Archivi categoria: pipponi

Scarsa considerazione

Stamattina mi è capitato per caso di vedere il titolo del Giornale: nove colonne, testo

L’EMILIA ROSSA NASCONDE LE CARTE

Non so quali siano le carte nascoste, né mi è venuta voglia di saperlo; quello che mi ha colpito è l’aggettivo “rossa” vicino alla parola “Emilia”. In effetti, se io avessi dovuto preparare il titolo avrei scritto “L’Emilia nasconde le carte”, con l’ulteriore vantaggio di poter usare un corpo più grande per il titolo. Così, invece, le prime due cose che mi sono venute in mente sono: (a) l’articolo vuole mostrare come anche nella rossa Emilia non si combinano delle belle cose, il che è un’ammissione implicita di colpevolezza per la parte politica in cui si riconosce il quotidiano (paolo)berlusconiano; (b) il direttore del quotidiano non è sicuro che il suo lettore tipico sappia che l’Emilia è una regione a forte maggioranza sinistrorsa e per sicurezza glielo ricorda, il che non è esattamente bello verso l’acquirente.
Misteri dell’italica stampa, mi sa.

Ultimo aggiornamento: 2012-10-07 17:48

Tu mi fai schifo

Mi è capitato l’occhio sull’articolo del Post che riprendeva un’intervista a Gianrico Carofiglio a proposito della querelle con causa civile in corso contro Vincenzo Ostuni, editor di Ponte alle Grazie che l’aveva definito “scribacchino” e “mestierante”.
Non ho mai letto un libro di Carofiglio, posso al più notare che anche lui fa parte della categoria di persone che non si peritano di querelare: ma c’è una cosetta che mi ha lasciato particolarmente perplesso, e che ho scelto di condividere con voi.
Carofiglio afferma infatti «Si può dire “il tuo libro fa schifo”, anche se non è elegante. Non si può dire: “tu mi fai schifo”». La parolina che non mi torna è quel “mi”. Per quel poco che può valere la mia opinione, nei quasi trent’anni che interagisco col mondo in modo diverso dal faccia-a-faccia, ci sono state parecchie persone che mi hanno detto cose simili a “tu mi fai schifo”. Bene, nella gran parte di questi casi la mia stima per quelle persone era così bassa che sapere che a loro io facevo schifo era un punto d’onore: voleva dire che ero nel giusto. Altra cosa è trovare qualcuno che diceva “tu fai schifo”, cioè un giudizio globale e non personale.
È possibile che i giudizi espressi da Ostuni fossero di questo secondo tipo: ma a questo punto è ancora più strano che uno come Carofiglio, che con le parole dovrebbe avere bene a che fare, faccia un simile spostamento di affermazione. Misteri del piccolo mondo della letteratura contemporanea, mi sa.

Ultimo aggiornamento: 2012-09-28 12:01

Sallusti boh

Non ho voglia di andare a cercare i vari commenti sulla condanna al gabbio per il direttore del Giornale Alessandro Sallusti. Mi limito a linkare dal sito del Corriere l’articolo che portò a tutto questo, e a fare qualche considerazione sparsa.
– Sallusti sta sulle palle a tanta gente (e immagino che per tanti altri fosse un eroe già da prima), quindi è difficile parlare a mente fredda.
– L’Italia è un paese che vive sulle corporazioni: se il querelante non fosse stato un magistrato probabilmente non si sarebbe giunti a questa condanna, e simmetricamente tutti i giornalisti ora si schierano a suo favore. Se da una parte o dall’altra ci fosse stato un signor nessuno, state tranquilli che non ci sarebbe stato tutto questo cancan.
– Che esista il concetto di “direttore responsabile” che è responsabile penalmente mi pare una cosa parecchio fuori dalla legge, che dice che la responsabilità penale è personale: però magari sono io che non ho seguito bene il tutto, e la condanna è per qualcosa tipo favoreggiamento, visto che ovviamente Sallusti sapeva chi è il “Dreyfus” il cui articolo è stato pubblicato su Libero e il cui nome l’allora direttore di quel giornale si è ben guardato dal rivelare (anche perché mi sa che sarebbe stato anche lui radiato dall’Ordine dei Giornalisti, mai scherzare con le betulle)
– Non che lasciare solo responsabilità civile (leggi, “se ho i soldi posso insultare chi voglio”) sia così meglio.
– Infine, se Sallusti si fosse degnato di mandare il suo avvocato al processo di appello forse le cose sarebbero andate diverse.
Per il resto, fate voi che ne sapete sicuramente più di me.
Aggiornamento: per capirne un po’ di più ho telefonato a un avvocato mio amico, che mi ha spiegato che (a) si sa chi è il “Dreyfus” (Alberto Monticone, che verrà processato per conto suo), e che Sallusti è stato condannato per diffamazione aggravata perché comunque, in quanto direttore del quotidiano, lui doveva sapere cosa veniva stampato, e la scelta di pubblicare l’articolo è stata sua. Mah, la cosa mi sembra comunque strana, nel senso che a mio parere doveva essere citato a giudizio solo Monticone: ma non sono certo un esperto legale.

