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referendum e rinvii

Naturalmente non ci sono impedimenti costituzionali a fare una leggina che rinvii di un anno i referendum elettorali. L’articolo 75 della Costituzione dice semplicemente “La legge determina le modalità di attuazione del referendum”; quello che viene fatto per legge ordinaria può venire modificato per legge ordinaria.
Ma ammesso che una simile legge si faccia, sarebbe un’ulteriore pietra contro i referendum: pensati per un mondo completamente diverso da quello attuale, tirati per la giacchetta in tutti i modi con i tagliuzzamenti creativi delle leggi esistenti, infilati nelle date più sfigate pur di garantire che la gente non vada a votare in modo da non raggiungere il quorum, e ora messi sotto il cassetto “per il bene dei cittadini”.
(Che poi io voterò no ai primi due quesiti, ammesso e non concesso che mi facciano votare, è ininfluente: qui si parla di princìpi, come spesso mi accade)

Ultimo aggiornamento: 2009-04-18 13:11

coda di paglia cementata

La Stampa dice che Vauro è stato licenziato – occhei, la Rai non si avvarrà più della sua collaborazione per Annozero, a causa di questa vignetta. Copincollo il comunicato:
«È stata valutata gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico la vignetta di Vauro Senesi “Aumento delle cubature. Dei cimiteri”. Il direttore generale ha quindi comunicato ai direttori Antonio Di Bella e Antonio Marano e allo stesso Senesi che la Rai in via cautelativa e da subito non intende avvalersi delle prestazioni dello stesso Vauro Senesi».
Mah, a me non sembrava una vignetta così lesiva, evidentemente sono un uomo senza pietà. Però mi chiedo se magari la vera ragione per la defenestrazione di Vauro non sia un’altra vignetta: questa, questa, ma soprattutto questa e questa. Vignette insomma lesive di ben altri interessi, e soprattutto di interessi di persone vive e vegete.

Ultimo aggiornamento: 2009-04-15 14:23

L’immagine dell’Italia

Sul sito della BBC (e sul feed RSS, quindi non esattamente nascosto) c’è questo articolo. Il riassunto: “Gaffe-prone Italian Prime Minister Silvio Berlusconi holds up the start of a key Nato summit – by talking for too long on his mobile phone.”
L’articolo è compreso di video. Non so se le risate siano state aggiunte ex post, né chi è stato a fare il montaggio: però è indubbio che il nostro PresConsMin deve avere studiato attentamente i sondaggi sull’immagine degli italiani all’estero, e ha pensato di farsi accreditare come uno di noi.

Ultimo aggiornamento: 2009-04-04 16:18

I DC sì, che sono intelligenti

Magari sarò smentito di grosso tra neanche un giorno, ma devo dire che mi ha stupito leggere che il segretario autoreggente «non intende raccogliere il guanto di sfida di Silvio Berlusconi che lo aveva invitato a candidarsi alle elezioni europee.» Intendiamoci: solo un imbecille avrebbe accolto la sfida, sapendo che sarebbe stata persa in partenza e soprattutto avrebbe legittimato la scelta di Fidel Silvio di fare la bandiera. Ma il piddì ci aveva abituati a questo e ad altro, ed è toccato avere un segretario diccì per vedere qualcosa di diverso. Peccato che abbia rovinato tutto, dicendo che la legge sul conflitto di interessi «Sarebbe dovuta arrivare in Aula nel gennaio del 2008, ed è una delle ragioni per cui Berlusconi si è impegnato ad acquisire senatori che poi ha candidato con il Pdl». Fare il piagnina non è mai bello, e quella legge sarebbe dovuta arrivare un anno prima, se non qualche legislatura fa.
A questo punto, però, voglio vedere come gli yesmen del PresConsMin risponderanno a Franceschini, che ha detto «Lancio una sfida a Berlusconi a fare con me tre dibattiti: uno davanti a mille disoccupati, un altro davanti ad insegnanti e studenti e un altro davanti agli imprenditori» Se devo fare delle previsioni, o faranno finta di nulla, oppure Bonaiuti o chi per lui dirà che fino a che il PD non avrà un segretario regolarmente acclamato, o al limite eletto, chi è alla guida è solo un facente funzione. Vediamo…

