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Vincere al lotto con l’intelligenza artificiale?

Stefano Scardovi mi ha segnalato qquesto articolo (ma ne parla per esempio anche La Stampa e una ricerca con “Monteroni lotto fisica” porta tanti altri risultati, anche se stranamente non ho visto agenzie). Tre studenti di “Matematica e Fisica” avrebbero vinto quasi 50000 euro al lotto applicando l’intelligenza artificiale allo storico dei numeri usciti, e cercando quelli che si presentavano di più (cosa che di per sé avrebbe più senso rispetto a puntare sui ritardatari: se in teoria ci fosse un bias di estrazione è più facile che escano gli stessi numeri).

Se io dovessi fare una scommessa :-), voterei per il survivor bias: noi vediamo qualcuno che ha vinto, e non sappiamo né quanti soldi abbiano giocato, né quanti altri abbiano provato perso e taciuto, né cosa succederà in futuro. Quello che mi preoccupa è il mumbo jumbo degli articoli (sulla Stampa tanto per dire scrivono «Il processo, chiamato in termini tecnici machine learning, ha esaminato i risultati degli ultimi 24 mesi»…) e il tentativo di dare uno status quasi magico all’intelligenza artificiale. Se avessero detto di avere addestrato un sistema di AI a predire quale mossa farò giocando a carta forbice sasso non avrei battuto ciglio (tanto lo fanno già, e del resto lo facevano prima che si parlasse di AI): però qua il tutto puzza di bufala lontano un miglio, anche se non mi stupisco che i giornalisti ci siano cascati come dei polli.

Fiscal drag per il Corriere

Leggo sul Corriere questa definizione:

Ma se c’è inflazione il valore del reddito scende, non è possibile comprare le stesse cose di prima perché queste costano di più, però le imposte non ne tengono conto, e quindi in termini reali è come se aumentassero (tecnicamente si chiama «fiscal drag»)

Che con l’inflazione a parità di stipendio il valore del reddito scenda è lapalissiano. Quella che è una grande cantonata è che questa cosa si chiami fiscal drag.

A parte le drag queen, in inglese drag significa trascinare, strascicare: quello che fa una draga. In pratica quello che succede con il fiscal drag è che se c’è un’inflazione diciamo del 5% e il nostro stipendio è cresciuto del 5%, il valore del reddito sarebbe lo stesso: però questo 5% in più è tassato con un’aliquota marginale più alta (della media del reddito precedente), e quindi la percentuale di soldi che paghiamo in tasse cresce più del 5%. Lo stato ha appunto dragato un po’ di soldini dal nostro reddito. In caso di stipendio costante (e aliquote fiscali pure costanti) noi perdiamo valore per il nostro reddito, ma lo stato non ci guadagna nulla, perché i soldi che ottiene sono sempre gli stessi.

Non so, a me pareva un concetto ovvio, ma evidentemente non è così.

Ultimo aggiornamento: 2024-12-13 09:16

Problemi a contare?

loghi DSP e Rizzo Conferenza stampa di Marco Rizzo e Francesco Toscano dopo i risultati umbri: “In Umbria siamo determinanti. I nostri voti possono far perdere o vincere le due coalizioni principali. Il Sovranismo popolare, col suo candidato, è la terza forza su nove e compie il primo passo di una lunga marcia”.

La realtà: Stefania Proietti ha preso la maggioranza assoluta dei voti, e quindi di determinante non ci può essere nessun’altra lista. Il candidato del Sovranismo popolare è sì il terzo, ma con l’1,1% dei voti. Ci sono tredici liste che hanno preso più voti della somma di quelli per Rizzo e Toscano.

Spero per loro che non credano davvero a quello che dicono, altrimenti hanno una grossa crisi matematica.

Ultimo aggiornamento: 2024-11-19 12:41

Ognuno ha i suoi modelli

logo dell'Istituto LiberaleL’Istituto Liberale si autodefinisce così: “Siamo il più grande think tank liberale in Italia, in termini di follower sui social network e di partecipazione agli eventi dal vivo.” Può darsi. A me il loro presidente Alessio Cotroneo pare tanto un Rienzi, ma magari sono io che sono prevenuto. Direi che invece è palese che la concezione di “liberalismo” dell’Istituto Liberale sia fondamentalmente “a morte la sinistra”. Questo lo dicono loro sin dall’inizio, spiegando con tante iconcine che “il contrario del comunismo” non e “fascismo / nazismo” ma tutte le belle cose che loro fanno.
Ad ogni modo, se andate a vedere la loro pagina Twitter troverete parecchie immagini motivazionali, ultimamente contro Maduro. Ma il loro account Instagram ne ha parecchie di più, tra cui questa con il testo «Chi è di sinistra è contrario alla competizione perché, nel profondo, sa di essere un perdente», di un matematico americano, tal Theodore Kaczynski. (Non è facile archiviare una pagina Instagram, il massimo che io sia riuscito a fare è qui).