Ultimo aggiornamento: 2012-09-26 19:22

Invisibili!

Ieri c’è stato uno sciopero generale di otto ore del comparto telecomunicazioni, per sollecitare il riavvio delle trattative per il rinnovo del contratto scaduto alla fine dell’anno scorso. Per la cronaca, nell’aborto di trattativa avuto fino ad ora non si è nemmeno pensato a parlare di soldi, nel senso che non c’è mai stata una controproposta aziendale alla piattaforma unitaria della Triplice (o a quella dei Cobas o a quella UGL, a dirla tutta): si è ancora fermi alla richiesta di AssTel, la Confindustria delle TLC, di separare il contratto per i call center da quello di base, in modo da poter legalmente far loro guadagnare ancora di meno.
Sapevate che c’era uno sciopero? Probabilmente no. Le telefonate vanno avanti da sole, il settore è regolamentato quindi ci deve anche essere qualcuno precettato (no, non è il termine corretto: diciamo “comandato”) per andare a riparare i guasti urgenti. La mattina è stato fatto un presidio (non un corteo, che magari sarebbe stato visto da qualcuno in più) davanti alla sede di Assolombarda: saremo stati in trecento, senza non dico una telecamera ma neppure il microfono di un’internet radio. Insomma, completamente invisibili. (Ah, il numero di bandiere UGL aumenta sempre più: ce n’erano più di quelle Cisl e Uil. I risultati RSU non li premiano così tanto, ma sicuramente si fanno vedere)

Ultimo aggiornamento: 2012-09-18 12:42

Mentre i più sfortunati

Non sto seguendo le Paralimpiadi. A dire il vero non ho neppure seguito le Olimpiadi, ormai guardo ben poco la tv. Però qualcosa sui giornali l’ho leggiucchiato, sia a luglio che adesso; e ho così scoperto che Alex Zanardi ha vinto la cronometro in handbike, mentre Annalisa Minetti ha conquistato il bronzo nei 1500 metri, correndo tra l’altro insieme agli ipovedenti.
Di Zanardi e del ciclismo si sapeva già. Che la Minetti corresse – più veloce di quanto riuscirei io a fare, per la cronaca – invece mi giunge nuova: ma non è di questo che vorrei parlare. È chiaro che i due hanno una forza di volontà incredibile, e tanto di cappello a entrambi: ma mi rimane il dubbio che la forza di volontà aiuti molto, ma non basti. Mi pare statisticamente improbabile che tra gli amputati e i ciechi (limitiamoci all’Italia) a essere i migliori siano due persone famose per aver fatto (bene) altre cose, il che significa che ci sono disabili di serie A e di serie B, e le Paralimpiadi, più che festeggiare le capacità degli atleti, alimentano questa differenza.
Poi magari sono io che mi faccio dei pipponi, intendiamoci…

