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Aldi, shrinkflation e prese per i fondelli

Mercoledì non avevo nulla per pranzo e sono passato da Aldi a prendere un pezzo di pizza margherita (un po’ bruciata, ma vabbè). Peso il pezzo e noto che è 140 grammi, mentre l’etichetta indica 160 grammi: segnalo che il prezzo è a pezzo e non a peso. Arrivato in ufficio scrivo al servizio clienti Aldi, con foto relativa: in dieci minuti mi arriva una risposta – così ad occhio precotta – che dice

La informiamo che gli addetti alle vendite in tutti i punti vendita ALDI pongono estrema attenzione ad una accurata esposizione dei prodotti e ad una corretta indicazione dei prezzi.

Le chiediamo, tuttavia, di comprendere che, nonostante l’accuratezza con cui viene svolto il lavoro, può purtroppo succedere che un prezzo esposto sugli scaffali sfugga all’attenzione dei nostri colleghi.

Per migliorare il nostro servizio, abbiamo inoltrato la Sua segnalazione all’Ufficio di competenza.

Ora, a essere errato non era il prezzo ma la grammatura. Ho dei forti dubbi che quel tipo di errore venga fatto: qualcuno avrà pur detto di abbassare il peso del pezzo di pizza e cambiare scontrino, e se non l’hanno spiegato bene all’addetto hanno dei forti problemi di comunicazione. Ma la cosa peggiore è che dopo che ho risposto subito dicendo appunto questa cosa (tranne l’ultima frase…) c’è stato un silenzio assordante. Bel servizio clienti, non c’è che dire.

pensioni diverse per regione e tipo di lavoro?

Tutti i giornali stanno riportando un dossier dell’Inps che parla di uno “squilibrio”, definito dall’ente previdenziale come una “ingiustizia” del sistema. Il busillis sono i coefficienti di trasformazione, cioè la percentuale dei soldi dati all’INPS mentre si lavora che viene ridata annualmente quando si va in pensione. Già con la riforma Dini, questi coefficienti sono calcolati basandosi sull’aspettativa di vita: quindi a parità di soldi versati se si va in pensione prima si prendono meno soldi. La logica è chiara: se ti devono pagare per più tempo, te ne danno di meno ogni mese. L’INPS però direbbe in questo dossier che non è giusto che i coefficienti siano uguali per tutti, e non tengano conto della speranza di vita relativa al lavoro che si è fatto e alla regione dove si vive; quindi bisognerebbe fare un conteggio per così dire personalizzato.

Nella mia bolla c’è chi fa notare come in questo modo si penalizzerebbe chi vive in una regione dove la sanità è migliore, e che secondo questa logica le donne, che in media vivono di più, avrebbero un assegno inferiore. Ma io sono un particolare tipo di complottista e guardo le cose da un altro punto di vista. Sì, ne parlano tutti i giornali. Però tutti citano il Messaggero come fonte. L’articolo del Messaggero parla a lungo del dossier, ma stranamente non cita nessuna fonte. Ho allora fatto un po’ di ricerche – e sono abbastanza bravo nel campo – ma non ho trovato il testo originale del dossier.

Attenzione: come ho scritto sopra, io sono un complottista peculiare. Sono ragionevolmente certo che quel dossier esista, non foss’altro che perché mi pare il minimo che l’INPS prepari tutta una serie di scenari ipotetici per vedere come riuscire a usare una coperta che almeno per una quindicina d’anni sarà molto corta. (Poi si ridurranno i pensionati con il metodo retributivo; la coperta sarà corta per i pensionati futuri, ma all’INPS la cosa non interessa). Il fatto che il dossier esista non significa però che sia pubblico, il che spiegherebbe perché non l’ho trovato. La domanda allora diventa “come mai il Messaggero ha fatto lo scoop e ha avuto a disposizione quel materiale?” La risposta che mi do io è che qualcuno al governo abbia pensato di stoppare altri esponenti della maggioranza che stanno spingendo per allentare i vincoli sulle pensioni; solo che non poteva farlo direttamente e quindi ha tirato fuori questo ballon d’essai che nella peggiore delle ipotesi farà piacere agli elettori di reddito più basso, che statisticamente hanno anche un’aspettativa di vita inferiore, mentre nella migliore delle ipotesi stopperà ogni riforma. Chissà se ho ragione…

