Un libro di istruzioni. Possiamo definire così quest’opera (Niccolò Barbiero e Giulia Orecchia, Il libro dei libri : manuale per giocare a costruire libri, Salani 2017 [2004], pag. 157, € 12,90, ISBN 9788893811309, link Amazon), recentemente ristampata da Salani, nella quale troviamo istruzioni per costruire libri di ogni tipo, anche quelli classici con copertina e pagine incollate. Niccolò Barbiero dà le istruzioni e Giulia Orecchia le illustra, tutto rigorosamente su carta quadrettata, dando ai bambini idee che potrebbero essere piuttosto pericolose, come produrre fogli di carta. Prima di decidere di regalarlo ai vostri figli, preparatevi insomma a richieste non proprio standard… Tra le notizie a contorno che formano la parte finale del libro – prima dell’elenco di fiere del libro italiane e di siti interessanti al riguardo – voglio segnalare “Come si fa un libro” a pagina 128. Da autore di libri posso garantirvi che è tutto vero dalla prima all’ultima parola!
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_Algoritmi di libertà_ (libro)
La tesi che Michele Mezza esprime in questo suo libro (Michele Mezza, Algoritmi di libertà : La potenza del calcolo tra dominio e conflitto, Donzelli 2018, pag. 277, € 18, ISBN 9788868437619, link Amazon) si può riassumere così: mentre prima c’era un controllo umano sulle notizie che ci arrivavano, ora gli Over-The-Top (OTT) hanno un potere molto maggiore, perché possono permettersi il lusso di preparare notizie personalizzate per ciascuno di noi, e quindi spingerci verso quello che loro vogliono semplicemente usando la potenza degli algoritmi. Concordo con questa tesi e trovo interessante, anche se non del tutto convincente, l’ipotesi che si può far nascere questa deriva dalle contestazioni giovanili americane negli anni ’60 che dalla politica si sono spostate alla tecnologia, con Richard Stallman in prima fila. Non credo però che la soluzione ipotizzata da Mezza, vale a dire obbligare gli OTT a rendere pubblici i loro algoritmi, possa funzionare. Tralasciamo per il momento le implicazioni pratiche per qualcosa che è l’equivalente logico di chiedere alla Coca-Cola di divulgare la sua formula. Limitandoci alla parte matematica sulla quale io sono più ferrato vedo due ordini di problemi. Il primo è che l’affermazione di Mezza secondo la quale un algoritmo è puramente deterministico e quindi arriva sempre allo stesso risultato è monca, perché non tiene conto che anche i dati di partenza devono essere identici: gli algoritmi moderni come quelli genetici, per esempio, introducono appositamente un elemento casuale per arrivare a una risposta volutamente impredicibile a priori. Il secondo è un corollario: gli algoritmi attuali sono così intricati che nemmeno gli sviluppatori sanno come funzionano, e quindi anche sapere come sono fatti non porta conoscenza. Insomma, leggere il libro è utile e i sintomi indicati sono corretti, ma la cura non funzionerebbe. Due ultime note: è carina l’idea di mettere a margine delle pagine i QRCode per gli articoli e i siti citati nel testo: un bell’esempio di multimedialità. Purtroppo però la fretta di stampare il testo (è stato completato dopo le elezioni di marzo…) è andata a scapito di un’ultima rilettura per evitare ripetizioni: per fare un esempio, le prime righe di pagina 156 e le ultime di pagina 157 sono praticamente identiche.
_Storie di parole arabe_ (libro)
Non fidatevi troppo del titolo di questo libro. (Alessandro Vanoli, Storie di parole arabe, Ponte alle Grazie 2016, pag. 147, € 13,50, ISBN 9788868335342, link Amazon) Come l’autore del resto spiega nell’introduzione, questo non è un trattato etimologico, e le parole raccontate non sono nemmeno necessariamente arabe. La parola chiave è “storie”, nel senso di racconti. Vanoli è uno storico, e si è divertito a raccontare come certi termini di uso comune hanno una storia molto lunga che viaggia su e giù per il Mediterraneo e le sue varie culture nello spazio e nel tempo. I racconti sono tutti molto belli da leggere: solo gli ultimi due, nati prima dell’idea del libro e più lunghi degli altri, avrebbero forse avuro bisogno di una piccola asciugatura per eliminare qualche ridondanza. Una lettura rilassante, soprattutto in questi tempi di odio.
_2001 – An Odyssey in Words_ (ebook)
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Nel centenario della nascita di sir Arthur Clarke, la Newcon Press ha chiesto a molti autori di fantascienza di scrivere un racconto per questa antologia (Ian Whates e Tom Hunter (eds), 2001 – An Odyssey in Words, Newcon Press 2018, pag. 273, € 4,30, ISBN 978, link Amazon) con la particolarità che il vincolo dato loro non era sul tema da trattare, ma che la lunghezza del racconto dovesse essere esattamente di 2001 parole. Diciamo, in perfetto stile oulipiano, che un vincolo così debole non costringe a scrivere testi per forza interessanti, anche se molti autori hanno comunque usato un tema in stile clarkiano. Il problema non è insomma la lunghezza di racconti quanto la troppa libertà concessa dai pochi vincoli. Ho così trovato pochi racconti memorabili: Ouroburos di Ian R. McLeod, The Escape Hatch di Matthew De Abaitua, Dancers di Allen Stroud, The Ontologist di Liz Williams, Roads of Silver, Paths of Gold di Emmi Itäranta, Last Contact di Becky Chambers, Providence di Alastair Reynolds. In definitiva, un tributo sicuramente valido, anche per i minisaggi che lo completano, ma che sarebbe potuto essere migliore.
