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Inquinamento e automobili

emissioni Ieri sera Marco Mazzei ha postato su Facebook uno status in cui cita il rapporto 2014 sulla qualità dell’aria della Città Metropolitana di Milano, prodotto da quei comunistoni di Arpa Lombardia. A pagina 14 trovate la tabella qui in cima, dove viene mostrato quali percentuali di inquinanti derivano dalle varie attività. Poi naturalmente è chiaro che nei trasporti per strada sono anche comprese le biciclette che risollevano le polveri sottili, intendiamoci…

Ultimo aggiornamento: 2016-02-08 22:08

tanto tuonò che piovve

E così – anche se il sito del comune di Milano riporta al momento solo l’annuncio e non l’ordinanza che si ha ancora da fare – la Grande Decisione è stata presa. Tre giorni di blocco della circolazione degli autoveicoli nella città, da lunedì 28 a mercoledì 30.

Peccato che il blocco sia dalle 10 alle 16, quindi fondamentalmente inutile in una settimana come quella tra Natale e Capodanno in cui non è che si vada così tanto in giro a fare shopping. Mi direte “sì, ma non possiamo bloccare la circolazione dalle 8 alle 19: altrimenti come fanno quei pochi sfigati che devono andare a lavorare?” Ecco: il problema è proprio quello. Si fa qualcosa giusto per dire che non se ne sta con le mani in mano, ma nulla che serva davvero. Ecco, magari un miniblocco di quel tipo sarebbe servito questa settimana, dove la gente come al solito guidava impazzita per le strade: o forse nemmeno quello, perché si sarebbero tutti messi alla guida alle 16:01 e io non sarei riuscito a tornare a casa incolume. Forse obbligare ad essere almeno in due in auto potrebbe servire a qualcosa, ma chi è poi che certifica le violazioni?

In definitiva, secondo me l’unica misura con un po’ di senso sarebbe tentare una danza della pioggia.

Ultimo aggiornamento: 2015-12-24 09:06

Ciclista dato alla fuga

Ieri sera mentre pedalavo verso casa mi sono trovato tutto viale Zara bloccato dalla circonvallazione fino a viale Marche. Anna, che stava riportando i bimbi a casa dal corso di ginnastica artistica, ci ha messo tre quarti d’ora a fare sì e no due chilometri. Il motivo? L’incidente di cui parla Repubblica, incidente che è avvenuto a tre chilometri buoni da dove ci troviamo e un’ora e mezzo prima che io passassi ma ha bloccato tutta la parte nord-ovest della città.

Tralasciamo le considerazioni su una struttura viaria che per un singolo incidente porta a tali problemi, e concentriamoci sul testo che accompagna le immagini. Cito verbatim (tranne il grassetto che è mio): « E’ successo intorno alle 16.30, […] A quanto pare, una moto si è scontrata con un’auto che sembra abbia frenato all’improvviso per evitare un ciclista. Ciclista che si è dato alla fuga e non è stato possibile per la polizia locale rintracciare. » Ora aggiungiamo un po’ di fatti, soprattutto per i non milanesi.

Il cavalcavia Bacula (non “il ponte della Ghisolfa”) è un punto in cui le due corsie della sopraelevata e le due corsie più la preferenziale di viale Monteceneri confluiscono e si riducono a due corsie in tutto, con il bonus che il filobus si deve spostare da destra a sinistra per finire sulla preferenziale successiva. Inoltre è una via quasi obbligata per passare dal quadrante ovest a quello nord di Milano, oltrepassando il nodo ferroviario di Nord e RFI. Risultato finale: un casino tremendo. Per dire, è uno dei rarissimi posti in cui persino io, se sono costretto a passarci in bicicletta, salgo sul marciapiede (sperando non ci siano pedoni, sennò non mi passa più comunque…). Alle 16:30 il traffico non è ancora tale da fare un ingorgo di suo per la semplice strozzatura, e quindi qualcuno che pensa di infilarsi in uno spiraglio lo trovi sempre. Anche in questi giorni in cui il tramonto è prestissimo a quell’ora c’è ancora luce: quindi il famigerato ciclista doveva essere visibile anche se era uno di quelli che ama girare senza luci e con un cappotto nero. In quel punto poi non c’è nessun motivo per un ciclista di spostarsi di corsia (dove dovrebbe andare?), quindi comincerei a chiedermi che facessero automobilista e motociclista per dover inchiodare.

Ma il vero punto è un altro: il ciclista “non si è dato alla fuga”. L’incidente per definizione è stato dietro di lui. Io vi posso garantire che se sento un TUMP! dietro di me non mi fermo e continuo tranquillamente per la mia strada, che io sia a piedi, in bicicletta o in auto. Però evidentemente il redattore di Repubblica ha le sue idee. Semplice, no?

