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Le tracce di italiano all’esame di stato

In questi giorni ho scoperto – con colpevole ritardo, lo ammetto – che non c’è più il “tema” alla maturità ma si parla di “testo argomentativo”, o più precisamente «RIFLESSIONE CRITICA DI CARATTERE ESPOSITIVO-ARGOMENTATIVO SU TEMATICHE DI ATTUALITÀ». (Che la maturità non si chiami maturità lo so da una vita, ma è una di quelle cose assolutamente inutili. Per dire, se io chiamo la segreteria della scuola dei gemelli mi chiedono se frequentano le elementari o le medie, mica la scuola primaria oppure secondaria di primo grado).

Nel mio socialino di nicchia ci siamo naturalmente accapigliati a proposito della traccia sull’iperconnessione, con gli insegnanti che si lamentavano perché tracce così servono solo a far scrivere agli studenti quello che i professori – o peggio ancora i funzionari del ministero che aggiustano le tracce… – vogliono sentirsi dire, e il gruppetto di noi anzyani che dopo decenni di vita lavorativa sappiamo sin troppo bene che scrivere quello che l’interlocutore vuole sentire è fondamentale per sopravvivere. La domanda che mi sono poi posto è leggermente diversa: che cosa vogliamo capire dalla prova scritta di italiano alla maturità? La domanda non è poi così peregrina. All’esame orale si vedono le conoscenze maturate, nel secondo scritto pure, ma la riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo a che serve esattamente?

Ultimo aggiornamento: 2022-06-24 12:46

atlete trans e gare

La FINA ha deciso che le donne trans non potranno partecipare alle gare internazionali con le donne cis, a meno che non abbiano iniziato le cure ormonali per la transizione prima della pubertà. Il motivo sarebbe che «l’aver vissuto la pubertà come maschi darebbe alle donne transgender un vantaggio fisico duraturo e irreversibile rispetto alle atlete cisgender.»

Io non ho le competenze per affermare che questo sia vero. Posso solo pensare che non ha molto senso dire “sì, ma ci sono donne che hanno comunque tassi di testosterone altissimi”, perché loro sono nate così. Quello che però mi chiedo è cosa succede se un maschio cis si bomba di ormoni androgeni da ragazzo senza gareggiare ufficialmente e poi smette. Si accorgeranno del doping pregresso? Se a questa persona viene impedito di gareggiare la misura mi parrebbe equa: altrimenti abbiamo un problema ancora maggiore di quanto si possa immaginare, e soprattutto staremo sempre più avvicinandoci ad avere un esercito di cyborg che faranno le gare al posto nostro. Mi sa che il “citius, altius, fortius” sarà sempre più problematico…

mascherine e lobby

Mercoledì scadeva l’obbligo di uso della mascherina FFP2 nei pochi posti dove erano ancora obbligatorie: ospedali, RSA, mezzi di trasporto pubblici, cinema, teatri e palazzetti dello sport. L’obbligo è stato prorogato fino al 30 settembre, ma solo in ospedali, RSA e mezzi di trasporto pubblici. Nei primi due casi si può capire la logica; sugli autobus no. Certo, stare una ventina di minuti un un bus affollato non è esattamente il massimo della vita; ma due ore fermi in un palasport o al cinema non mi sembra così meglio. Qual è insomma la differenza tra i due casi? Provate a indovinarlo :-)

caporalato?

A proposito del caos elezioni in Sicilia, con centinaia di presidenti di seggio e scrutatori che non si sono presentati, leggo che tale Mariangela Di Gangi ha affermato

«Siamo tutti sconvolti quando i caporali pagano i braccianti 3 euro l’ora ma non diciamo niente quando lo Stato paga 3 euro l’ora i Presidenti e le Presidentesse di Seggio e anche meno gli scrutinatori e le scrutinatrici! Il caos di oggi è solo colpa del “Caporalato di Stato” di chi pensa che 280 euro per quattro giorni di lavoro pressoché ininterrotto siano una cifra decente da spendere nel momento chiave della democrazia.»

Non so chi sia Mariangela Di Gangi: considerando che SiciliaNews24 non si prende la briga di spiegarcelo immagino che sia una politica sicula abbastanza famosa. Detto questo, e lasciando stare le storie tipo “sì, ma a stare nei seggi elettorali non ti stanchi” (sì, ma c’è anche una responsabilità maggiore) il mio punto è un altro. Quelle frasi avrebbero senso se non si trovassero presidenti di seggio e scrutatori e si dovesse andare alla loro caccia. Qui parliamo di una cosa diversa: persone che hanno espressamente accettato di farsi pagare 3 euro l’ora per una trentina d’ore di lavoro e poi hanno cambiato idea all’ultimo momento, rendendo le cose molto più difficili. Seguendo la logica di Di Gangi, costoro hanno forse deciso di fare un’azione eclatante contro il caporalato?