Ultimo aggiornamento: 2023-09-21 17:04

E quindi…

Possiamo dunque immaginare che l’ex senatore Simone Pollon, secondo la sua “logica”, sia diventato uno sfegatato fan di Patrik Zaki?
Più seriamente, Pillon (col suo amichetto Krancic) è davvero convinto di quello che scrive, oppure sa che tra i suoi ammiratori c’è tantissima gente che è davvero convinta che le campagne contro l’ingiusta detenzione di una persona sono fatte semplicemente perché si crede che quella persona sia omosessuale e islamico?
(No, la vignetta di Krancic non ha diritto di tribuna sul mio piccolo blog, anche se è meno schifosa di quelle che avevo visto in passato)

Ultimo aggiornamento: 2023-09-14 10:26

odissea Tessy

tessy

Tessy (dal sito ATM)

Una fregatura di avere due gemelli che compiono gli anni ad agosto è che ho dovuto fare adesso al volo la nuova tessera ATM, visto che quella gratuita non vale più. Vado sul sito, compilo tutto, pago la tessera e dico che la voglio stampare sulle bellissime e nuovissime macchinette Tessy.
Ieri pomeriggio parto e arrivo a Zara: macchinetta fuori servizio. Vabbè, vado a Garibaldi: macchinetta fuori servizio. Il tipo ATM mi dice di andare a Cadorna. Indovinate? Macchinetta fuori servizio. Finalmente vado a Duomo e lì la macchina funziona (anche se poi sono dovuto andare in edicola per pagare gli abbonamenti). Gli impiegati ATM se ne lavano le mani, “perché quelle macchinette non sono gestite da loro”.
Ora, non pretendo nemmeno che il sito sia aggiornato in tempo reale dicendo quali sono le macchinette scassate. Però una soluzione low-tech con un foglio di carta appiccicato con lo scotch dove c’è scritto “Zara – Garibaldi – Cadorna: Tessy guasta” non mi sembra una cosa così complicata… Come sempre, attenzione ai clienti zero.

Campionati femminili di scacchi e donne trans

scacchiera

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:A_game_of_chess.jpg , CC-BY-SA-4.0

Leggendo questo articolo del Post, capisco ancora meno. Formalmente i campionati di scacchi non fanno distinzione di sesso; tanto non è uno sport dove la potenza fisica abbia importanza. Esistono però dei campionati femminili, che nascono perché c’è chi afferma che le donne hanno ancora oggi meno possibilità di allenarsi per arrivare ad alti livelli, e questi campionati permetterebbero loro di farsi le ossa. Il motivo per cui le donne hanno meno possibilità? Boh. Nel mio socialino di nicchia è stata anche fatta l’ipotesi che le ragazze si interessano al sesso qualche anno prima, e quindi gli stolidi maschi hanno più tempo per seguire i pesanti allenamenti necessari per arrivare al top. Può darsi: assumiamo che sia così.
Quello che sta succedendo è che la FIDE, la federazione internazionale degli scacchi, ha definito una moratoria di due anni per le donne trans, che non potranno partecipare ai campionati femminili. Mentre posso capire la logica di moratorie di questo tipo per gli sport più fisici (non che io abbia una risposta in merito, intendiamoci. Ci sono troppe variabili in gioco), nel caso degli scacchi non riesco proprio a capire. Non penso che il numero di scacchiste trans sia così grande rispetto a chi è nata biologicamente donna. Né penso che essere nate uomini dia loro un vantaggio competitivo negli scacchi: stiamo comunque parlando di gare dove tutte sono competitive.
Insomma, una battaglia terf che a me pare perdente.

