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“vocazione perdente”?

Se uno vuole affermare che il PD ha una vocazione perdente, in genere faccio fatica a dargli torto. Se però adduce come motivo il fatto che non abbia voluto accodarsi all’autocandidatura di Letizia Moratti al governo della Regione Lombardia, come scrive Mario Lavia, allora le cose cambiano.

Indipendentemente dal giudizio di ciascuno su Moratti, è praticamente impossibile definirla una portatrice di idee di sinistra, o anche solo di un centrosinistra dove la parte “sinistra” è così annacquata che non la si riconosce quasi. Per dire, non mi sognerei mai di definire il sindaco di Milano Beppe Sala “di sinistra”, ma sicuramente rispetto alla sua ex capa lo è eccome. Bene: che ci guadagnerebbe il PD ad appoggiarer la sua candidatura? Non vale nemmeno dire “diamo una spallata finale alla Lega”, visto che tanto ormai Fratelli d’Italia l’ha già più che doppiata anche in Lombardia.

A questo punto, tanto vale perdere con un progetto serio. (Anche se avendo presente la dirigenza PD, non mi stupirei per nulla se questo progetto serio non ci sarà, né mi stupirei se alla fine Letta desse l’ok ad appoggiare Moratti…)

il decreto rave

Da quello che ho capito, è stato scritto da cani, tanto che la maggioranza stessa prevede di modificarlo in Parlamento. D’altra parte, l’altro giorno il rave è stato fatto terminare con le leggi attualmente in vigore, quindi di per sé il decreto non serviva nemmeno (sì, mi è chiaro che non è quella la ragione per cui è stato scritto, non rompete su questo).

Ma è possibile che nel governo Meloni non ci sia stato nessuno che abbia pensato di chiedere un consiglio agli esperti in Parlamento, che sono pagati proprio per questo, prima di pubblicarlo? Pensavano di non riuscire a cogliere il momento giusto per la pubblicazione?

Ultimo aggiornamento: 2022-11-03 12:35

Meloni è brava


O più probabilmente ha un bravissimo gestore della sua immagine, che è riuscito a far diventare virale – almeno nella mia bolla Twitter – una non-notizia come il genere grammaticale da usare per riferirsi a lei nella posizione attuale di PresConsMin.
È chiaro che se si resta a discutere di queste cose tutto il resto passa in secondo piano, ammesso che se ne parli.

Ultimo aggiornamento: 2022-10-28 17:51

elezioni: le mie pagelle

Ora che le acque si sono un po’ calmate provo a dare i miei giudizi personali su come partiti e leader si sono giocati le proprie carte. Se ne salterò qualcuno è perché non mi veniva proprio in mente, quindi con ogni probabilità è irrilevante :)

Meloni: quando sei in vantaggio, l’importante è non scomporti in vista del traguardo: Meloni in questo è stata brava. L’Italia è sempre stata un paese di destra, anche se non questa destra: alla fine la capa è riuscita a nascondere abbastanza le proprie idee e darsi una patina di rispettabilità, anche se non di competenza, aiutata in questo dai media. Vedremo cosa riuscirà a fare ora: la maggioranza è relativamente ampia, gli alleati sono stati prosciugati da FdI e quindi sono deboli, con l’Europa una quadra la si può sempre trovare lontano dalle telecamere. Voto: 9

Salvini: crollo verticale. Mi sarei aspettato il 12%, non il 9%. La sua hybris dimostra che in politica vale ben poco: ricordate il Papeete, quando ha fatto cadere il governo convintissimo di andare al voto e senza capire che i pentastellati pur di non tornare a casa si sarebbero alleati anche col diavolo? Ecco, da lì la china discendente è continuata. Non so se l’idea di far parte del governo Draghi sia stata sua o dell’area governativa della Lega: in ogni caso non puoi sperare di fare un partito di lotta e di governo, e persino al nord a questo punto hanno preferito FdI che almeno era più coerente. Voto: 2

Berlusconi: accanimento terapeutico. Forza Italia era completamente allo sbando, lui biascica ormai in modo quasi incomprensibile, eppure nell’ultimo mese è riuscito a fermare l’emorragia di consensi. Certo, il partito è ormai alla frutta. Però resta lì. Voto: 6–

Noi Moderati: irrilevanti. Può darsi che in alcune realtà locali abbia un certo seguito, ma a livello nazionale semplicemente non esistono. Senza voto.

