Archivi categoria: pipponi 2015

La distruzione del Colosseo

Non so voi, ma a me tutta questa scena sulla chiusura del Colosseo causa assemblea, con per esempio i primi dieci minuti di rassegna stampa di radio Popolare, mi paiono un po’ strani ed esagerati, se non preoccupanti. Mi limito a segnalare due cose.
Da noi in Telecom ci sono gruppi di lavoratori che devono comunque essere reperibili. Come si fa allora con le assemblee? Semplice: sono sempre fatte doppie, una al mattino e una al pomeriggio, per permettere a tutti i lavoratori di partecipare – come da loro diritto, ci sono mi pare dieci ore l’anno nel contratto – e allo stesso tempo non bloccare il servizio. L’assemblea è infatti cosa ben diversa dallo sciopero.
L’assemblea inoltre non era stata indetta improvvisamente ma secondo regole una settimana prima. Vogliamo parlare della dirigenza che non si è preoccupata di segnalare alcunché? Quando c’erano assemblee all’asilo, lo sapevamo tutti perché c’erano gli avvisi. Se tu hai venduto un biglietto per una certa data, dovresti anche avvisare chi ha comprato il biglietto dei possibili disagi, no?

P.S.: È vero che in Italia i sindacati, chi per una ragione chi per l’altra, si comportano diciamo in maniera subottimale. Ma ci terrei a far presente che la controparte, la Confindustria, ha Squinzi. Pensateci un po’ su, prima di abolire i sindacati.

Ultimo aggiornamento: 2015-09-19 10:54

Nuove religioni

Stamattina mi è stato segnalato questo articolo di Mariano Tomatis su Wu Ming: La «neutralità» che difende Golia. Scienza, feticismo dei “fatti” e rimozione del conflitto. Arrivato faticosamente al termine del muro di testo – ma da Wu Ming se non si scrivono almeno ventimila battute si viene considerati delle nullità? – mi pare di aver capito il motivo per cui Tomatis stronca il libro di Dario Bressanini e Beatrice Mautino Contro natura, che racconta tante cose a proposito di cibi “bio” e OGM viste da un punto di vista scientifico. Scrive Tomatis:

Con quale credibilità il giornalismo scientifico può definirsi neutrale? E più in generale, il lavoro del giornalista scientifico è compatibile con l’espressione di una chiara e argomentata posizione politica?

e potete immaginarvi la risposta. Cito ancora dall’articolo di Tomatis:

Quando sostengono – con argomenti peraltro solidi – che alcuni OGM «non fanno male», Bressanini e Mautino si riferiscono esclusivamente agli effetti valutabili dal punto di vista scientifico: essi, infatti, non ritengono sia compito di un divulgatore estendere l’analisi agli aspetti politici e sociali della questione e che – anzi, il divulgatore scientifico che si avventurasse in un compito del genere si corromperebbe automaticamente, trasformandosi (orrore!) in “attivista”.

Ora, se Tomatis avesse scritto “Scientificamente gli OGM non danno alcun problema, ma bisogna considerare che esistono anche effetti non misurabili scientificamente e sono parimenti importanti” la sua sarebbe stata una posizione assolutamente lecita: si può essere a favore o contro di essa, ci si può discutere e così via. Ma quello che afferma Tomatis è altro [NOTA: questa è una mia parafrasi e non testo di Tomatis. Leggete l’aggiornamento sotto]: “Non importa che scientificamente gli OGM non danno alcun problema, perché hanno anche effetti non misurabili scientificamente e se fai solo fact checking stai facendo disinformazione”. E qui io non ci sto.

Ci sono i fatti, e ci sono le interpretazioni dei fatti. Lo stesso fatto può essere interpretato in più modi, e le interpretazioni possono essere opposte. Poi ci possono essere interpretazioni che vengono stabilite come uniche e indiscutibili. Anathema sit: molte religioni funzionano in questo modo. C’è anche chi prende la scienza come religione: i fatti devono avere quella interpretazione. Dal mio punto di vista non c’è molta differenza tra la “religione della scienza” e un’altra religione. Ma Bressanini e Mautino non dicono questo: Tomatis cita la frase di Bressanini

«in generale secondo me ci si deve astenere da dare consigli di comportamento. Qualsiasi. In questo senso il fack checking deve essere “solo”. Non sta a me giudicare o dire che [è] “meglio” questo o quel comportamento sociale.»