Vannacci e il mondo al contrario

Vabbè, Roberto Vannacci si direbbe ancora più fascista del parà medio della Folgore: ma direi che questo non è molto strano. Oltre che fascista deve anche essere un rompipalle di prima classe, a giudicare dal fatto che a giugno era stato posto a capo dell’Istituto Geografico Militare nel più classico “promoveatur ut amoveatur”, dopo che da settembre era a fare nulla dopo essere stato espulso dalla Russia come persona non grata. Evidentemente in questi mesi si deve essere divertito a scrivere il suo libro che si è autopubblicato su Amazon.
Non sarebbe successo nulla se Repubblica non avesse deciso di fare uno scoop raccontando del libro omofobo e razzista, cosa che ha fatto schizzare il libro in testa alle classifiche di Amazon e innescato una serie di polemiche che non mi interessano. Adesso Vannacci è stato sollevato dal ruolo, il che significa semplicemente che avrà più tempo per scrivere…
Comunque non concordo con l’analisi di Giornalettismo sulle vendite scarse. È vero che la classifica è aggiornata ogni ora, ed è vero che è facile essere primo in una sottocategoria. Però non è vero che la posizione in classifica dipende anche dalle ricerche – non converrebbe ad Amazon, sarebbe troppo facile inquinare le classifiche. Nel lontano 2011 per un attimo il mio Matematica in relax raggiunse la prima posizione in categoria “libri di matematica” e l’ottantesima in classifica generale, e questo direi con un venti/trenta copie vendute. Ma appunto non ero primo in classifica generale, come in questo caso; l’immagine del post l’ho presa giovedì sera, ma anche sabato sera era primo assoluto in classifica (e dopo i controlli di Amazon che hanno bloccato le recensioni negative eravamo a 77 recensioni con media 4 stelle e mezzo). Tenendo conto che il peso degli acquisti nella classifica decade esponenzialmente, essere in cima a distanza di due giorni mi fa immaginare che ci sia un flusso continuo di acquisti, e il numero di copie vendute dovrebbe come minimo aver superato il migliaio in pochi giorni. Sempre per fare confronti, i miei libri più venduti sono arrivati a 3000 copie nel corso di svariati anni… Certo io sono tutto tranne che uno scrittore di punta, ma direi che Vannacci la sua bella convenienza ce l’ha avuta: e secondo me deve solo ringraziare Repubblica.

Pitocchi


Un po’ di considerazioni sulla storia degli italiani che scappano senza pagare il conto al ristorante. Non pagare 80 euro in quattro è davvero da pitocchi: ci credo che poi dicano che in Albania le vacanze costano meno che in Puglia, se si risparmia anche così.
Il tono del comunicato dell’ambasciata è tipicamente fascista. Non vai a scrivere “Gli italiani rispettano le regole e saldano i propri debiti e ci auguriamo che episodi di questo genere non si ripetano.” ma dici qualcosa come “Ci scusiamo per l’inqualificabile comportamento di quei nostri compratrioti”. Ma lì ho come il sospetto che non si potesse andare oltre.
Infine, la precisazione “il pagamento è stato liquidato con fondi personali della Presidente Meloni per il tramite dell’Ambasciata, che si è limitata ad effettuare materialmente il versamento” non precisa molto, visto che non si sa quali sono i “fondi personali”. Dando per buono che il testo sia diplomatichese per dire “con i suoi soldi” e non “con i fondi della presidenza del Consiglio”, non capisco perché Meloni non abbia fatto direttamente il bonifico, chiedendo al più all’ambasciata di recuperare i dati… Tutti pitocchi, ribadisco.

Ultimo aggiornamento: 2023-08-19 12:21

E quando il Telepass si scarica?

Abbiamo il telepass da una vita, quando era monopolista (ora no). Non mi è mai stato molto chiaro perché al tempo ti facessero pagare per far loro risparmiare sui casellanti – adesso ormai questo non vale più – ma tant’è. Il primo guaio è che non c’è nessun modo per sapere quando il transponder si scarica, cosa che ci è successa mentre scendevamo al mare – all’uscita dal casello, non all’entrata. Immagino che ci abbiano fotografato la targa e spero che il pagamento finisca direttamente sul nostro conto corrente.

Il vero guaio è che i punti blu non esistono più (da un paio d’anni, ma non è che il transponder si scarichi ogni momento, per fortuna). I signori Telepass dicono che tanto si fa tutto online, ma il cambio fisico fatto online va forse bene quando sei tranquillo a casa tua e non in giro. Adesso siamo alla caccia di una stazione Eni che permetta di fare qualcosa…