Archivi categoria: politica

La fiducia per la Cirinnà

Dopo averci pensato un po’ su, ho forse capito perché Renzi abbia chiesto la fiducia anche alla Camera – dove in teoria i numeri li avrebbe tutti – per la Cirinnà.
Per quanto molto annacquata, la legge sulle unioni civili è l’unico provvedimento non legato all’economia che Renzi può riuscire a portare a casa, e se passasse anche solo un microemendamento e la legge dovesse tornare al Senato probabilmente non se ne farebbe nulla. Il PresConsMin è uno che la faccia ce la mette sempre, e ha un enorme bisogno di far vedere che ha fatto davvero qualcosa: da questo punto di vista le critiche di Gandolfini e il solito show pentastellato gli fanno solo comodo per ricompattare non tanto il partito quanto gli elettori PD in vista delle prossime amministrative.
Detto in altro modo: a me Renzi non piace, ma è l’unico vero politico (inteso come uno con una visione politica) che abbiamo avuto negli ultimi vent’anni.

Ultimo aggiornamento: 2016-05-12 12:14

Il M5S che non ci sarebbe

Oggi sta girando in rete questo articolo che afferma che il MoVimento 5 Stelle non parteciperà alle elezioni comunali del mese prossimo a San Benedetto del Tronto, così come in altri 1116 comuni sui 1368 che andranno al voto.
Dando per buoni questi dati, e pur riconoscendo che San Benedetto non è l’ultimo paesino, c’è qualcosa che non mi torna. Credo che se facessimo i conti col PD o con Forza Italia o con la Lega (ora che si presenta in tutta Italia) non otterremmo risultati così diversi: nei comuni piccoli – e in Italia ce ne sono davvero tanti – i candidati tendono a presentarsi nelle liste civiche, e non come emanazioni di partiti nazionali anche se diffusi come nel caso di M5S. E allora perché tutto questo cancan?

Ultimo aggiornamento: 2016-05-08 21:09

#renzistaisereno

Abbiamo archiviato il referendum (avete notato tra l’altro come la percentuale dei no tra i pochi votanti all’estero sia stata maggiore di quella dei no tra i votanti in Italia? Secondo voi è l’effetto NIMBY o banalmente il minor chiasso mediatico?). Stamattina a Radio Popolare il presidente di Legambiente si beava perché tanto cinque dei quesiti referendari iniziali erano già stati accolti dalla legge; e poi era pronto a fare aprire una procedura di infrazione europea per le concessioni a durata indefinita. Io ho sentito l’intervista e mi sono semplicemente chiesto: perché diavolo si è messo anche quel quesito referendario e non si è aperta subito la richiesta di procedura? Sarebbe stato tutto molto più semplice, no? Mi stupisco solo di non aver letto nessuno gioire perché il numero di sì è stato superiore al 25% dell’elettorato e pertanto se fossero andati a votare abbastanza – ma non troppe, mi raccomando – persone contrarie allora il referendum sarebbe passato. Ma forse è perché cerco di evitare i commenti al riguardo.

Ma non è di questo che voglio parlare. Come penso vi siate accorti, il referendum era nato per uno scopo molto tecnico: poi il fronte del sì ha recuperato quelli che non vogliono le trivelle in genere (vedi Basilicata), quelli che memori del risultato sul nucleare volevano un cambio di politica energetica, e soprattutto quelli che volevano dare una spallata al governo Renzi: da Casapound alla sinistra-sinistra, passando per quel noto ecologista di Salvini che vuole sì le ruspe ma fotovoltaiche. Renzi il quale, fiutata l’aria, ha giocato d’anticipo, ha bluffato chiedendo di stare a casa, pur sapendo che questo avrebbe compattato il fronte dei sì: e direi che nell’immediato ha vinto. Adesso resterà solo il piccolo particolare di convincere undici milioni dei suoi possibili elettori a presentarsi per il referendum costituzionale, dove come è noto il quorum non c’è…

Oppure il PresConsMin farà finta di niente e confiderà nel fatto che l’opposizione si dimentichi di chiedere il referendum confermativo. Non sarebbe difficile farlo, considerando che basta un quinto dei membri di una delle Camere, ma occorre che qualcuno si svegli :-)

Ultimo aggiornamento: 2016-04-18 10:34

Un referendum politico

Stavo guardando i dati dell’affluenza alle urne a mezzogiorno, confrontandoli con quelli del 2011 (dove tra l’altro si votava in due giornate).

È interessante notare che l’affluenza è in calo quasi ovunque, in Toscana è quasi dimezzata :-), con l’unica eccezione di due regioni: Puglia (dall’8,8% al 10,9%) e Basilicata (dal 7,7% all’11,4%). In pratica queste due regioni, dove la partecipazione al voto è tipicamente più bassa che al nord, c’è stato insomma un boom: particolarmente interessante il dato lucano, quello cioè di una regione sulle cui coste non ci sono piattaforme di estrazione mentre ce ne sono tante nell’interno.