Prisma – Matematica, giochi, idee sul mondo (rivista)
Ieri è uscito in edicola il primo numero di Prisma, una rivista che ha come sottotitolo “Matematica, giochi, idee sul mondo”. Tranquilli: io non c’entro nulla. È un progetto partito dal Centro PRISTEM della Bocconi, quello tanto per dire che gestisce i Giochi Internazionali di matematica.
Io avevo già letto il numero, perché era stato stampato come numero zero e distribuito il mese scorso alla presentazione della rivista. Rispetto alla rivista MATE dalla breve vita, mi sembra che si sia scelto di evitare il sensazionalismo e puntare più sul mostrare come la matematica sia una parte nascosta ma importante della nostra vita quotidiana. Nessuna formula, che comunque non avrebbe senso in quel contesto. Articoli di italiani e traduzioni di bei pezzi dalle riviste e siti di alta divulgazione in lingua inglese Tutto questo è molto positivo: ho più dubbi sulle 16 pagine di giochi, che mi paiono tante nel contesto della rivista, ma magari mi sbaglio io.
Insomma: compratela :-)
_A Blink of the Screen_ (libro)
Partendo dal punto fermo che Terry Pratchett è morto e quindi ci siamo fermati a 41 libri del Discworld, mi sono rivolto a questa raccolta di pezzi vari scritti negli anni (Terry Pratchett, A Blink of the Screen, Corgi 2013 [2012], pag. 363, Lst 8,99, ISBN 9780552163330, link Amazon). Devo dire che leggere il suo primo racconto “ufficiale”, composto a scuola a 13 anni e pubblicato quando ne aveva 15, mi ha fatto capire che la scrittura non è proprio il mio campo (ma continuerò lo stesso a scrivere, sono testardo). Non era ancora lo stile a cui siamo abituati, ma il senso della struttura e l’umorismo di base c’erano già tutti, forse anche più dei racconti scritti quando faceva il giornalista, professione che evidentemente prosciuga le energie. La seconda metà del libro, così come le tavole a colori che lo inframezzano, è dedicata al Discworld; qua ci si trova in un ambiente più familiare, anche se nella maggior parte dei casi si hanno solo degli schizzi di due o tre pagine. Ah, sì: ogni racconto è preceduto da una sua introduzione, dove però Pratchett gioca a fare il finto modesto affermando che rileggendolo avrebbe cambiato tutto. Non ci credo, non foss’altro che perché gli sarebbe servito troppo tempo… (Un qualunque scrittore degno di questo nome rifarebbe sempre tutto: anche questo è un punto fermo).
Ultimo aggiornamento: 2019-01-06 23:07
_Trash_ (libro)
Ultimamente Codice azzecca una serie di copertine. Questa, con quello che sembra un iceberg ma in realtà è un sacchetto di plastica, è un’introduzione perfetta a questo libro (Piero Marin e Alessandra Viola, Trash: Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti, Codice 2017, pag. 271, € 25, ISBN 9788875787219, link Amazon), che parla di rifiuti di tutti i tipi con una certa qual predilezione per la coprofilia, se devo dirla tutta. Nella cornice del testo ci sono moltissime brevi schede, un paio di pagine ciascuna, che si focalizzano su sottotemi specifici con un occhio di riguardo sia alla depauperazione del nostro pianeta che sulle possibilità di trovare un modo per evitare la proliferazione dei rifiuti. Alla fine del libro c’è anche una biblio- e sitografia per chi volesse approfondire quanto è stato scritto in modo necessariamente stringato.
Credo che un libro come questo sia davvero utile per dare al lettore non tanto un’idea sulla complessità della materia – non è certo un libro divulgativo che può farlo – quanto dell’esistenza di mille sfaccettature. La speranza è che si mugugni di meno quando ci tocca fare la raccolta differenziata, e che proviamo a essere un po’ meno prigionieri della cultura usa-e-getta (la cui nascita è ben raccontata nel libro, tra l’altro).
_Aga magéra difúra_ (libro)
È bello che Zanichelli abbia pensato a fare un reprint a basso prezzo di questo libro (Paolo Albani e Berlinghiero Buonarroti, Aga magéra difúra : Dizionario delle lingue immaginarie, Zanichelli 2011 (1994), pag. 480, € 14,80, ISBN 9788808059116, link Amazon). Non mi lamenterò quindi né del fatto che ovviamente non c’è stato aggiornamento sulle date di morte delle persone indicate, né che la colla non era poi così forte. Però posso lamentarmi di come il libro era ed è strutturato. Mettere insieme in ordine alfabetico persone, lingue e libri non serve per i pazzi come me che leggono il libro dalla A alla Z, e comunque è solo marginalmente utile per chi cerca un’informazione che troverebbe anche se il libro fosse diviso in varie sezioni. Avevo grandi aspettative, vista la presenza di Paolo Albani tra gli autori, me sono rimaste deluse. Ho solo scoperto che nel ‘900 sono state create più varianti di linguaggi universali che partiti italiani di sinistra.
Ultimo aggiornamento: 2018-11-07 21:31