Kaczynski è in effetti stato (è morto l’anno scorso) un matematico e la citazione è corretta: come potete leggere da Wikiquote essa arriva dal suo libro La società industriale ed il suo futuro, più noto con il nome “Manifesto di Unabomber”… Ma come dicevo nel titolo, ognuno ha i suoi modelli, e in fin dei conti Cotroneo è laureato in fisica.

Ultimo aggiornamento: 2024-08-06 14:43

Perché i maschi non allattano

Sul giocattolo di Elonio c’è tutto un fiorire di commenti sul lancio ANSA intitolato “La matematica spiega perché i maschi non possono allattare”. Più che le risposte tipo “perché i maschi non hanno ghiandole mammarie” (falso) e le battute, ho preferito leggere l’articolo originale (pubblicato su Nature) e mi sono cascate una seconda volta le braccia, dopo il pensiero che all’ANSA hanno pensato di dover scrivere una roba del genere.
Gli autori hanno detto “Ma perché l’evoluzione non ha fatto sì che entrambi i genitori allattassero, almeno nel caso di coppie monogame dove il padre si prende cura dei figli?” (domanda sensata). Hanno detto “beh, magari perché aumenta la probabilità che la prole si becchi malattie attraverso il latte, se i genitori sono due” (risposta più o meno sensata) e continuato con “se facciamo un modello, in effetti è così” (e il modello è così stilizzato che non serviva nemmeno fare i conti). Del resto, tutto l’articolo spiega semplicemente che è meglio avere un solo genitore che allatta, ma non dice nulla sul fatto che questo genitore debba essere la donna, quindi in realtà non spiega nulla.
Il peggio però è che gli autori afferiscono al dipartimento di matematica dell’università di York. Fare un po’ di matematica seria no?

bottiglie molto leggere

Una bilancia a bracci disuguali, uno di 38 cm e l’altro di 23 cm, è in equilibrio. Sul piatto appeso al braccio più lungo è appoggiata una bottiglia d’acqua da 1,0 L. Sull’altro piatto c’è un libro.
▶ Quanto pesa il libro?
Io capisco che inventarsi tanti esercizi diversi è una palla assurda. Capisco anche che se uno non è un puntacazzista può immaginare che una bottiglia sia piena d’acqua, anche se non lo è stato detto. Ma non capisco perché abituare i poveri studenti a pensare che le bottiglie non abbiano peso.
(Il libro è Fisica verde vol. 1, per i curiosi)

Ultimo aggiornamento: 2024-04-04 18:59

«54 milioni di italiani, sostanzialmente quasi tutti»

Nel 2023 a 54 milioni di italiani, sostanzialmente quasi a tutti, è capitato di essere fermati per strada, ad una manifestazione, ad un evento sportivo, (e persino all’inaugurazione della Scala) dalle forze dell’ordine e di essere identificati. Capisco che a Repubblica vogliono far vedere che sanno che in Italia siamo quasi 60 milioni. Ma non capisco come sia possibile partire da 53.833.736 identificazioni fatte nel 2023 e stabilire che “quasi tutti gli italiani” sono stati fermati per strada e identificati: basterebbe per esempio notare che è improbabile che un minorenne (che non è neppur detto abbia una carta d’identità…) sia stato identificato, e otterremmo che tutti gli italiani, e anche qualcuno che italiano non è, sono stati identificati.

Naturalmente la differenza è che una persona può essere identificata più volte: anche senza considerare chi va alle manifestazioni ed è subito attenzionato dalla Digos, immagino che la polstrada fermi più volte un autista che percorre più di 100000 km l’anno per strada. Peccato che questa differenza non venga colta…

Titoli parecchio fuorvianti


L’altro giorno mi è capitato di vedere questo articolo (vecchiotto, è del 2017, ma ciò non è importante). Titolo: In Germania sono più spettatori ai concerti di musica classica che alle partite di calcio. Occhiello: Una statistica pubblicata dall’Associazione orchestrale tedesca mostra come l’anno scorso il pubblico dei concerti è stato il 40% superiore a quello delle partite di calcio. Prima di continuare a leggere, riuscite a scoprire la fallacia?

Il problema non è (solo) che ci sono molti più concerti che partite: l’effetto potrebbe essere corretto dal fatto che uno stadio ha molti più posti di una sala da concerto. Non è nemmeno che molta più gente le partite le guarda alla televisione: lo studio parla esplicitamente di pubblico fisicamente presente. No, c’è un altro punto esplicitato nel corpo dell’articolo. I conti sono stati fatti considerando da un lato tutti i concerti di musica classica e dall’altro solo le partite della massima divisione tedesca. In tal modo si confrontano platee davvero diverse: chi viene ad assistere ai concerti della corale dove canto possono essere assimilati a chi va a vedere una partita di serie C, tanto per dire.

È vero che la situazione tedesca per quanto riguarda la musica è paradisiaca rispetto all’Italia – ho controllato: da gennaio a settembre 2022 i biglietti di concerti di musica classica sono stati 1.265.000, insomma meno di due milioni nell’anno, mentre il campionato di serie A 2022-23 ha visto 11 milioni di spettatori. Ma è anche vero che l’Associazione orchestrale tedesca ha scientemente barato. Ricordatevi sempre di leggere i dati prima di dire “uau”!