Mentre stavo leggendo il libro di Michaël Launay “Il teorema dell’ombrello” mi sono trovato questo brano. L’autore sta parlando – anche se non l’ha ancora citata esplicitamente – della Biblioteca di Babele borgesiana, come probabilmente vi sarete accorti. Notate nulla di strano?
La risposta è che l’errore di ortografia non c’è: Archimede è scritto correttamente anche nella frase precedente. Essendo anch’io un pignuolo come Daniele, ho provato a vedere com’era il testo originale:
ed effettivamente “Archimède” era stato scritto “Archimaide”. Mi è anche capitata sottomano la traduzione tedesca:
In questo caso “Archimedes” era stato scritto “Archimädes”. So che esistono anche traduzioni in olandese e turco, ma non le ho trovate :-)
Ora, il tedesco ha in comune con il francese la possibilità di usare un omofono che maschera un po’ l’errore ortografico, e questo in italiano è impossibile. Però si sarebbe per esempio potuto scrivere “Archirnede” e giocare un po’ con il kerning per replicare il gioco; e anche scrivere “Archimiede”, pur essendo subottimale, sarebbe stato sufficiente. La mia domanda è: con tutti i refusi che inevitabilmente rimangono nel testo, e io lo so bene, era proprio necessario correggere quello che doveva restare un errore?
O anche Archiimede, sempre giocando sulla crenatura, per farla sembrare quasi una i unica.
Se avessero usato segni diacritici insensati si sarebbe potuto considerare un errore ortografico? Che so, “Archįmede”…
Ad ogni modo, si potrebbe anche chiedere al traduttore Paolo Bellingeri se la correzione è stata opera di frettolosi correttori di bozze della casa editrice o del suo programma di videoscrittura Propendo per la prima, tanto più che si tratta di un matematico e docente universitario a cui difficilmente sarebbe sfuggita una correzione automatica simile.
Per l’italiano secondo me un errore verosimile potrebbe essere *Archinede perché i tasti N e M sono contigui sulla tastiera, mentre poco probabile R+N per *Archirnede (tasto R troppo lontano sulla tastiera perché la lettera sia aggiunta accidentalmente e seguita da un’altra lettera comunque sbagliata)
PS Nell’esempio italiano però poi avrebbero comunque dovuto sostituire “errore di ortografia” con “refuso”
Non necessariamente. Errore di battitura andava benone uguale.
“Arkimede” è proprio fuori discussione?
Rispondo io riportando un commento che ho fatto su Bluesky perché prima è necessario fare alcune premesse.
Ci sono vari aspetti da considerare, non solo linguistici (ortografia) ma anche culturali che riguardano le c.d. “conoscenze enciclopediche”.
Archimede ha un nome italiano ed è personaggio rilevante per noi italiani perché era di Siracusa: improbabile che chi ha fatto la scuola dell’obbligo non lo abbia mai sentito nominare (e se non il matematico, qualcosa che gli è intitolato, o Archimede Pitagorico ecc.). In altre culture invece cambia anche il punto di vista: è un personaggio storico straniero con nome straniero, probabilmente non altrettanto noto come da noi, ed è quindi verosimile che si abbiano incertezze sulla grafia di nomi propri stranieri non del tutto familiari, soprattutto in lingue in cui l’ortografia consente potenzialmente più alternative per uno stesso suono.
Nella traduzione in italiano va tenuto conto di queste differenze tra lingue e culture: in un contesto “saggio in italiano” (linguaggio formale, revisione ecc.), per un nome italiano molto noto come Archimede è verosimile un refuso (ad es. Archmede o Archinede) ma non una grafia alternativa (ad es. Archimedes o Arkimede) o un errore di ortografia (ad es. Alchimede).
Come accennato più sopra, in questi casi sono possibili più opzioni di traduzione che vanno valutate in baso al tipo di testo e alla funzione dell’esempio (funzionale alla discussione, ripreso anche in seguito ecc.). Alcuni esempi: 1 mantenere esempio nella lingua originale con una nota 2 adattare l’esempio trasformando l’errore di ortografia in refuso 3 eliminare del tutto il riferimento se non è assolutamente necessario
Eliminare il riferimento in questo caso non sarebbe stata la scelta migliore, proprio perché Launay sta parlando della Biblioteca immaginaria dove ci sta tutto, proprio tutto; e anche nel racconto borgesiano originale c’è un esempio simile. Dopo aver letto i commenti, “Archimiede” forse sarebbe stata la scelta migliore: non avendo l’italiano molti omofoni, quel che si può fare è appunto cercare un suono il più simile possibile.
Grazie :-)
Non credo che la rilevanza sia dovuta principalmente alla nascita a Siracusa. Archita nacque a Taranto, per dire… E non è che sia stato uno scienziato minore, essendo l’inventore della meccanica razionale.
Il libro è interessante? Ne pubblicherai la recensione una volta finito di leggerlo?
l’avevo già scritta, https://xmau.com/wp/notiziole/2025/05/24/il-teorema-dellombrello-libro/ . Il libro è carino, soprattutto nei primissimi capitoli.
Hai notato come è stato cambiato il titolo del libro in italiano?
«Le théorème du parapluie ou L’art d’observer le monde dans le bon sens» è diventato «Il teorema dell’ombrello. O l’arte di osservare il mondo con la matematica»
no, non l’avevo notato. Evidentemente in Italia pensano che la matematica sia più importante del buon senso :-)
Ah, scusami. Me l’ero perso.
Tra gli errori di battitura non troppo evidenti ci potrebbe stare anche Arcnimede, per la vicinanza tra h e n e la loro somiglianza.