Letta: carisma negativo. Viene quasi da rimpiangere Bersani (no, Veltroni no). Brave persone, ma tendenzialmente dei mediani, non certo delle punte. La campagna era anche partita bene, con quello SCEGLI che aveva fatto puntare i riflettori sul PD. Poi però c’è stato l’inesorabile declino. Se il tuo punto di forza dopo più di vent’anni è ancora “votate noi perché è l’unico voto utile”, non puoi stupirti che gli elettori sceglgano un voto inutile. I tre punti percentuali persi in nemmeno un mese lo dimostrano. Voto: 4

Sinistra italiana + Verdi: hanno raggiunto il quorum, l’obiettivo minimo. Non hanno fatto prativamente nulla di più: non che ce lo aspettassimo. Bonelli, questo sconosciuto. Voto: 6

+Europa: non raggiunge il quorum, Bonino è fuori, sopravvivono solo perché i cari vecchi radicali sono dei furbi di tre cotte e si sono fatti dare due dei pochi collegi sicuri (Milano centro e Torino centro). Voto: 5

Impegno civico: non è stato raggiunto nemmeno l’obiettivo minimo dell’1% per portare acqua alla coalizione (non che c’entrassero qualcosa con gli altri). Di Maio non è riuscito a farsi eleggere a casa sua, e non dico altro. Voto: 1 (tranne che per l’inossidabile compagno BR1, che ancora una volta si è infriccato nel posto giusto. A lui un bel 10)

Conte: mi scoccia dirlo, ma ha azzeccato la campagna elettorale. Avevo dato M5S come residuale: invece si è infilato nella ridotta del sud, ha tirato fuori le sllite sirene dell’assistenzialismo, e con un colpo di coda ha recuperato – immagino al PD – tre punti percentuali. La fine è rimandata, ma con un camaleonte così tutto può succedere. Voto: 7

Calenda: bagno di realtà. A differenza di Renzi (voto: 8), che è stato abbastanza sveglio da mantenere un profilo basso – chissà che fatica che ha fatto! – e si è portato a casa il suo risultato, Calenda ha continuato a fare il Calenda per tutta la campagna elettorale, sperando di fagocitare Forza Italia assieme a metà della sua classe dirigente, fregare anche qualche voto al PD, e superare di botto il 10%. C’è andato ben lontano, e valgono le stesse considerazioni su Salvini. Voto: 3

Paragone: il quorum non lo vede neppure col binocolo. Siamo un paese di destra, ma non ancora del tutto rincoglionito. Italexit esiste solo perché fa comodo ai media. Senza voto.

De Magistris: esattamente come sopra, con la differenza che Unione Popolare fa comodo ai battutisti. Senza voto.

Umberto Bossi fuori dal parlamento

È ufficiale: Umberto Bossi non è stato rieletto. Potremmo dire che finisce la seconda repubblica. Ma io mi chiedo come al mio solito qualcosa di diverso. Sono andato a vedere i dati di presenze nella scorsa legislatura. Bossi ha presenziato al 21,2% delle votazioni. Certo, mi direte voi, è più di là che di qua. Vero, ma allora ci si dovrebbe chiedere perché non si sia dimesso. Ma soprattutto, scopriamo che il Senatur era “in missione” (termine tecnico per non considerare l’assenza in quanto il parlamentare è impegnato in altri compiti istituzionali, come per esempio quelli di governo) nel 68,8% delle votazioni. Qualcuno mi spiega quali possano essere state queste missioni? A me paiono tanti l’equivalente di una pensione di invalidità: il problema non è tanto che sia stata pagata con i nostri soldi, quanto che abbiamo avuto un parlamentare che non ha fatto il suo lavoro, e questo sì che mi scoccia.

Ultimo aggiornamento: 2022-10-03 22:28

Cassa del Mezzogiorno

M5S vs  PD
Lega vs FI
I dati definitivi magari varieranno. Ma a vedere queste mappe di YouTrend direi che 70 anni sono passati invano. (Occhei, che la Lega superi Forza Italia anche in tutto il centro, ancorché al ribasso, magari uno non se lo aspettava…)

Ah, se la cartina con i collegi vi suona strana, vi ricordo che il territorio della Cassa per il Mezzogiorno non partiva dalla Campania, ma da Pomezia.

Ultimo aggiornamento: 2022-09-26 08:24

Gli “strumenti” di Von der Leyen

Mi sa che ci sia un problema di base con certi politici. Ma non è possibile che Ursula von der Leyen affermi che l’Europa abbia gli strumenti necessari per gestire l’Italia se le cose andassero in una direzione difficile.

Ovvio che gli strumenti – leggi i fondi del PNRR – ce li abbia. Ma non è che serva un avvertimento in stile mafioso. Bastava dire qualcosa tipo “Siamo certi che qualunque governo uscirà dalle elezioni italiane continuerà ad appoggiare convintamente la posizione europea nella situazione russo-ucraina, e che nessun leader ritorni su atteggiamenti filoputiniani”. Il concetto è lo stesso, chi ha orecchie per intendere intende (e non può berciare così facilmente presso l’Italia stampa) ma è bene infiocchettato.

D’altronde von der Leyen ha fatto una figura simile il mese scorso, annunciando la fine della “sorveglianza speciale” per la Grecia. Io mi domando e dico: ma a questi livelli non ti fanno dei corsi personalizzati di esposizione degli argomenti (cosa diversa dal public speaking)?

Ultimo aggiornamento: 2022-09-24 11:50