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i pipponi dell’anno 2024

C’era una volta Internet

un cavo di rete Giovedì a pranzo esco a prendermi una yufka dal kebabbaro. Prendo il bancomat (rectius, una Visa Debit Card), ma arriva il messaggio di transazione rifiutata. Riprovo: ancora rifiutata. Avrei cinque euro nel portafoglio, ma io sono ostinato: prendo il vecchio bancomat ancora marchiato IWBank e pago. Tornando a casa Anna mi dice “devi passare a pagare il veterinario, ho paura di avere finito il plafond”, al che comincio a pensare “Non è che Deutsche Bank abbia casini?” Provo a prelevare: per due volte mi arriva il messaggio “Pin errato”, il che non è bello. Telefono al call center e il messaggio registrato dice che ci sono problemi con i pagamenti (e per dieci minuti non risponde nessuno… ma a questo punto mi era chiaro che il problema non era mio). Ho prelevato un minimo di soldi con l’altro bancomat e ho aspettato con calma che tornasse tutto a posto

Bisogna dire che il tempismo nel tranciare cavi dati (in Svizzera…) durante lavori sulla rete del gas proprio in occasione del Black Friday non è affatto male. E mi spiace soprattutto per gli addetti alla GDO, con la gente incazzata che ha lasciato i carrelli pieni di roba da far rimettere a posto, perché non poteva pagare. Ma la cosa che io trovo più interessante è che abbiamo la prova provata di come è cambiata Internet rispetto alla sua progettazione di 60 anni fa. L’idea era di avere un sistema che permettesse ai dati di trovare una via alternativa per la spedizione se un collegamento fosse interrotto: ma questo significa aumentare il carico di lavoro sui router (che devono conservare più percorsi possibili) e ridurre la velocità di trasmissione (bisogna pur scegliere dove mandare questi poveri pacchetti dati), e quindi buona parte di Internet viaggia su percorsi obbligati e quindi single points of failure, come abbiamo appena visto.

Cambierà qualcosa? Scommetto di no.

(Immagine di Jokx, da Wikimedia Commons)

(P.S.: avreste mai creduto che il Codacons si sarebbe subito fiondato a presentare esposti?)

Ultimo aggiornamento: 2024-12-02 10:57

La Cina e il Quarto Stato

Leggo che la Soprintendenza di Milano si è opposta al portare il Quarto Stato a Pechino durante la visita di Stato di Mattarella.

La mia domanda è “ma perché mai bisogna portare (pagando noi, naturalmente) un’opera d’arte durante una visita di Stato?” Un conto è prestare l’opera a un altro museo che sta facendo una mostra sul tema, cosa che secondo me ha senso perché permette a più gente di vedere le opere originali senza doversi spostare chissà dove. Altra cosa è fare gli sboroni e dire “guardate che roba abbiamo noi, cicca cicca”. E poi non penso che alla Cina importi più di tanto…

(immagine da Wikimedia Commons)

Ultimo aggiornamento: 2024-10-31 11:56

Ma chi è che scrive il software per la sanità lombarda?

A inizio agosto Anna si è rotta la punta del malleolo. A fine agosto ha fatto la lastra di controllo, e oggi ho recuperato online il referto, con immagini delle lastre.

Il referto online è un file di 157.743 KB dal nome referto-immagini.pdf. No, non è un pdf ma uno zip, e già qui non capisco perché non possano spedirlo con l’estensione corretta, visto che nella pagina è indicato che verrà scaricato uno zip. Aprendolo, si trovano più di 270 mega di roba, tra cui una JRE apposita, oltre al programma per leggere i file DICOM ivi presenti con le lastre: tre file per cinque mega. Considerando che tanto il fruitore medio si bloccherà con il file pdf che non si può aprire e il fruitore un minimo sgamato deve lavorare su questi file, se io avessi dovuto fare una pagina per il download avrei messo i soli file dati e avrei aggiunto delle caselle “vuoi anche scaricare il software per leggere questi file (Windows/Mac/Linux)?” e “se non hai un Java Runtime Environment, usa questa versione molto più grande che ce l’ha all’interno” (anzi avrei fatto alla rovescia: messo per default la versione grande e aggiunta la casella “se hai già installato un JRE puoi usare questa versione ridotta”). Così almeno al giro dopo non devo scaricare altri 157 mega. E lasciamo perdere che https://www.microdicom.com/ ti permette di scaricare liberamente il viewer per uso non commerciale.

Qual è il problema con il settore IT della sanità lombarda?

Ultimo aggiornamento: 2024-09-09 11:44

Paralimpiadi

logo paralimpiadi Non ho seguito molto le paralimpiadi (a parte Guo Jincheng nel nuoto). Del resto, non ho nemmeno seguito molto le olimpiadi. Però mi è capitato di vedere i titoli dei giornali, non solo nostri ma anche la BBC, e c’è qualcosa che non mi torna. Non parlo della storia di Valentina Petrillo: mi pare che ci siano già stati abbastanza articoli in giro. Quello che invece ho notato è che ci sono parecchi atleti che hanno partecipato e vinto a svariate Paralimpiadi. Che vuol dire, in pratica? Direi che loro, nella evidente sfortuna, hanno almeno avuto la possibilità di allenarsi per decenni ad alto livello, cosa che purtroppo non possono fare in tanti. Mi chiedo insomma quanto le Paralimpiadi siano un modo per vedere i pochi e dimenticarsi dei tanti.

