In rete ognuno ha la bolla che si è costruito: la mia bolla oggi sta piangendo l’improvvisa morte di Pietro Greco. Conobbi Pietro nel 2016: l’editore Franco Angeli aveva lanciato una nuova collana di libri di scienza, e in occasione di BookCity aveva organizzato un panel dove abbiamo partecipato entrambi; io come il solito cyaltrone, e lui come giornalista e divulgatore scientifico. Scherzando, diceva che uno dei libri presentati, In viaggio con π, era in fin dei conti “roba sua”: non si chiamava forse P.Greco? (in effetti aveva appena pubblicato Storia di pi greco per Carocci…)
Ma sono state tantissime le cose che ha fatto nel campo della divulgazione. Io lo sentivo spesso a Radio3 Scienza con i suoi Gettoni di scienza; altri l’avranno conosciuto al master di comunicazione scientifica della Sissa di cui è stato condirettore, o nelle mille altre occasioni in cui partecipava a un convegno; oppure avrà letto uno dei suoi trenta e più libri. Neanche un mese fa ho recensito Homo, il suo penultimo libro – ho scoperto che ne aveva già scritto un altro sulla fisica quantistica. Quando l’editore mi ha chiesto se ero interessato a scrivere qualcosa sul libro, ho subito accettato sulla fiducia, sapendo che ci avrei trovato tantissime cose interessanti.
Oltre a tutto questo, Greco era una persona davvero gentile e alla mano, nonostante la sua cultura a tutto campo. È per quello che probabilmente non ha mai avuto la fama che si sarebbe meritato; ormai se non sbraiti in tivvù il grande pubblico non saprà mai nulla di te. Che la terra gli sia lieve.
Ultimo aggiornamento: 2020-12-18 15:48