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occhei, siamo nel pieno della campagna elettorale

Ricordate il mio pippone sui cancelletti scassati ai giardini Wanda Osiris? Una settimana dopo averlo scritto, visto che non c’era stato nessun intervento riparatorio, mi sono armato di santa pazienza e sono andato a cercare lo sportello reclami web del Comune di Milano. Notate come venga chiesto un identificativo dell’identità (anche se il codice fiscale sono capaci tutti a generarselo, quindi non vedo la grande utilità).
Bene, ho appena ricevuto un’email dall’inquietante titolo RISPOSTA CONCLUSIVA dove «in riferimento al reclamo inviato in data 12/04/2011 12.18.48 dal codice DSEV-8FUE4N» l’Area Tecnica competente mi risponde che «a seguito di una verifica effettuata in data odierna, La informiamo che entro il 22 aprile c.a. si provvederà a sostituire i meccanismi di chiusura dei cancelletti che sono risultati manomessi.»
I tempi sono (davvero) stati rapidi. Ora sarebbe interessante fare un controllo, e avere una segnalazione simile da fare a settembre :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-04-15 13:51

suggerimenti per la campagna elettorale

Siamo in campagna elettorale, e i manifesti seipertré punteggiano la città, con testi anche aritmeticamente improbabili, come quello che promette 61000 posti l’anno in più grazie ad Expo (e quindi, visto che di anni ce ne sono cinque prima di arrivarci, più di 300000 posti in tutto nel 2015: adesso capisco perché continuino a costruire case e uffici…)
Ma una campagna elettorale dovrebbe essere anche fatta da piccole cose: eccone una. Sabato scorso Anna e io abbiamo portato i bimbi al giardino Wanda Osiris (non lo sapevate? a Milano non ci sono più nuove vie da battezzare, e quindi si è cominciato a dare i nomi a un qualunque giardinetto di almeno 100 mq o giù di lì) Nel giardino c’è un’area giochi bimbi, dove hanno anche riparato l’altalena che quest’inverno era stata scassata. L’area sarebbe chiusa con una recinzione in legno, il che è utile per evitare che il bimbo scappi per la tangente. Peccato che una porta fosse spalancata, e nessuno cercasse di chiuderla. Ci sono andato io e ho scoperto che era stata scassata da qualche imbecille, e quindi il chiavistello non riusciva più a chiudere. A dire il vero anche una seconda porta era stata scassata, ma almeno lì il tutto reggeva ancora, anche se a malapena.
Ora non so quanto costi riparare quei cancelletti, ma non credo sia tutta quella spesa. Più difficile sperare che qualcuno degli appositi uffici comunali si accorga della cosa e provveda alla riparazione: vorrebbe dire che effettivamente c’è chi pensa alla città, almeno una volta ogni cinque anni. Vedremo…

Ultimo aggiornamento: 2011-04-05 11:19

In bicicletta da via Padova alla Martesana

Siamo sotto elezioni, e donna Letizia Brichetto Arnaboldi in Moratti deve trovare qualche sistema per mostrare come la sua giunta in questi quattro anni abbia fatto di tutto e di più per migliorare la città da lei governata. Solo che – poverina – soldini ce ne sono ben pochi; e allora che ha pensato? di inventarsi gli itinerari sperimentali ciclo-pedonali. Detto in altro modo: con un po’ di vernice convinciamo pedoni e biciclette a coabitare allegramente e gioiosamente, alla facciaccia delle automobili.
Si dà il caso che questo primo itinerario sperimentale dovrebbe passare proprio sotto il mio ufficio; così ieri pomeriggio ho preso la mia macchina fotografica, inforcato la mia bicicletta, e preparato questo simpatico dossier fotografico seguendo passo passo il percorso previsto. Ecco qua la documentazione fotografica (immagini un po’ scure, ma non sono mai stato un bravo fotografo) e i miei commenti relativi: il testo in corsivo è direttamente tratto dal comunicato stampa del comune di Milano citato sopra.

