In questa lunga biografia (Massimo Polidoro, Houdini : Mago dell’impossibile, Codice 2018, pag. XXV+468, € 23, ISBN 9788875787622) Massimo Polidoro affronta un compito praticamente impossibile: raccontare la vita di un personaggio che ha fatto di tutto per far credere al pubblico qualcosa di diverso e più spettacolare rispetto alla realtà. Tanto per dire, Houdini (come spiega Polidoro, l’accento va sulla prima i e non alla francese come diciamo noi) diceva di essere nato a qualche giorno di distanza dalla data ufficiale e soprattutto di essere statunitense, mentre era un ebreo ungherese, figlio di un rabbino, venuto ad abitare da bambino negli USA. Nel testo si legge degli inizi davvero miseri della sua vita e della sua carriera e si scoprono le tante anime di Houdini, tutte legate alla sua volontà di essere il migliore: per dire, andò in tournée in Australia nonostante soffrisse di mal di mare per riuscire a essere il primo aviatore dell’Oceania, dopo essere stato il protagonista di uno dei primi film di Méliès decise di diventare produttore cinematografico, con opere ovviamente scritte e recitate da lui; nonostante non avesse completato gli studi e i suoi scritti fossero pieni di errori pubblicò molti libri, messi tipicamente in formato pubblicabile da vari ghostwriter (uno di essi fu H.P. Lovecraft…); smascheratore di medium ma forse sempre con la speranza di trovare davvero qualcuno che potesse parlare con l’aldilà. Un testo che permette insomma di sfatare molti miti.
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_Artificial Unintelligence_ (ebook)
Il titolo di questo libro (Meredith Broussard, Artificial Unintelligence : How Computers Misunderstand the World, Mit Press 2018, pag. 248, € 10.59, ISBN 9780262346726) è sprezzante: ma in fin dei conti è quello che penso anch’io. Nonostante i grandi successi degli algoritmi, infatti, non possiamo certo dire di essere arrivati a una vera intelligenza artificiale, anche nel senso debole turinghiano di un sistema che possa essere scambiato per un essere umano. In pratica i sistemi AI sono ormai più bravi di noi in tanti campi specifici, ma manca ancora loro una visione globale.
Detto questo, il libro mi è sembrato però essere non ben riuscito. Il testo è diviso in tre parti: nella prima viene rapidamente raccontato come funziona un programma e come si fa data journalism, cioè come usare le informazioni che possiamo trovare per fare investigazioni; credo però che se uno non sa di cosa si parla non lo imparerà certo qui. Nella seconda parte Broussard mostra come alcuni dei “grandi successi dell’Intelligenza Artificiale”, come le automobili che si guidano da sole, in realtà non funzionano se non in ambienti molto controllati; questa secondo me è la parte migliore del testo. Infine l’ultima sezione è troppo legata alla visione personale dell’autrice, e non mi ha detto molto. Diciamo che questo non sarebbe certo il testo che consiglierei come primo impatto rispetto ai problemi dell’AI.
_The Dad Lab_ (libro)
Il sottotitolo di questo libro (Sergei Urban, The Dad Lab, TarcherPerigee 2019, pag. 182, $18, ISBN 9780525542698) recita “50 Awesome Science Projects for Parents and Kids”. Non posso garantire sulla meraviglia che può spuntare da questi esperimenti, ma posso garantire che sono divertenti da farsi, a seconda naturalmente dell’età dei bambini: ce ne sono per chi fa ancora l’asilo e per chi ha finito le elementari. Ci sono alcune ripetizioni nella parte scientifica dietro agli esperimenti, e la cosa è comprensibile. Ho però trovato molto utili le spiegazioni reali degli effetti (un paio non le conoscevo mica!), che poi ogni genitore dovrà adattare alle conoscenze dei propri figli; anche gli esperimenti correlati sono utili per suscitare curiosità. In definitiva, un ottimo libro “pratico”.
_Terra e spazio vol. 1_ (libro)
Non c’è bisogno di presentare Arthur Clarke. Urania ha deciso di dividere in quattro parti la monumentale raccolta dei suoi racconti – ne mancano otto, per cui nemmeno l’edizione originale ha i diritti – che mostrano l’autore al di fuori dei suoi romanzi. In questa prima raccolta (Arthur C. Clarke, Terra e spazio vol. 1, Urania Collezione 197, pag. 328, € 6,90, trad. vari), che arriva fino al 1950, lo stile è inizialmente acerbo, con l’autore che cerca uno stile umoristico venuto – e tradotto – non troppo bene: ma arrivano presto i racconti in cui anche in poche pagine la sua fantascienza hard svetta. Si vedono ancora ingenuità narrative come in “Il leone di Comarre”, dove spiega un po’ troppe cose inutili (e nemmeno scientifiche, se per questo), ma credo che questo fosse abbastanza comune al tempo. È poi buffo vedere l’idea dei macchinari del futuro – ma qui non lo si può certo incolpare – e interessante vedere come la seconda guerra mondiale appena finita faccia più o meno inconsciamente capolino nei testi. Sulle traduzioni, a parte quelle storiche, ho qualche dubbio su quelle di Enzo Verrengia; a parte il calco pedissequo delle unità di misura, ogni tanto mi sono trovato una costruzione incomprensibile.