Ultimo aggiornamento: 2009-03-30 17:23

Quando il popolo non segue Berlusconi

C’è un punto nel discorso di autoinvestitura di Fidel Sílvio che credo sia sfuggito alla maggior parte dei commentatori. Riporto il testo verbatim dal Giornale di famiglia:
«Ci troviamo però in una curiosa situazione, e a questo mi riferivo quando parlavo delle contraddizioni della sinistra. Noi la riforma istituzionale l’avevamo fatta e completata nel 2005. […] Ma come si comportò allora la sinistra, quella sinistra che proprio oggi, attraverso alcuni suoi esponenti di primo piano, plaude alla richiesta di riforme? Rifiutò di contribuire a quella importante riforma, impedendo così di raggiungere il consenso dei due terzi del Parlamento. E da lì a meno di un anno indisse addirittura un referendum, che cancellò quelle fondamentali innovazioni, dopo una campagna strumentale e manipolatoria con la quale ci si accusò addirittura di attentato alla democrazia.»
A prima vista sembra il solito discorso del PresConsMin, che attacca frontalmente “i signori della sinistra”; ma non è esattamente così. C’è innanzitutto la frasetta dove spiega che la sinistra “rifiutò di contribuire”, mostrando così che la Sua ideologia politica non è quella del partito unico ma del pensiero unico (il Suo); ma soprattutto c’è la chiara ed esplicita affermazione che quello che dice “il popolo”, che fino a prova contraria è andato a votare per il referendum costituzionale, non conta un tubo. Nulla di così incredibile, intendiamoci; credo che la stragrande maggioranza dei miei ventun lettori, anche quelli che votano a destra, non avessero dubbi al riguardo. Ma forse qualcuno lo credeva ancora… e si è dimenticato che le “vittorie popolari” ai referendum ultimamente sono state ottenute sfruttando il menefreghismo di chi non aveva comunque interesse a votare. Il signore della destra queste cose le sa; ricordatevele anche voi.
p.s.: tutto ciò è indipendente dai meriti o demeriti della riforma bocciata nel 2006. A dirla tutta, mi pento di avere votato a favore delle modifiche approvate dal centrosinistra nel 2001; il guaio non era il maggiore o minore federalismo, ma l’ipertrofia delle modifiche alla Costituzione, che dovrebbe semplicemente contenere le linee guida del nostro ordinamento.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-30 09:33

Lui è uno di noi

Leggevo questo articolo di Repubblica, e a un tratto sono stato illuminato.
Quando Silvio Berlusconi dice, rispondendo a Franceschini che gli aveva detto “annunci che non si candiderà perché la legge lo costringerebbe a dimettersi appena eletto”, declama “Pensiamo di diventare il primo gruppo all’interno del Ppe. Per questo mi candido come fa un vero leader. Un vero leader che chiama a raccolta il suo popolo, sarebbe bello che anche il leader dell’opposizone (se ne ha uno) facesse altrettanto”, esprime il Sìlviopensiero in maniera perfetta. Non è affatto vero che si candidi ovunque ci sia un posto perché pensa di guadagnare così qualche voto in più: lo fa unicamente perché è convinto che sia suo dovere farlo, perché il Principe deve metterci la faccia.
Del resto ha ragione: non credo che ci sia alcun italiano che a giugno penserà di mettere una crocetta sul nome di Berlusconi perché così lui andrà a Bruxelles, dovunque sia quel posto, a portare il Suo credo in mezzo a quegl’ignorantoni di europarlamentari. D’accordo, tutta questa gente magari crederà anche alle parole di Ignazietto La Russa che spiega che Berlusconi dovrà trattare a livello europeo e, quindi, è giusto che si candidi alla Ue, e non verrà loro in mente che in nessun’altra nazione europea pensano che per trattare a livello europeo il loro capo dello Stato si debba candidare; ma anche quelli che hanno il loro neurone ancora funzionante non trovano nulla di male a vedere Berlusconi in lista come simbolo. In fin dei conti l’hanno sempre fatto tutti, diciamo anche questo.
Forse poi è anche inutile dipingere il nostro PresConsMin come il dittatore nordcoreano, come oggi hanno fatto Robecchi (Silv-Il-Sung) e Gilioli (Kim-il-Silv); a parte che sarebbe più corretto chiamarlo Fidél Sìlvio, se non si prende atto che la maggioranza relativa se non assoluta degli italiani ammira e vuole l’Uomo Forte non si potrà mai fare altro che assistere alle sue millemila vittorie sull’italico suolo.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-29 18:01

Lavorare in meno, lavorare pochi

A parte la battutaccia che mi è venuta in mente a leggere le affermazioni di Sìlvio, c’è un punto che non riesco proprio a capire.
Passi l’affermazione “io non me ne starei con le mani in mano”, con il chiaro sottinteso “ci sono tante cose che si possono fare in nero per racimolare un po’ di soldini”: questo è il classico Berlusconipensiero, e mettersi a discettarne ora è un po’ tardi. Ma affermare che «Deve lavorare di più chi ha la possibilità di farlo» in un momento in cui l’occupazione sta iniziando a precipitare non mi sembra una grande idea nemmeno per lui… a meno che non sia il prodromo a «Così le mogli potranno restare a casa perché saranno i mariti a guadagnare per entrambi». Come direbbe Paolo Rossi: “Non l’ha detta? Davvero? Ma la dirà …”

Ultimo aggiornamento: 2009-03-26 14:54

dita rubate all’agricoltura

Leggo e rileggo che il nostro PresConsMin, mentre inaugurava un inceneritore pensando magari ai mille suoi usi possibili, ha spiegato perché nella Sua infinita saggezza aveva proposto che in Parlamento fossero i capogruppi a votare per tutti. Copincollo: «Adesso sei lì con due dita (il premier mima il gesto della votazione, ndr) ad approvare tutto il giorno emendamenti di cui non si conosce nulla.»
Ora, un parlamentare viene pagato per fare il parlamentare. Direi che viene pagato sufficientemente bene per non dover cercare un secondo lavoro per sbarcare il lunario. Il suo lavoro consiste nello schiacciare i bottoni, possibilmente solo della propria postazione, ma anche nel sapere almeno a grandi linee quello riguardo a cui schiaccia i bottoni. Nel mio piccolo io almeno ho sempre fatto così, e l’ho sempre trovato il minimo sindacale.
Poi ho pensato ai nostri parlamentari; e ho capito che Berlusconi non ha tutti i torti.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-26 14:36