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Ultimo aggiornamento: 2011-03-08 13:20

una gita al Museo del Novecento

Mercoledì scorso ho deciso di sfruttare la mia pausa pranzo (un po’ allungata) per andare all’Arengario di Milano per visitare il Museo del Novecento, insieme a due simpatici cYaltroni (lui e lui) e una gentile e leggiadra fanciulla di cui non fo il nome per tutelare la sua privasi.
Come scrisse a suo tempo vb, il museo dovrebbe chiamarsi DELLA PITTURA MILANESE del Novecento; ecco, forse più italiana che milanese anche se l’assessore alla Cultura del comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory ha già lanciato una colletta sottoscrizione per aggiungere nuove opere, sempre milanesi e sempre di pittura. E aggiungerei che si parla DELLA PRIMA METÀ del Novecento…
Ma che dire del museo in sé? Beh, innanzitutto che l’apertura gratuita (fino a fine mese) l’ha riempito all’inverosimile, con una quantità di scolaresche incredibile – e io mi chiedo ancora che cosa gliene fregasse del museo a quei fanciulli – oltre a un bel po’ di gente che pareva essere lì per caso. Un attimo: anch’io parevo lì per caso, soprattutto visti certi miei commenti ad alcune opere (non so, mi era sembrato di aver già visto da qualche parte Forme uniche nella continuita dello spazio, e su un quadro di cui non mi ricordo neppure l’autore sono sbottato in “ma questo è uno stereogramma!”). Detto questo, l’Arengario è stato restaurato molto bene, ma le scelte architetturali architettoniche per mettere in mostra Il Quarto Stato – non mi direte che la scala elicoidale centrale servisse ad altro, o fosse una citazione della rampa del Lingotto, vero? – hanno sacrificato lo spazio per le opere. A proposito: per riempire le prime tre sale hanno saccheggiato la Galleria d’Arte Moderna milanese: anch’essa a ingresso gratuito, ma che nessuno si filava nemmeno di pezza. I pannelli esplicativi all’inizio di ciascuna sala sono un po’ buffi e danno informazioni interessanti ma mi sa poco utili per chi non sa nulla dell’arte del Novecento in Italia; ammetto di non aver provato il bluetooth per vedere se mi arrivavano contenuti più interessanti. Giudizio finale: boh.

Ultimo aggiornamento: 2011-02-14 11:07

ilcomunerisponde

Lunedì 27 dicembre, mentre pedalavo per andare in ufficio, mi sono trovato una bella buca davanti a me in via Comandini. Come potete immaginare, un ciclista non è che sia molto felice di trovarsi davanti una buca, anche se generalmente ha sufficiente tempo a disposizione per scansarla in qualche modo. Così, forte del mio senso civico, perdo una mezz’oretta sul sito del Comune di Milano fino a riuscire a trovare il form che mi permette di inviare un messaggio all’assessore competente.
Mercoledì 14 gennaio alle 22 ricevo un messaggio dal’indirizzo ilcomunerisponde at comune.milano.it con titolo “Risposta del Comune”, citazione del mio messaggio e risposta
Gentile Cittadino, nel ringraziarla per la segnalazione siamo lieti di informarla che la buca oggetto di reclamo è stata colmata. L’occasione è gradita per porgere cordiali saluti. La Redazione Web del Comune di Milano.
Lasciamo perdere il burocratese (“la buca oggetto di reclamo”… qualcuno faccia loro un corso di semplificazione lessicale, in modo che la prossima volta scrivano almeno “la buca da lei segnalata”), e vediamo le cose da un punto di vista positivo: la buca in questione era stata riparata almeno da una settimana, visto che il 5 gennaio ero ripassato di là e non c’era più. Detto questo, l’impressione che mi fa un messaggio ricevuto due settimane abbondanti dopo una segnalazione, e almeno una settimana dopo l’avvenuta riparazione, è che nessuno legge quelle segnalazioni, nemmeno adesso che è tempo di elezioni. Forse Mestizia dovrebbe pensarci un po’ su :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-01-18 10:41

Ancora il Messiah di Haendel

Anche quest’anno il Forum Corale Europeo, aiutato da un’orchestra da camera, presenterà un concerto basato su parte del Messiah di Haendel. Prima o poi riusciremo anche a fare tutti i cori, ormai l’abbiamo finito.
Come si vede dalla locandina, siamo sempre alla palazzina Liberty a Milano, sabato 18 dicembre alle 17 e alle 20; quello che non si vede èche il biglietto costa 15 euro (no, i coristi non ci guadagnano un centesimo, ma l’orchestra ad esempio sì). Io spero che mi ritorni la voce… ieri ero rauco se non afono!

Ultimo aggiornamento: 2010-12-17 07:00

ATM: proprio come nell’URSS!