Ultimo aggiornamento: 2012-09-06 09:57

Doveri acquisiti

Come sapete, io lavoro da un bel po’ di anni. Quando venni assunto nel 1986 in Cselt, non avevamo la previdenza INPS, ma il Fondo Lavoratori Telefonici. Un bel vantaggio, visto che ai tempi si pagavano meno contributi e si aveva un’aliquota retributiva maggiore per la pensione. Cosa indubbiamente iniqua, immagino converrete con me, e che poteva funzionare – esattamente come funzionava per il caso parallelo degli elettrici – perché il contratto di settore era nato negli anni ’60 e c’era poca gente che andava in pensione.
Negli anni ’90 il sistema è stato riformato, per portare alla stessa quantità di contributi: inizialmente il passaggio doveva essere graduale, ma poi hanno deciso di farlo tutto in un colpo. Cosa indubbiamente doverosa, immagino converrete con me: non stiamo parlando di lavori usuranti, quindi la parità dovrebbe essere naturale.
A fine anni ’90 venne anche formalizzato il passaggio della gestione del fondo telefonici all’INPS, anche se con gestione separata. Il fondo era ancora in attivo, nonostante tutto, e l’INPS aveva bisogno di soldi freschi. Vabbè, nulla di (troppo) male di per sé.
Stamattina ho scoperto però – per una volta la comunicazione è arrivata solo dal mio sindacato e non dagli altri, almeno sono attenti – che chi come me ha almeno cinque anni di contributi al FLT negli anni precedenti al 1995 dovrà pagare un contributo di solidarietà dello 0.50% della retribuzione lorda: Il tutto per sei (6) anni, sia da noi ancora dipendenti che dai pensionati. Qui però comincio ad arrabbiarmi anch’io. Stiamo parlando di cose di più di quindici anni fa: pensate che cosa succederebbe se vi iniziassero ad arrivare cartelle esattoriali perché oggi si è deciso di rivalutare gli estimi catastali degli anni ’80 e ’90…
La ciliegina sulla torta: la legge in questione è parte del famoso decretone legge di mariomonti(tm) (6 dicembre 2011, n. 201, convertito il 22 dicembre 2011). La circolare INPS è la 99 del 18 luglio 2012 (e sono passati sette mesi dalla legge). Però il contributo era dovuto dal primo gennaio 2012. E allora? con la busta paga di settembre verrà tolto in un colpo solo il contributo per i primi nove mesi dell’anno. Gentili, vero?
(ma in effetti stiamo parlando dell’INPS, l’ente il cui sito va in pausa pranzo ed è irraggiungibile…)
P.S.: Tra l’altro quelli come me in questo momento non possono nemmeno riunire i periodi di contributi FLT e FPLD, per un’altra leggina stavolta del governo Berlusconi…

Ultimo aggiornamento: 2012-09-05 14:36

Harry e Lapo

La vita per i secondogeniti dei Principi non è mai stata benigna. Un tempo i feudi non si volevano dividere, quindi il figlio cadetto aveva due possibili scelte: diventare ecclesiastico o militare. Di rango, ovvio: ma sempre una posizione secondaria.
Oggi in teoria c’è molta più libertà di scelta: a vedere però le imprese del principe Harry d’Inghilterra, e quelle parallele di Lapo Elkann, ho come il sospetto che questa libertà non sia poi chissà quale cosa per loro, costretti a inventarsi chissà che cosa per avere un minimo di copertura mediatica…

Ultimo aggiornamento: 2012-08-27 17:10

La Benemerita rappresenta

La stazione dei carabinieri più vicina al paesino dove vive mia mamma è a 14 km di curve in discesa. Oggettivamente va ancora bene, visto che sarebbe potuta essere a fondovalle; però capisco che soprattutto per gli anziani potrebbe essere scomodo fare tutta quella strada. I carabinieri capiscono perfettamente la situazione, e così hanno pensato di andare loro sul posto, una volta la settimana, per permettere alla gente di parlare con loro: una bella iniziativa, che sposta l’attenzione verso la prevenzione invece della repressione.
Però io mi sono messo a leggere i cartelli appesi nelle varie bacheche per pubblicizzare l’iniziativa. Già sul punto 2, che recita «Con la presente si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.», io avrei delle rimostranze, da buon grammarnazi quale io sono: diciamo però che lo accetto come modo sin troppo formale di terminare un testo. Ma tenetevi stretti, e leggete il punto 1:

Si rappresenta alle SS.LL., che in relazione all’iniziativa intrapresa, ovvero al “Servizio di ascolto”, lo scrivente nei giorni sotto indicati si renderà disponibile per ascoltare i cittadini interessati ad esporre eventuali problematiche connesse alle competenze istituzionali:

(segue la tabella con le date, nel caso vi chiedeste come mai la frase termini con i due punti.)
Siamo sicuri che le SS.NN. riescano a comprendere cosa sia stato redatto dallo scrivente? È proprio necessario scrivere un testo in un burocratese di questo tipo? Lo so, non è certo stato fatto per cattiveria. Però quando mi capita di leggere queste cose io rimango sempre un po’ sconsolato.

Ultimo aggiornamento: 2012-08-13 07:00