolta c’è parte di una multinazionale in gioco). Per quanto mi riguarda, è una situazione win-win, e allora perché non sfruttarla?

Diritto all’oblio per Renato Vallanzasca e Banda della Comasina

Come sapete, c’è una direttiva europea sul cosiddetto diritto all’oblio: citando Wikipedia, “una particolare forma di garanzia che prevede la non diffondibilità, senza particolari motivi, di precedenti pregiudizievoli dell’onore di una persona, per tali intendendosi principalmente i precedenti giudiziari di una persona”. Google ha implementato – per le versioni europee, se uno usa il motore di ricerca nella versione americana questo non vale – un sistema per cui non mostra tra i suoi risultati le pagine per cui c’è stata una richiesta formale e accettata di cancellazione a questo scopo.

Sono state bloccate anche alcune voci su Wikipedia, come potete vedere qua: sappiate dunque che se cercate notizie su Renato Vallanzasca e la Banda della Comasina e non trovate il solito link a Wikipedia la colpa non è dell’enciclopedia. (Notate anche che né la pagina del sito della Wikimedia Foundation da me citata né questo stesso post mettono i link alle pagine in questione: io non le ho neppure aperte, tanto per dire)

Non entro in questa sede nel merito del diritto all’oblio, se non per dire che io ingenuamente avrei pensato che la sua logica fosse “non puoi dire che sono stato rinviato a giudizio senza aggiungere che poi mi hanno assolto”; dico solo che l’implementazione pratica mi pare piuttosto improbabile… anche perché non si ha neppure la possibilità di sapere quali siano le informazioni che sarebbero considerate pregiudizievoli.

PS: per il momento i più richiedenti oblio sono gli olandesi.

Aggiornamento (h 22:15) Forse Google controlla la nazione dell’IP da cui proviene la richiesta per decidere se oscurare o no le pagine: se è così, gli anonimizzatori IP sono i vostri amici. Inoltre ho appena fatto una prova: la stringa di ricerca “Renato Vallanzasca” con virgolette ritorna in fondo alla pagina l’avviso che alcuni contenuti potrebbero essere rimossi; ma se si tolgono le virgolette allora l’avviso scompare. Bah.

Ultimo aggiornamento: 2014-08-06 22:19