Il mese scorso Anna ha caricato la tessera RicaricaMI tanto osannata da ATM; la macchinetta ha incamerato i nove euro e venti del coso del carnet, rilasciato la ricevuta, ma non caricato la tessera. Dopo una decina di giorni sono passato all’Atm Point di Loreto, dove mi hanno detto “sì, a volte capita: passi all’Atm Point di Duomo dove le cambieranno la tessera”. Ora, non è che a me capiti così spesso di andare in Duomo. Ci ho provato martedì scorso verso le 13.30, e c’era una coda infinita. Vabbè, penso, è l’ultimo del mese e tutti vanno a rinnovare gli abbonamenti mensili. Solo che ci sono poi ripassato venerdì, alle 13 e alle 16, e in entrambi i casi continuava ad esserci la stessa coda, più o meno ordinatamente disposta dentro un cordone e assolutamente immobile, visto che il tempo medio per completare una pratica allo sportello sembra essere superiore ai dieci minuti.
Ma la cosa più sconcertante è stata un’altra. Esiste una macchinetta che distribuisce i numeri: a che serve quindi fare la coda, qualcuno mi potrebbe dire? Semplice. Un impiegato Atm stava davanti alla macchinetta, ogni tanto premeva un po’ di volte il pulsante erogatore, raccoglieva i numerelli e li consegnava brevi manu ai fortunati che erano giunti in cima alla coda. Ero convinto che quella delle vecchiette che venivano messe a regolare il traffico davanti alle scale mobili dei grandi magazzini moscoviti fosse una leggenda metropolitana; mi sa che dovrò ricredermi.
Noterella finale: stamattina ho portato i bimbi al nido sotto il nevischio. Per fare a piedi il percorso casa-nido in condizioni normali ci metto un quarto d’ora, qualcosa in più spingendo il passeggino e oggi ancora un po’ di più causa paciocco per terra. Oppure posso prendere il tram che passa sotto casa e arriva sotto il nido; il tram è il 4, la metrotranvia tanto decantata da Atm. Sono andato e tornato a piedi, e nessun tram si è visto nel percorso, né ne ho perso uno per un attimo. Anzi, arrivato alla fermata di casa il display segnalava ancora sei minuti di attesa. Oggi Atm ha ufficialmente utilizzato l’orario del sabato; in pratica mi sa che abbia preso quello delle domeniche estive…

Ultimo aggiornamento: 2010-12-06 22:34

Addio alla circonvallazione

Con la scusa dell’inizio dei lavori per la seconda tratta della linea cinque della metro (il cui colore a quanto pare si è stabilizzato: non più fucsia, ma lilla) oggi ATM ha dato il colpo di grazia a quella che era un’istituzione: il tram 29/30, che verrà definitivamente soppresso.
(Nota a margine: mentre a Torino la circonvallazione ha lo stesso numero nelle due direzioni e c’è il 16 c.d. e il 16 c.s. – “così detto” e “così sempre”, come dissero scherzosamente nel 1982 – a Milano le circonvallazioni hanno sempre avuto due numeri distinti: così c’è la 90/91 e un tempo ci fu il 25/26, l’interstazionale)
La circonvallazione tranviaria è rimasta sullo stesso percorso per quasi un secolo. Le altre linee sono state modificate e affettate: quando alla fine degli anni ’20 eliminarono il carosello in piazza Duomo, molte vennero unite a due a due con un percorso a V per evitare che qualcuno potesse risparmiare un biglietto prendendo una linea al posto di due; quando venne istituito il biglietto orario, le linee divennero diametrali. Ma la circonvallazione restò sempre la circonvallazione, e sempre su quel tracciato. Il tracollo iniziò alcuni anni fa, con i contemporanei lavori a Garibaldi e XXV Aprile che bloccarono sia il percorso ufficiale che l’alternativa; da allora la linea non circonvallò più, avendo un buco tra la Centrale e via Messina. Sì, si sarebbe potuto trovare un percorso un po’ più periferico, al prezzo al più di uno scambio tra Marche e Zara: ma sarebbe stato troppo. Ma adesso, all’interno della fanfara con tutti i nuovi lavori, si scopre che il collegamento bus viene promosso a rango di linea 37 e allungato, in modo da spostare il 19 sul quarto di anello ovest e lasciare il 9 sul semianello est. L’eterno vicesindaco De Corato ce l’ha fatta un’altra volta.

Ultimo aggiornamento: 2010-11-08 07:00