Presupponendo che questo punto sia chiaramente spiegato anche nel libro – che non ho letto, confesso – io non vedo nulla di male in questo approccio, anzi. Gli autori esplicitano che si limitano a esporre e documentare fatti, e che non è loro compito né interesse dettare la linea. Tomatis sceglie invece di mettere insieme fatti e interpretazioni, promuovendo queste ultime a fatti: chiaramente con questo approccio non può che arrivare la stroncatura, perché il libro non solo è incompleto, ma permette al lettore di cascare nell’eresia, fuori dalla religione dei Wu Ming. La reductio ad Palestinam del testo ne è chiara prova.

Ma questo significa che non si può discutere sul valore degli OGM perché scientificamente è provato che non c’è differenza con le specie viventi che non sono state sottoposte a modificazione genetica in laboratorio? Ma figuriamoci! Certo che si può discutere, e anzi credo che se ne debba discutere. Però la discussione non ha nulla a che fare con il contenuto del libro di Bressanini e Mautino. È come se si discutesse del piacere o meno di fare le vacanze in alta montagna, e lamentarsi perché ci viene fatto notare che la quantità di ossigeno a 2000 metri è minore di quella a cui siamo abituati. Mica significa che quindi non si deve andare al Sestriere, no?

Aggiornamento: (3 settembre) Sono stato accusato su Twitter di aver fatto un “virgolettato-caricatura”, concetto che mi sfugge. (Anzi, no, forse ho capito il busillis. La frase “Non importa che scientificamente gli OGM non danno alcun problema, perché hanno anche effetti non misurabili scientificamente e se fai solo fact checking stai facendo disinformazione” è una mia interpretazione di quanto scritto da Tomatis. Per me i “virgolettati” sono quelli inseriti come citazione, che sono naturalmente copiati verbatim dal post originale. Rileggendomi ho capito il problema e mi scuso con Tomatis)

Le mie conclusioni possono naturalmente essere errate: ognuno può leggere però l’articolo originale e trarre le sue conclusioni. Rileggendo per l’ennesima volta il post originale posso dire che Tomatis è contrario al pensiero di Bressanini e Mautino scrivendo «essi, infatti, non ritengono sia compito di un divulgatore estendere l’analisi agli aspetti politici e sociali della questione», e visto che questa frase sta nella parte dell’articolo dedicata a Contro Natura immagino sia parte della critica al libro.

Poi probabilmente ho sbagliato analisi: quello che Tomatis dice (rectius: quello che ho capito all’ennesima lettura) è che in realtà Bressanini e Mautino fanno finta di essere neutrali ma in realtà prendono posizione a favore delle multinazionali (vedi il caso Schmeiser). Il mio commento però non muta: se stiamo parlando dei motivi scientifici pro o contro gli OGM, tutto quello che non fa parte dei motivi scientifici non ha cittadinanza. Poi Bressanini e Mautino hanno usato argomenti retorici nel libro? È possibile (ripeto, il libro non l’ho letto). Io ho usato qui argomenti retorici? È certo. Tomatis ha usato argomenti retorici? È certo anche quello.

Ultimo aggiornamento: 2015-09-03 10:58

Grandi opere letterarie

Ieri ho scoperto che Raffaele Sollecito pubblicherà a ottobre per i tipi di Longanesi il libro Un passo fuori dalla notte : Tutto quello che non avete immaginato su di me. Presumo che venderà il suo bel numero di copie. Io non sono invidioso per questo: lo posso al più essere per Carlo Rovelli e le sue Sette brevi lezioni di fisica. Ma non riesco a fare a meno di pensare che se non solo la gente non legge, ma quando legge preferisce questa roba “perché è vita reale” a un giallo o un poliziesco siamo messi davvero male.

(Presumo anche che il libro sia stato tra le mani di un ottimo editor: con tutta la sua aria da intellettuale, mi sa che Sollecito non abbia uno stile di scrittura entusiasmante)

Ultimo aggiornamento: 2015-08-26 13:34

Aspirina marketing

Avevo visto la pubblicità in TV mentre stavo da mia mamma; qui dai suoceri le ho anche viste dal vivo. Parlo delle compresse di Aspirina® dolore e infiammazione.
Io ho sempre usato l’aspirina® come antidolorifico, soprattutto per il mal di testa di cui soffro ogni tanto. In fin dei conti è un fluidificatore sanguigno, quindi ha senso usarlo come base per una medicina che allievi il dolore. Peccato però che non è solo base ma anche altezza: nella sua composizione ci sono solo acido acetilsalicilico ed eccipienti. In pratica a me questo pare un semplice repackaging e nulla più. Mi sbaglio?