Ultimo aggiornamento: 2022-06-16 09:42

Il silenzio assordante di Leroy Merlin

Domenica 22 maggio Anna e io siamo andati al Leroy Merlin di Caponago e abbiamo acquistato due pensiline da esterni e un tavolo, sempre da esterni. Quando abbiamo preso le pensiline le abbiamo guardate e abbiamo stabilito che non sarebbero entrate in macchina, o meglio ci sarebbero entrate ma i ragazzi – che avevamo lasciato a Monza dai nonni – no. A questo punto abbiamo detto “fatto trenta, facciamo trentuno”, aggiunto trenta euro all’ordine e fatti inviare a casa. Tempo previsto: cinque giorni lavorativi. Subito arriva la mail con la conferma dell’ordine: data prevista di consegna “31 maggio/1. giugno”. Facendo un po’ di conti sono 7-8 giorni lavorativi, ma va bene così.

Arriva martedì 31 maggio e l’ordine continua a risultare “in preparazione” (notate che le pensiline le avevamo lasciate fisicamente al commesso che aveva detto “ve le tengo da parte sennò non le trovate più). Scrivo al supporto clienti chiedendo il motivo di questo ritardo. Arriva la risposta automatica che dice che verrò contattato entro 48 ore. Vabbè, penso io, il 2 è festa, facciamo entro venerdì.

Arriva sabato 4 giugno. L’ordine è sempre lì fermo “in preparazione”, il servizio clienti è rimasto muto. Provo a telefonare alla “Assistenza clienti telefonica”: solo menu registrati a scelte da tastiera, è assolutamente impossibile trovare un operatore. (Non chiamatela assistenza clienti, se non volete assistere). Alla fine ieri siamo passati direttamente al punto vendita, che comunque non ha una zona vera e propria di informazioni; ho fatto presente la cosa – secondo Anna, molto da incazzato – e hanno provato a vedere se si smuove qualcosa.

Ora, io posso immaginare che a Leroy Merlin siano pesantemente sottostaffati e abbiano vagonate di ordini in sospeso, come anche centinaia di chiamate a cui rispondere. Ma mi rifiuto di accettare che il loro sistema non generi automaticamente un messaggio di avviso di ritardo nella consegna o nella risposta. In pratica, una volta che hanno beccato i soldi per loro è tutto a posto.

Ultimo aggiornamento: 2022-06-06 16:57

Perché esagerare?

Mah. Mi sembra che l'”operazione speciale” russa sia abbastanza un massacro per evitare, come faceva la commissaria per i diritti umani Lyudmila Denisova, di ingigantirla ancora di più. Una cosa del genere fa solo perdere credibilità…

Ultimo aggiornamento: 2022-06-01 18:14

Del perché le estensioni di garanzia sono dannose

Piccola storia triste. Due anni e mezzo fa abbiamo comprato una lavastoviglie Miele. Ci siamo come al solito cascati e abbiamo fatto un’estensione di garanzia. Ora da qualche settimana ci siamo accorti che lo sportellino del detersivo non si apre, il che non è esattamente il massimo se vogliamo che i piatti siano lavati. (Sì, c’è sempre l’effetto Biowashwall, ma non è il massimo). Ieri mi sono messo a vedere esattamente cosa è successo: praticamente la molla che farebbe scattare lo sportellino è saltata.

Bene, dico, usiamo l’estensione di garanzia. Prendo, compilo il modulo online, mi arriva la notifica di ricevuta… e dopo mezz’ora un altro messaggio:

«Buongiorno,
con la presente siamo a comunicarle che il difetto da Lei lamentato non rientra nella copertura del nostro servizio di assistenza.
Rimaniamo a disposizione per eventuali chiarimenti.»

Fine della piccola storia triste. Certo, se io fossi un tipo bravo a fare i lavori di casa probabilmente in cinque minuti troverei una molla e gliela metterei, ma tra le mie tante capacità mancano quelle di tipo manuale :-(

Toglierci il pane di bocca

Lunedì, in un incontro con i sindacati, la mia azienda ha indicato le misure ponte che prenderà prima di prendere quelle definitive a luglio (misure che andranno da CIG pesante a licenziamenti, se il sindacato non accetta un contratto di solidarietà che è una CIG sotto falso nome). Tra le misure, a parte eliminare il lavoro agile a non meglio identificati settori “con una bassa produttività” (no, non è stato detto né quali settori siano né quante persone saranno coinvolte, e scommetto che non lo sanno nemmeno loro) ci è stato comunicato che non verranno più elargiti i buoni pasto per le giornate in cui siamo a casa in lavoro agile.

Ho fatto un po’ di conti spannometrici, e il risparmio per l’azienda è dell’ordine di grandezza delle buonuscite regolarmente date agli amministratori delegati fatti regolarmente fuori. In pratica ci dobbiamo togliere il pane di bocca per pagare gli ex capi…