_L’algoritmo e l’oracolo_ (libro)
Prendendo in mano questo libro (Alessandro Vespignani con Rosita Rijtano, L’algoritmo e l’oracolo, Il Saggiatore 2019, pag. 197, € 20, ISBN 9788842825821) una domanda sorge spontanea: che significa “con Rosita Rijtano”? Tra l’altro non è nemmeno indicata nei ringraziamenti, e il libro è narrato in prima persona da Vespignani. Se posso fare un’ipotesi, Vespignani è ormai più aduso all’inglese che all’italiano – immagino tra l’altro i trentini sobbalzati al leggere “Bruno Kessler Foundation” – e quindi Rijtano ha preso un testo che probabilmente era fermo da un paio d’anni e l’ha non dico tradotto ma reso molto più scorrevole.
Attenzione però: questo mio commento non è affatto negativo. Un libro è fatto per essere letto: se prendete questo libro vi interessa probabilmente il tema trattato, no? Parliamo dunque del testo: e parliamone bene. Vespignani usa poca matematica, molti aneddoti personali a partire da quelli sui calcoli per simulare la diffusione di Ebola e Zika (ma anche sulle previsioni del vincitore dell’equivalente americano di XFactor!) ma riesce a rendere molto bene l’idea di quali siano le linee di attacco degli algoritmi previsionali in questo ultimo decennio: non solo l’aumento incredibile della capacità computazionale che ha permesso di simulare anche singoli elementi, ma anche gli approcci a scenario multiplo che portano alle stime previsionali, e naturalmente la quantità di dati che possiamo usare oggi. Io perlomeno ho trovato spunti nuovi su cui pensare: insomma il libro è stata un’utile lettura, che consiglio caldamente.
Roald Dahl, _Tutti i racconti_ (libro)
Per molti, Roald Dahl è semplicemente l’autore di Charlie e la fabbrica di cioccolato, o peggio ancora del film tratto da quel famoso libro. Sì, nel film gli altri ragazzini finiscono in situazioni un po’ preoccupanti, ma nulla di grave. Il guaio almeno per un pauroso come me è che in genere nei suoi racconti, qui riuniti in un unico volume, (Roald Dahl, Tutti i racconti, Longanesi 2009, pag. 825, € 26, ISBN 9788830426849, vari traduttori) Dahl è troppo bravo a creare un’atmosfera davvero creepy. Dopo la sua prima raccolta – che stranamente non è quella con cui parte il libro – che è più autobiografica e legata alla seconda guerra mondiale, Dahl comincia a creare ambientazioni che sembrano quasi reali, tipicamente con qualcuno che cerca di truffare qualcuno oppure una coppia ormai in crisi; avvinghia il lettore e aggiunge particolari del tutto inverosimili ma che almeno a me fanno paura. La costruzione della storia è sicuramente il suo punto forte, fino a raggiungere un climax che non è necessariamente espresso, vedi per esempio “Nunc dimittis”.
Devo dire che i tanti traduttori dei vari racconti hanno fatto un ottimo lavoro per armonizzare lo stile, cosa che non è affatto scontata!
_Il grande romanzo della matematica_ (libro)
Indubbiamente a Mickaël Launay la matematica piace. Piace così tanto che non si capacita che chi matematico non è non riesca a capire quanta bellezza ci sia in essa, e così ha pensato di scrivere questo libro (Mickaël Launay, Il grande romanzo della matematica [Le grand roman des maths], La nave di Teseo 2019 [2016], pag. 334, € 20, ISBN 9788893448246, trad. Sergio Arecco), che possiamo definire una “storia impressionistica della matematica”. Il suo scopo insomma non è raccontare tutto quello che è successo nei millenni, ma selezionare alcuni punti che possono essere interessanti anche rispetto a quello che vediamo ogni giorno. Anzi, parte dalle cose di tutti i giorni (o quasi, non so quanto in realtà uno vada al Louvre…) per tornare indietro e mostrare come spesso si faccia matematica anche senza l’armamentario di teoremi e dimostrazioni. A volte la cosa gli funziona meglio, come con le simmetrie del primo capitolo o il suo manifesto sulla matematica “singola” e non plurale come del resto si scrive in francese o in inglese: altre volte l’accostamento mi pare un po’ troppo forzato, ma è anche vero che io non sono certo il pubblico di riferimento per un libro come questo.
Ho infine parecchi dubbi sulla traduzione di Sergio Arecco, nonostante nel colophon l’editore indichi che c’è stata una “revisione scientifica”. Tanto per fare un esempio: mi sta benissimo che si parli di figure “pulviscolari” (poudreuses nell’originale). Non mi sta bene che si scriva «è sempre possibile dividere la prima in un numero di pezzi pulviscolari tale da permettere di raddoppiarla, cioè di ricostituire la seconda», perché “raddoppiarla” qui non c’entra nulla (né c’era in francese…). Purtroppo la matematica è bella, ma richiede attenzione!
_Viva il latino_ (ebook)
Nicola Gardini ha un amore totalizzante per la lingua e la letteratura latina, come si vede in questo libro (Nicola Gardini, Viva il latino : Storie e bellezza di una lingua inutile, Garzanti 2016, pag. 236, € 9,99 (cartaceo: € 14), ISBN 9788811688983). Nei vari capitoli, oltre a raccontarci del suo amore, riesce ogni volta a parlare dell’autore in essi protagonista come se fosse il più grande… indubbiamente perché scriveva in latino, o meglio in uno dei tanti diversi latini che noi che latinisti non siamo ammucchiamo in un tutt’uno. Ennio e Lucrezio, Cicerone e Seneca, Tito Livio e Catullo, Virgilio e Agostino: per ognuno di loro ci sono solo lodi, e brani – per fortuna con appresso la traduzione, perché ammetto di essere parecchio arrugginito – che mostrano le caratteristiche di quella lingua.
Ultimo aggiornamento: 2019-09-15 19:25