Archivi categoria: obituary

Bartolomeo Pepe

Cosa pensavo del già senatore Bartolomeo Pepe, morto ieri di Covid, l’avevo scritto quattro anni fa, e onestamente non ho nulla da aggiungere.

E no, non faccio parte del partito “se l’è voluta lui”, e questo per due ottime ragioni. La prima, egoistica, è che ha probabilmente contagiato altra gente; la seconda è che non penso proprio che la sua morte farà cambiare idea a qualcuno sulla necessità di seguire tutte le misure necessarie: non solo vaccinazione ma anche mascherine e distanziamento. (Se poi pensate che aveva sei mesi più di me, capite la mia preoccupazione personale)

Ultimo aggiornamento: 2021-12-24 13:27

Ariel

La nostra gatta era del 1999. Anzi dovrei dire che era la gatta di Anna, io sono arrivato solo nel 2002. La sua salute si è man mano deteriorata: ad agosto pensavamo che non ce l’avrebbe fatta, ma una cura di idratazioni e vitamina B-12 sembrava averla fatta rinascere. Ma era l’ultima delle sue sette vite. Probabilmente era arrivato un ipertiroidismo che l’aveva ridotta a un mucchietto d’ossa. Lunedì abbiamo fatto un tentativo disperato con cortisone e antibiotico, anche perché era finita in ipotermia (34.9 di temperatura…). Ma quando ieri mattina ho visto che non aveva toccato cibo, ho capito che non c’era più nulla da fare. La giornata è stata uno strazio: la mettevo nella sua cuccia con una boule d’acqua calda, e lei dopo un po’ andava a spiaggiarsi al freddo alla finestra. La tenevo in braccio e lei, che lo aveva sempre odiato, se ne stava immobile. Persino il suo miagolio incazzoso (e ad alto volume, probabilmente era ormai anche sorda) era diventato quello di un cucciolo. Quando Anna è tornata dalla sua aula siamo andati dalla veterinaria e l’abbiamo salutata per l’ultima volta. La veterinaria ga fatto fatica a trovare una vena abbastanza grande per l’eutanasia, da quanto si era rinsecchita :-(

Sir Clive Sinclair

Clive Sinclair, morto ieri dopo una lunghissima lotta contro il cancro, era notissimo ai nerd miei coetanei per i suoi microcomputer. (No, non ne ho mai avuto uno). A me però i suoi prodotti hanno sempre fatto venire in mente quello che per me è lo stereotipo della Gran Bretagna dopo la seconda guerra mondiale: “vorrei, ma non posso (più)”. Per dire, lo ZX80 aveva un singolo microprocessore che doveva fare letteralmente tutto: così se uno schiacciava un tasto (sulla tastiera di plastica che fece ammattire chiunque l’avesse avuta tra le mani) si perdeva per un attimo il video. In pratica i computer erano studiati per costare il minimo possibile, con scelte tecniche e costruttive che mostravano immediatamente i loro limiti. Ieri ho scoperto che dopo i computer Sinclair commercializzò un triciclo elettrico (il C5) che non riusciva ad andare in salita… altro esempio della scarsa praticità delle sue invenzioni.

Gianfranco D’Angelo

Sarà che avevo 25 anni ai tempi, ma io sono fiero di essere della generazione rovinata dal Drive In. Quindi non posso che essere triste per la morte di Gianfranco D’Angelo. È stato uno sperperone, leggo: ma i personaggi degli anni ’80, dalla Carrà con le sue taumaturgiche lagrime a Piero D’Angelo e il fantastico mondo di Quirk Quork Quark, da Giovanni “John” Spadolini al Tenerone, oltre naturalmente al secondo più famoso signor Armando possessore di cane. Le sue saranno state battute facili e un po’ grevi, anche se al confronto di oggi sembrano da educande, ma restano un ricordo della mia gioventù.

Ultimo aggiornamento: 2021-08-15 10:31

Antonio Pennacchi

Non ho nessuna intenzione di parlare delle idee politiche di Antonio Pennacchi, morto l’altroieri. Ho sempre trovato il concetto di “fasciocomunismo” qualcosa di insensato. Non posso nemmeno parlare del Pennacchi che scriveva narrativa: confesso di non avere mai letto Canale Mussolini. Però un suo libro l’ho letto: Fascio e martello, che racconta dei luoghi fondati dal fascismo in tutta Italia (ce ne sono quasi 150, da città come Latina a borghi di due o tre case). E vi assicuro che anche se tecnicamente è un saggio si legge come fosse un romanzo, il che significa che sapeva scrivere davvero bene. Ecco perché mi dispiace la sua morte.

Ultimo aggiornamento: 2021-08-05 09:53

Angelo Del Boca

Angelo Del Boca, morto ieri a 96 anni, ha avuto un grandissimo merito: quello di mostrarci come la retorica degli “Italiani, brava gente” nelle colonie era appunto retorica e null’altro (oltre all’inettitudine dei nostri comandanti militari, ma quello forse ci era più chiaro). Potete capire come mai la stampa di destra ieri sera non ha messo neppure un trafiletto nelle loro home page: meno comprensibile che non ci fosse nulla neppure su Rainews.it. Ad ogni modo, è purtroppo vero che le ricostruzioni documentate non riescono a battere la narrativa a effetto. Chissà se Del Boca era amareggiato per la cosa.

Ultimo aggiornamento: 2021-07-07 17:46

Raffaella Carrà

Raffaella Carrà me la ricordo da sempre alla tv, e aveva già cominciato a lavorare nel cinema prima che io nascessi. Quando ero bimbetto non è che potessi capire il Tuca-Tuca; ed essendo io notoriamente parecchio fuori del mondo, nemmeno da più grande trovavo poi qualcosa di scandaloso se cantava “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù”. Ecco, fossi stato a Bolzano magari mi sarei un po’ arrabbiato, ma non era il mio caso.

Quello che mi è sempre piaciuto di lei è stato il suo reinventarsi, andare in Sudamerica, poi fare la diva in Spagna, tornare in Italia a far contare fagioli: tutte cose che non è che a me siano mai interessate, ma che mostravano delle capacità fuori dal comune di farsi amare. D’altra parte se Gianfranco D’Angelo faceva la sua parodia con “le taumaturgiche lacrime” qualcosa sarà ben voluto dire, esattamente come il fatto che fosse un’icona LGBT decenni prima che la cosa potesse essere anche di moda, o che l’anno scorso il Guardian le avesse dedicato un lungo omaggio. (A proposito di omaggi, qui c’è quello di RaiPlay).

Franco Battiato

Che Battiato stesse male e che da un pezzo “non ci fosse più” era un segreto di Pulcinella. La sua morte lascia però tristi lo stesso.
Absit iniuria verbis: a me il Battiato che piaceva era quello più smaccatamente pop, non sono mai riuscito ad ascoltare le sue prime (e ultime) opere sperimentali. Poi è ovvio che il suo pop non poteva prescindere dalla sperimentazione, e forse era quello il bello delle sue melodie e dei suoi arrangiamenti, oltre naturalmente al frullato di parole e luoghi comuni in quasi tutte le lingue del mondo.

Ultimo aggiornamento: 2021-05-18 11:17