Quando la banda passò

Se Ignazio la Russa afferma che “L’attentato di via Rasella non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana: hanno ammazzato una banda musicale di altoatesini”, non è che ci siano molte possibilità. Stiamo parlando di ignoranza totale – come vedete, l’articolo della Stampa repubblichina qui riportato parla di “soldati”: avrebbe tranquillamente potuto dire “soldati che stavano gestendo l’ordine pubblico” se proprio voleva rimarcare che per lui quei partigiani erano stati dei vigliacchi. Oppure stiamo parlando di una scelta voluta, non so se semplicemente per fare caciara oppure per distogliere l’attenzione da altro.

(no, non contemplo l’ipotesi “è un imbecille”. Inventarsi la storia di una banda non è una cosa che fa un imbecille.)

PS: occhei, c’è sempre la terza possibilità “il virgolettato di Repubblica non ha alcuna relazione con la realtà”. Però anche l’Ansa riporta “quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS”.

Ultimo aggiornamento: 2023-03-31 12:43

Un pensiero su “Quando la banda passò

  1. mestessoit

    Naturalmente è voluta.

    I nostalgici come La Russa sono sempre stati negazionisti, sin dall’immediato dopoguerra: l’immersione è una strategia di vita da sempre dei fascisti “puri”. Quando si sentono forti fanno così: serve (al pari dei mafiosi che si vantano di percepire il reddito di cittadinanza) a rendere “ufficiale” la loro situazione ed appartenenza/antagonismo al Sistema.

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