(logo paralimpico da Wikimedia Commons)

ovviamente niente scuse

Alla fine è stato trovato – e avrebbe confessato – l’omicida di Sharon Verzeni.
Io ho seguito un po’ la storia, notando come i giornali – Corsera in testa, lì i titoli erano al limite della diffamazione – avessero deciso che il colpevole fosse il suo compagno. Era irrilevante il fatto che a meno che non sapesse volare non gli sarebbe stato possibile uscire di casa senza farsi riprendere dalle telecamere oppure graffiarsi passando attraverso una siepe, cosa che la polizia aveva immediatamente verificato. tutte le volte in cui venivano fatte nuovi controlli e verifiche sembrava che fosse questione di ore prima che quell’efferato malvivente crollasse e confessasse di aver premeditato tutto da mesi. Al massimo si poteva concedere che lui non fosse stato l’esecutore materiale, ma avesse assoldato un sicario.

Sappiamo che se in agosto non c’è “il caso” i giornali fanno fatica a riempire le pagine, e l’arresto del presunto colpevole è giunto nel momento migliore, quando è ora di tornare alle solite notizie. Però qualche direttore di testata secondo me dovrebbe farsi un esame di coscienza e scusarsi pubblicamente per avere fatto scrivere apposta certi articoli.

Ultimo aggiornamento: 2024-08-30 14:38

Telegram e l’arresto di Durov

logo telegram Le analisi sui motivi dell’arresto di Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, sembrano puntare il dito contro la possibilità che Telegram sia usato per traffico di droga e terrorismo. Lo stesso fa Le Monde. Il mio amico Andrea Monti, guardando le cose da un punto di vista legale, scrive ” se è consentito mettere in circolazione ciò che ostacola il controllo da parte dello Stato, allora bisogna accettare l’esistenza di servizi di anonimizzazione totale, di sistemi progettati per essere impenetrabili ai tentativi di accesso non autorizzato a prescindere da chi (delinquenti o forze di polizia) li voglia commettere, e il diritto di non cooperare con l’autorità giudiziaria.”>

Io sono per una volta complottista e mi chiedo se davvero terroristi e mafiosi usino Telegram e non Signal (che da questo punto di vista è molto più sicuro, perché è possibile verificare che non ci siano backdoor), e se il problema non sia più banalmente il traffico di materiale sotto copyright che Durov non ha mai bloccato. Le accuse sono troppo generiche, non c’è nessun fatto specifico. Che ne pensate?

Hackerare l’energia solare

Ormai l’energia solare “recuperata in casa” è una percentuale non indifferente di quella totale, soprattutto nelle nazioni del nord Europa. Peccato che per come sia gestita pare che sia molto facile hackerare i server che la gestiscono, almeno in Olanda (nazione che ha la maggiore percentuale di energia elettrica di origine solare pro-capite prodotta). Potete leggere un articolo a grandi linee su Euronews, ma se siete davvero interessati a cosa succede vi consiglio questo post.

Il guaio dell’energia elettrica è che deve sempre fluire, e un calo improvviso può portare a blackout generalizzati anche quando ne resterebbe comunque tanta. Purtroppo non esistono accumulatori davvero funzionanti, e quindi bisogna stare attenti a come viene gestita…

Troppe opere d’arte da citare

A quanto pare, la parodia dell’Ultima Cena alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi 2024 non era una parodia dell’Ultima Cena, ma una citazione del quadro Le Festin des dieux di Jan van Bijlert, o se preferite Giovanni Bilardo. Beh, è sempre bello imparare qualcosa di nuovo, no? A parziale discolpa dei nostri commentatori, pare che il quadro non sia citato nella voce in Wikipedia in italiano :-) Non che io abbia ben capito cosa c’entrasse il Grande Puffo, comunque: anche con l’ultima versione, dove il coreografo ha detto che non si è ispirato a nessun quadro ma ha voluto semplicemente raccontare una festa degli dèi dell’Olimpo, uno in azzurro per me è al più Nettuno, non Dioniso.

D’altra parte, io non riesco nemmeno a capire come sia possibile che ci sia stata così tanta gente che abbia seguito quella cerimonia, anche sulla mia bolla twitter. I commenti che ho visto, che immagino siano sulle cose più interessanti, mi hanno lasciato del tutto indifferente. A me al limite interessano le gare, non le coreografie. Cos’è, ho perso lo spirito della fanciullezza?

(immagine da RMN / Stéphane Maréchalle, da Wikimedia Commons

Ultimo aggiornamento: 2024-07-30 11:35