Direi che è indubbio che quel voto non è per il quesito referendario, ma è un voto politico a tutti gli effetti.

Ultimo aggiornamento: 2016-04-17 13:24

Astensioni referendarie

Premetto: non votare è pienamente lecito, persino alle elezioni politiche, figuriamoci ai referendum. Se uno non vuole votare, è una sua scelta legittima. Quello che però penso io è che l’unico motivo serio per cui non voterei a un referendum è perché ritengo il quesito così irrilevante che non vale la pena di rispondere. (Poi probabilmente andrei e annullerei la scheda perché ritengo un mio dovere votare, ma quella è una mania mia). Il quorum indica insomma l’indifferenza, non un no surrettizio… anche perché sennò si potrebbero schedare i votanti, e non sarebbe una bella cosa.
Quindi, in questo come negli altri referendum, chi chiede di non votare non per l’inutilità del quesito ma perché non gli piace può farlo ma è disonesto.

Ultimo aggiornamento: 2016-04-14 19:47

E dopo Casaleggio?

(no, questo non è un obituary. Di Gianroberto Casaleggio, quando si dice ch’è morto, è detto tutto.)

Io non credo alla possibilità che M5S faccia un botto alle prossime elezioni locali sfruttando l’equivalente dell’effetto Berlinguer. Non tanto perché mancano quasi due mesi al voto, quanto perché Casaleggio non è mai stato un leader carismatico verso l’esterno. Con Grillo e Berlusconi forse potrebbe capitare, già con Renzi avrei forti dubbi, con lui proprio no. (Ah, giusto per completezza: già prima della morte di Casaleggio pensavo che Roma quasi sicuramente e Torino con buona probabilità sarebbero finite a M5S. Il botto sarebbe per me vedere il loro candidato arrivare al ballottaggio a Milano o essere il più votato al primo turno a Roma e Torino)
Quello che secondo me è invece possibile è che il MoVimento 5 Stelle imploda in tempi molto brevi (un anno al massimo). Beppe Grillo è un trascinatore, è uno che ci mette la faccia, ma non è mai stato un leader politico: le polemiche sulla prima del suo show, con la fila dei maggiorenti torinesi M5S a sgranocchiare grilli fritti, nascondono il fatto che si stia sempre più sfilando dalla guida. Il punto è che dall’esterno non mi pare che Davide Casaleggio abbia la stretta che aveva il padre sul MoVimento, e la “classe dirigente M5S” (parlo di Di Maio Dibba Taverna Sibilia e compagnia bella) mi ha sempre dato l’idea di andare avanti seguendo la linea di Gianroberto più che un loro pensiero proprio. Ma magari mi sbaglio: si vedrà cosa succederà.

Ultimo aggiornamento: 2016-04-12 11:58

Grillo e i grilli fritti

No, Vittorio: non è che beppegrillo(TM) abbia trollato il PD, nella scena del suo spettacolo dove ha fatto mangiare dei grilli fritti ai leader M5S piemontesi (tranne Chiara Appendino, “perché sta allattando”) dicendo “Questo è il mio corpo”.
Di per sé non lo trovo nemmeno un vilipendio alla religione: mi pare una cosa che non fa ridere, ma quello è un problema mio e quindi non conta più di tanto.
Il vero problema che io vedo è la scena di questi maggiorenti pentastellati che è chiamata sul palco durante uno spettacolo – nemmeno un comizio – e deve sorbirsi questa sceneggiata. Roba che è ancora peggio dei peana pronunciati da Bongiorno, Vianello, Mondaini &c nel 1994: almeno loro erano stipendiati da Berlusconi, e il lavoro è lavoro.

Ultimo aggiornamento: 2016-04-10 22:42

“Non eletto dal popolo”

Ieri Ignazio Marino, con la scusa della presentazione del suo libro “Un marziano a Roma” (eppure mi pare di avere già sentito quel titolo…) ha fatto una conferenza stampa dove tra l’altro ha detto che non può giudicare l’attuale commissario della città di Roma, Francesco Paolo Tronca, «è stato indicato monocraticamente da un capo del governo non eletto dal popolo.» Ho sentito l’audio, quindi so che il virgolettato è reale.

Finché a parlare del capo di governo non eletto dal popolo sono pentastellati, leghisti o Berlusconi io non ci faccio nemmeno più troppo caso: non faccio fatica a immaginare l’ignoranza nei primi casi e la malafede nell’ultimo. Per quanto si sia cercato di forzare la Costituzione mettendo il nome del candidato premier nelle liste elettorali, nel sistema politico repubblicano italiano non vi è mai stato alcun obbligo al riguardo. Però sentirlo dire da Marino mi rafforza nella certezza che ormai ci siamo giocati anche lui. Ci credo che Renzi sopravviva alla grande.

Ultimo aggiornamento: 2016-12-11 09:20