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i miei pipponi del 2023

Il politically correct colpisce anche Roald Dahl

Il Guardian ci racconta di come l’editore ufficiale dei libri di Roald Dahl, insieme alla Roald Dahl Story Company, stia silenziosamente cambiando il linguaggio dei suoi libri, per assicurare che “possano continuare a far divertire tutti”. Potete vedere qualche esempio nell’immagine qui a fianco, presa da Twitter.

Ora, se gli Oompa Loompa diventano “small people” anziché “small men” posso anche sopportarlo, perché non mi cambia nulla nel corso della storia. Ma Augustus Gloop è ciccione, “fat”; se lo chiami “enormous” non si capisce perché poi si comporti in quel modo nella fabbrica di cioccolato. Oppure tutta la spiegazione sulle parrucche che possono essere portate per tutta una serie di motivi non ha nessun senso nella trama del libro, e tra l’altro non dà nemmeno un’idea al supposto giovane lettore dei motivi. Ma soprattutto, Dahl scriveva in un certo modo non solo perché certi termini erano usuali, ma proprio perché quello era il suo stile di scrittura. Perché mai si sente il bisogno di bowdlerizzarlo?

(Gli unici casi in cui posso accettare una cosa del genere sono quelli in cui un termine ha cambiato significato. Il mio amico Adam Atkinson commentava che The Island of Adventure di Enid Blyton ha visto tutte le occorrenze di “queer” cambiate in “odd”. Ma in effetti, come don Giobbio ci insegnò al liceo dai salesiani, al tempo la parola non era affatto associata agli omosessuali ma era semplicemente un altro modo per dire “strano”. Se uno non lo sa, non capirebbe il contesto…)

Stupida alternanza

Una volta le liste elettorali erano semplici: in cima i capolista, che si vedessero subito, poi subito sotto tutti gli altri candidati in ordine alfabetico: era facile trovarli. Ieri sono andato a votare e mi sono trovato candidati messi a caso: ci ho messo parecchio per capire che c’era un’alternanza uomo-donna (e no, non è che la parte maschile e quella femminile fossero in ordine alfabetico).

Capisco la logica di chiedere che le preferenze votate siano alternate (e mentre scrivevo mi è venuto in mente che la seconda preferenza che ho messo sarà annullata, avendo indicato due maschi: scemo io che ho aggiunto il secondo all’ultimo momento), ma mi spiegate qual è il vantaggio di quest’alternanza nelle liste?

Fideuram / IntesaSanpaolo e la user experience

Avevo un conto IWBank, che con l’OPA su UbiBanca è passato a essere Fideuram. Prima o poi mi deciderò a chiuderlo, ma sono troppo pigro per cambiare le domiciliazioni e non mi fido troppo del passaggio automatico. Ma questa è un’altra storia.

L’altro giorno mi arriva una comunicazione che spiega che devo fare la FEA perché sennò non potrò più connettermi. Va bene. Mi leggo tutti i documenti specimen, do l’ok per il contratto ma non mi salvo il mio numero di contratto. Peccato che per aggiornare l’app sul furbofono ci voglia anche questo. Vabbè, non ho voglia di scartabellare tra i documenti cartacei, e decido di usare la procedura “non ricordo il mio numero di contratto”. Mi chiedono nome cognome codice fiscale numero di telefono, e fin qui tutto ok; ma mi chiedono anche la data di nascita. Io so bene in che giorno sono nato, e ho anche il vantaggio che giorno e mese sono uguali quindi non mi dovrei nemmeno preoccupare dell’ordine: però non posso scriverlo nell’apposito campo, perché mi si apre il popup con il calendario. Vabbè, seleziono l’anno e poi cerco il mese: e invece no. Non sono riuscito a trovare il modo per selezionare l’anno. Quindi ho dovuto cliccare sulla freccia “torna indietro di un mese” per settecentosedici volte: ma anche un neodiciottenne avrebbe avuto duecentosedici frecce da cliccare.

Nota: può darsi che ci sia la possibilità di settare l’anno: ma un design decente dovrebbe rendere naturale far sì che l’utente lo faccia senza pensarci su. Evidentemente chi ha scritto quell’app non ha pensato a chi l’avrebbe usata. Ho anche provato a tenere il dito schiacciato sulla freccia sperando che dopo un po’ andasse avanti in automatico: niente.

alla faccia della comunicazione

Dopo la morte di mia suocera, ci tocca cambiare le varie intestazioni delle utenze a Chiavari. La scorsa settimana abbiamo fatto la voltura per l’acqua, direttamente nell’ufficio Iren di Chiavari: ieri c’è arrivata una lettera con oggetto ACCETTAZIONE RICHIESTA SERVIZIO IDRICO INTEGRATO e con il testo che comincia come in figura, seguito dal nome dell’intestatario (mia moglie, non mia suocera). Chiamo immediatamente il numero verde, e un’operatrice mi rassicura: “è il testo della lettera che è scritto male, all’inizio siamo rimasti spiazzati pure noi”.

Beh, forse qualcuno del loro settore comunicazione avrebbe dovuto rimettere mano al testo, no?

Distributori a secco?

Venerdì sera ho scoperto che da Capodanno la benzina sarebbe aumentata di 18 centesimi al litro perché non era stato rinnovato lo sconto sulle accise. (Due note a latere: era facile per Salvini promettere di ridurre le accise finché stava all’opposizione, ora che governa si è casualmente accorto che quei soldi servono eccome allo Stato; e mi aspetto che se Cottarelli andrà al governo aumenterà l’Irpef ai redditi alti e introdurrà una patrimoniale, visto che scrive che la fine del taglio delle accise è una buona cosa perché è un’imposta regressiva. Ma non divaghiamo.)

Sabato mattina, dopo aver fatto la spesa, andiamo a far benzina. Il distributore a Cinisello davanti al Brico, che al mattino era pieno di gente, era chiuso con i coni; quello dopo Bertoni aveva le pompe fuori servizio; quello in viale del Regno Italico funzionava, ma solo con i contanti. Solo al quarto tentativo sono riuscito a fare benzina. La mia domanda è “è solo un caso?” Non credo che abbiano terminato la benzina tra venerdì sera e sabato mattina, e comunque credo ancora di meno alla possibilità che le autocisterne arrivino a san Silvestro (ieri sera era di nuovo funzionante). D’altra parte, non ha nemmeno senso pensare che aspettassero i rincari per guadagnare di più, visto che le accise per loro sono una partita di giro. Idee?