Pink Pandoro

Ve lo dico subito: non ho seguito la vicenda Ferragni-Balocco dei pandoro rosa. Per dire, ho scoperto che erano rosa solo adesso mentre sto scrivendo questo post. Del resto, della cosa in sé non mi importa nulla. Ma c’è una domanda che mi faccio: perché mai se qualcuno vuole donare in beneficenza deve prendere qualcosa di griffato da un influencer?

Lasciamo perdere il fatto che le erogazioni liberali date a un’APS o un’Onlus sono detraibili dalle tasse, e quindi a parità di soldi tuoi ne puoi dare di più. Ma anche in generale dare soldi direttamente taglia sulle commissioni altrui. Quale sarebbe esattamente il guadagno che uno ha prendendo qualcosa di brandizzato? Davvero, non lo capisco.

(immagine modificata da https://www.altroconsumo.it/alimentazione/pandoro/come-scegliere)

9 pensieri su “Pink Pandoro

  1. m.fisk

    Questa è facile! È la stessa differenza che passa tra fare una donazione a OSF o mettere tre scatole di tonno e due cartoni di pasta nel sacchetto del banco alimentare quando fanno la raccolta al supermercato: ci si sente di aver fatto qualcosa senza lo sbatti di cercare l’IBAN giusto.

  2. mestessoit

    “perché mai se qualcuno vuole donare in beneficenza deve prendere qualcosa di griffato da un influencer?”

    Innanzitutto qui il target non è mai stato fare beneficenza, ma promuovere un prodotto (il pandoro e la Ferragni), e solo come collaterale fare beneficenza. Questo da entrambe le parti (Balocco e Ferragni), sin dall’inizio.

    In seconda istanza chi compra il prodotto lo fa solo in parte per fare beneficenza, ed in parte perché lo ha detto la Ferragni, e solo in piccolissima parte perché era Balocco. Non sono in grado di quantificare, ma sono pronto a scommettere che la maggior parte dei clienti l’ha comprato per la Ferragni (e questo è il suo mestiere).

    Dato interessante è conoscere i motivi per cui si sia mossa l’autorità: secondo me qualcuno ha restituito alla Ferragni uno sgarro, ma non Balocco, qualcun altro.

    Quello che realmente mi interessa è vedere se i fan della Ferragni perdoneranno (ed in quanto tempo) questo “scivolone” (pratica assolutamente standard della stessa, ripetuta N volte). Ah, mi dicono anche altre fonti che la Ferragni sia una attaccatissima ai soldi e molto ingorda, ed immagino si sia parecchio in****ata, altro che lacrime di coccodrillo per tutta la faccenda.

    1. .mau. Autore articolo

      appunto. Perché – ripeto – Mario Rossi deve comprare X perché “è della Ferragni”? Per me la cosa è aliena. Sulle lacrime di coccodrillo, forse ci potevano credere i suoi seguaci.

      1. mestessoit

        Qui comprendo che per te sia alieno, ma è perfattamente umano (ed è per questo che esistono gli influencer oggi e le celebrities da sempre) identificarsi in misura maggiore o minore in un personaggio pubblico famoso e seguirne le ombre per, almeno un attimo, far parte del suo mondo o perlomeno crederci.

        1. .mau. Autore articolo

          ma io capisco perfettamente “vestirsi come Ferragni”, “usare lo stesso profumo di Ferragni” e simili. Non lo farei, a parte che probabilmente i suoi vestiti non mi starebbero, ma è un modo per sembrare di fare parte del suo mondo. Sono decenni che abbiamo riviste come Novella 2000 che nascono proprio per questo. Ma mangiare il pandoro presentato da Ferragni mi sembra oltre.

          1. mestessoit

            Non è oltre, ma una logica continuazione di quello che hai detto: vestendo, mangiando come dice una influencer (io sfigat[o|a] ne condivido in parte il suo mondo, e sono in piccolo una sua versione.

  3. .mau. Autore articolo

    ma quello è appunto dal punto di vista dell’influencer, ed è comprensibile. Io mi chiedo perché un Mario Rossi debba comprare il pandoro pink.

  4. Bubbo Bubboni

    Vero! Infatti anziché la tale o i panettonari rosa andrebbero condannati quelli che pagavano un panettone oltre 9 euro! Le colpe sono tutte dei consumatori che prima non controllano e poi distruggono i business altrui! Se poi si vuole fare del bene ad un ospedale infantile pubblico basta evitare la diffusione della nota infermità, pagare le tasse e avere tanta fiducia nella democrazia.

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