Gli insegnanti sardi

Leggo su Repubblica che più della metà degli aventi diritto sardi non si è iscritta nella graduatoria nazionale per le assunzioni nella scuola, per il rischio di finire nel continente e quindi avere spese insostenibili: meglio continuare a essere precari e sperare in qualche supplenza.
Non entro nella scelta del governo di costringere tutti a fare una graduatoria indicando tutte le province italiane. Immagino che il motivo sia il volere azzerare le carenze di posti di ruolo, ma il mio timore è che tra alcuni anni la cosa sarà vanificata dalle richieste di trasferimento. Capisco anche la difficoltà nei collegamenti con la Sardegna e i relativi costi, anche se mitigati per i residenti. Ma visto che presumo che simmetricamente siano pochi gli insegnanti non sardi che avranno messo in cima alla graduatoria le province dell’isola posso immaginare che l’offerta di posti in Sardegna sia molto minore del numero di precari. Quindi? Trasferiamo un po’ di studenti dal continente?

Ultimo aggiornamento: 2015-08-18 09:52

E tornate all’italico “voi”!

[disonorevole] Ieri in rete si è parlato un po’ della proposta di legge di alcuni deputati M5S (se state leggendo questo post sul mio blog e cliccate sulla figura potete vedere il testo completo insieme alla presentazione direttamente sul sito della Camera) per abolire l’uso del titolo di “onorevole” «riferito ai deputati, ai senatori, ai consiglieri regionali e ai consiglieri provinciali, anche se cessati dalla carica.» I cattivoni e gli sbadati che in caso di promulgazione di tale legge utilizzassero ancora la parola verrebbero puniti «con l’ammenda da euro 600 a euro 6.000», ammende che poi verrebbero versate nel «Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese in favore di operazioni del microcredito», che se non sbaglio è quello dove gli onorevoli, pardon i cittadini portavoce, eletti nel M5S depositano i soldi oltre la soglia stabilita dal moVimento.

Credo che in molti concordino sull’affermazione che «L’attributo “onorevole” significa “degno di stima e di rispetto” e sarebbe [dunque] opportuno acquisirlo a consuntivo e non a preventivo». Si può anche affermare che «Il cambiamento […] passa anche attraverso le parole e il linguaggio»: lo dice sempre anche la presidente Boldrini. Quello che i pentastellati (e forse anche la presidente) non hanno però compreso è che imporre per legge un uso è nel migliore dei casi inutile e nel peggiore ridicolo. Puoi imporlo negli atti pubblici, certo: e a questo punto puoi sperare che l’uso comune col tempo cambi. Ma per il resto è come se tu volessi multare chi scrive “qual è” con l’apostrofo. O forse i pentastellati vogliono mostrare al loro popolo che stanno facendo le cose sul serio e vogliono ribaltare la nostra italica nazione? A quando la battaglia del grano (non OGM, immagino)?

P.S.: cercare di imporre per legge un uso linguistico indica l’incapacità di avere abbastanza carisma per convincere gli altri che quell’uso è migliore. Da questo punto di vista direi che i pentastellati hanno da imparare molto da Striscia la notizia.

Aggiornamento: (12 agosto). Come si vede nei commenti, la proposta di legge è stata scopiazz…ehm, ripresa da una proposta similare del 2002, a firma di vari parlamentari della sinistra sinistra tra cui l’attuale sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Le considerazioni che ho fatto nel post naturalmente si applicano pari pari a costoro; per quanto riguarda i pentastellati, oltre a rammentare loro che se un’idea è stupida continua a esserlo anche se copiata, faccio notare (a) che buona educazione avrebbe fatto aggiungere nella presentazione che l’idea non era loro e (b) che farsi pubblicità con l’articolo sulle multe devolute al microcredito è abbastanza ridicolo.

Ultimo aggiornamento: 2015-08-12 10:32

l’aggressione sul bus a Genova

Immagino che la settimana scorsa abbiate letto o visto sui giornali la storia del genovese finito in coma dopo essere stato pestato da un gruppo di persone. La storia non è bella: c’è un uomo ridotto in fin di vita. Eppure di punti strani ce ne sono più di uno.

Non è necessariamente strano il fatto che l’aggressione sia stata il 14 luglio e Luca sia andato in ospedale solo una settimana dopo quando le sua condizioni si sono aggravate. È un po’ più strano che la notizia, arrivata il 23 luglio ai carabinieri, sia stata pubblicata solo il 4 agosto: ma supponiamo che sia stato chiesto ai media di tacere per condurre le indagini. Ma da qui le cose si complicano. Il giorno dopo l’autista del bus afferma di non aver visto l’aggressione, e aggiunge la frase sibillina «Maresciallo: mio nonno sa cosa mi ha insegnato? Che nella vita è meglio farsi i fatti propri»: manco volesse dare uno spunto a Gramellini. Suvvia, ci sono modi molto più semplici di negare di aver visto qualcosa, e una frase così dà tanto l’aria di essere un messaggio trasversale agli aggressori. (Che l’avvocato dell’autista affermi ora che la frase è stata «pronunciata fuori dal verbale di sommarie informazioni ed estrapolata dal contesto originario» è irrilevante, come potete immaginare: significa semplicemente che è stata detta mentre non si stava scrivendo il verbale, e ci mancherebbe altro)

