Vale la pena fare tornei di scacchi?

Leggendo le nuove accuse (ancorché rintuzzate) di casi di scacchisti che barano durante i tornei, mi domando che senso abbia fare ancora tornei di scacchi, almeno quelli online. È evidente che le macchine sono più brave di noi. Questo non significa di per sé molto: continuiamo a fare le gare di corsa anche se ci metteremo molto meno tempo in macchina. Però per esempio nelle gare ciclistiche credo si controlli che la bici non abbia un motorino elettrico. Probabilmente ci si può inventare qualcosa (un jammer?) in un torneo dal vivo, ma sui tornei online ciò è impossibile. E allora perché ci si ostina a farli?

(immagine di DG-RA, da OpenClipArt. Public Domain)

4 pensieri su “Vale la pena fare tornei di scacchi?

  1. mestessoit

    Oggi, passato il lockdown, i tornei online non hanno più la valenza FIDE (alias, non vengono utilizzati per determinare il ranking) ma sono eventi tipicamente pubblicitari. Vale a dire che sono sorgenti di guadagno per chi vi partecipa. Quindi si continueranno a fare per questo motivo :-).

    Il grosso problema oggi a differenza di una trentina di anni fa…) è che tutti i giocatori usano il coputer per allenarsi, e tutti giocano un pò come i computer, vale a dire senza un disegno, una idea di sviluppo personale come era appunto tempo fa. L’effetto finale è che lo stile di gioco è diventato meno riconoscibile e più omologato, e quindi più facile da confondere con quello di una macchina.

    1. LightKnight

      In realtà i tornei online in generale non hanno mai concorso a determinare il rating FIDE. Quelli validi per il rating (e lo sono ancora, anche se oggi se ne fanno molti meno) sono i tornei ibridi, cioè tornei online in cui i giocatori sono sorvegliati da un arbitro sul posto.

      È poi vero che ad alti livelli tutti usano il computer per prepararsi, ma “tutti giocano un pò (sic) come i computer” direi che è abbastanza esagerato. Lo stile di molti giocatori è ancora oggi ben riconoscibile.

  2. Gino L

    Purtroppo continuano ad inventare trucchi anche nelle gare dal vivo :-(

    Questo doping informatico rischia di distruggere gli scacchi ad alti livelli.

    Personalmente mi sono sempre divertito piu` con altri giochi affini (es. scacchi giapponesi, cinesi o klingon) ma e` probabile che vedremo situazioni simili anche in altri giochi dove comunque c’e` un movimento che coinvolge molte persone (es. il Go)

  3. IB`

    Questi sono teatrini. Pubblicità. Fanno rumore, fanno clamore, aumentano l’interesse intorno al gioco. Chi vende abbonamenti sta puntando a mantenere alto l’interesse, più gente gioca, più gente paga. Girano tanti soldi, al giorno d’oggi, molti più anche solo di 4 anni fa.

    “2 set 2022 — Chess.com is set to take over the Play Magnus Group in an $82m merger between major chess organisations”

    L’accusa a Nakamura è appositamente vaga e fumosa: è un campione, quando vince in maniera anomala è semplicemente perché sfida giocatori meno bravi. Lui guadagna punti (abbastanza inutili) e loro imparano (e questo è utile).

    Chi bara c’è e ci sarà sempre. Ad alto livello c’è sempre il controllo al metal detector per evitare ricetrasmittenti. Questo vuol semplicemente dire che non si può impedire ad un complice di fare segnali, come non si impediva 30 anni fa. Ad un campione basta indicare la colonna (1-8) e la mossa migliore la trova da sé.

I commenti sono chiusi.