E in effetti cosa succede il giorno dopo ancora? Toh: spunta un video. Dovrebbe essere assolutamente impossibile recuperare un video di più di tre settimane prima, in barba a tutte le leggi sulla privacy che impongono la cancellazione dei dati dopo pochi giorni: ma guarda la fortuna, «Il server d’una videocamera del Comune, posizionata su piazza Caricamento, 36 ore dopo l’aggressione si è inceppato ed è andato in tilt. Ha arrestato così la procedura di cancellazione prevista ogni 120 ore, avvenuta regolarmente per tutti gli altri sistemi della zona.» Pensate: si è andati a cercare le immagini dopo tre settimane! Ma anche l’avessero fatto dopo nove giorni, quando la notizia era arrivata ai carabinieri, logica avrebbe voluto che le immagini ormai erano state sovrascritte, e sicuramente nessuno terrebbe i video per un mese rischiando le ire del Garante. Ah: se fosse davvero successo, i miei più vivi complimenti a un sistema che non ha modo di avvisare di aver riempito l’hard disk con le immagini: o quelle macchine hanno decine di terabyte di memoria inutile, visto che lo spazio necessario può essere tranquillamente stimato e lasciare il doppio del necessario è già tanto? Addirittura si viene a sapere che «uno dei ragazzi ha un tatuaggio tribale sul collo, piuttosto evidente.» Il classico tipo di dettaglio che si dà per dimostrare che si sa già di chi si sta parlando e si cerca di fargli fare qualche errore, anche perché immagino che quel filmato non potrà essere prodotto come prova e abbiamo appena letto che l’autista del bus non ha visto nulla, ma proprio nulla.

Ma la caccia all’uomo non dà frutti, e due giorni dopo arrivano nuove notizie. Si trova finalmente l’inglese che quella notte era assieme a Luca, e si scopre che costui aveva detto alla compagna di Luca che «il pestaggio sarebbe stato compiuto da ragazzi sudamericani pericolosi». Fin qua la cosa ci potrebbe anche stare, pur se rimango stupito al pensiero che non si fosse partiti subito col “dagli allo straniero”. Ma addirittura Luca, prima di entrare in coma, avrebbe detto alla compagna che «l’aggressione sarebbe stata effettuata da ragazzi ecuadoriani». Per me sarebbe impossibile distinguere un ecuadoregno da un colombiano, per dire: eppure qui sembra la cosa più naturale di questo mondo.

Poi il silenzio. Nessuna notizia nemmeno sul Secolo XIX, almeno fino a ieri sera. Posso dire che ho come il sospetto che ci sia molto più di quanto si può leggere sui giornali?

Ultimo aggiornamento: 2015-09-21 17:46

Qualità del servizio postale universale

Ecco il testo del reclamo che ho appena inviato tramite modulo online alle Poste.

Stamattina mi è arrivata una busta con un libro che avevo ordinato all’estero. Mia moglie, che era a casa, ha detto che il postino ha suonato a casa nostra, le ha detto che c’era una busta per noi che non sarebbe entrata nella buca delle lettere e che l’avrebbe buttato dall’altra parte del cancello esterno del nostro condominio, cosa che effettivamente ha fatto. Tenendo conto che era da ieri notte che stava piovendo, quando mia moglie è scesa si è trovata ovviamente una busta fradicia e un libro ammaccato.
Supponiamo pure che il carico di posta del 10 agosto fosse così elevato da non permettere al postino di aspettare che mia moglie scendesse le scale: posso immaginare che le zone da servire siano più ampie perché molti operatori saranno giustamente in ferie. Ma il postino avrebbe potuto chiedere di far aprire il cancelletto e posare la busta davanti alla porta di ingresso interna, e quindi al riparo; oppure avrebbe potuto lasciarla nella cassetta per la pubblicità o sopra i citofoni, sempre all’asciutto. Nella peggiore delle ipotesi avrebbe potuto lasciare un avviso di impossibilità di consegna: tanto tecnicamente buttare una busta oltre un cancello non significa aver consegnato la posta.

Ah: ho dovuto allegare il testo in formato .doc, perché lo spazio per le comunicazioni era di 100 (cento) caratteri, e tra l’altro le parentesi tonde non erano accettate.

Ultimo aggiornamento: 2015-08-10 15:10