Ultimo aggiornamento: 2015-12-15 14:17

Mondo virtuale e mondo reale

Sulla strada che percorro in bicicletta per tornare a casa dall’ufficio c’è una bella buca. Diciamo che se uno è appena sovrappensiero e la prende si fa molto male, e anche le sospensioni di un’auto non sarebbero molto felici. È un po’ di tempo che me ne sono accorto, ma mi sono sempre dimenticato di segnalare la cosa: ieri mattina finalmente ho scritto sulla pagina web del comune di Milano, e dopo un quarto d’ora (sì, quindici minuti) mi è stato risposto che avrebbero segnalato la cosa all’ufficio lavori pubblici. Oggi pomeriggio hanno aggiunto un aggiornamento: l’ufficio lavori pubblici ha comunicato che la buca sarà riparata entro il 15 dicembre.

Io non sono in grado di stabilire la gravità di quella buca rispetto a tutte le altre in città: spero che qualcuno sia comunque andato di persona a controllare e abbia fatto le sue considerazioni. Capisco anche che abbiamo il ponte di sant’Ambrogio e dell’Immacolata, e che è molto più semplice scrivere che mettersi a lavorare fisicamente. Posso però notare questa differenza di efficienza?

Aggiornamento: (11 dicembre) Stasera la buca era stata tappata. Ieri non sono passato di lì, quindi non posso dire se i lavori sono stati fatti il 10 o l’11.

Ultimo aggiornamento: 2015-12-12 19:39

Lavori pubblici

porfido
Questa foto non è stata scattata sul percorso della Parigi-Roubaix, ma in piazza VIII novembre a Milano. Oggi ci sono degli omini che rimettono a posto i cubetti di porfido sul marciapiede che si erano man mano staccati nel tempo, e un cartello che spiega che si tratta di una “riqualificazione urbana”.
Quel marciapiede è però in pratica un parcheggio (abusivo). Esistono parcheggi abusivi peggiori, questo non dà nemmeno (troppo) fastidio, anche se mi sarebbe piaciuto che anche lì come dall’altro lato della piazza ci fossero venti metri di pista ciclabile per farmi arrivare in ufficio senza fare il giro dell’oca come oggi; ma visto che tanto diventerebbe una pista da scooter, tanto vale lasciarci le auto.
Ma allora, perché non mettere un po’ di asfalto e amen?

Ultimo aggiornamento: 2015-09-22 21:23

Car2go e il “fuoriMilano”

In questi giorni qui a Milano sta montando una Grande Protesta Popolare contro la decisione unilaterale di car2go – uno dei millanta servizi di car sharing, se non sbaglio il primo ad essere sbarcato in città in grande – di aggiungere un balzello di euro 4,90 a chi lascia la macchina nella periferica periferia della città. Periferia molto periferica: io abito in periferia ma a giudicare dalla cartina sono ben dentro la zona che per loro è “la vera Milano”. Non che la cosa mi importi, non avendo mai avuto la tessera car2go e non avendo mai usato nessun servizio di car sharing. Ad ogni buon conto, il balzello prevede anche che chi porti una macchina dalla più periferica periferia al centro guadagni… minuti gratuiti, figuriamoci se abbassano le tariffe. Le reazioni vanno dalle marchette (vedi per esempio il Milanese Imbruttito) alle prese di posizione su Facebook del Comune di Milano, con la replica di car2go. La cosa più divertente, come al solito, è leggere i commenti, anche se i testi contengono anch’essi delle chicche.

Da quanto ho capito, legalmente la situazione è a favore di car2go, perché nella convenzione con il comune non c’è scritto da nessuna parte che le tariffe debbano essere uguali per tutta la città e quello che conta è solo che si possa lasciare l’auto più o meno ovunque. Gli utenti arrabbiati insomma hanno come unica scelta passare a Enjoy, Twist o qualche altro gestore, tenendo comunque conto che se i calcoli fatti da car2go sono corretti a loro conviene perdere quei clienti lì: se è vero che pagano al comune 1100 euro l’anno per auto, quelle macchine devono girare il più possibile. Detto questo, resta la diatriba di base. Se si deve aumentare il costo di un servizio, è più corretto spalmarlo su tutti gli utenti oppure creare un sistema di incentivi? Per dire, il biglietto del bus a Milano costa un euro e mezzo per novanta minuti, ma se appena si superano i confini comunali il costo sale parecchio. Certo, aumenta il tempo di validità, ma per esempio non si può andare e tornare da un comune fuori Milano, il che è limitante. Oppure per fare un esempio che mi riguarda più da vicino, ha senso ampliare troppo BikeMi? Ora che è arrivata a una distanza ragionevole da casa mia (700 metri, prima la stazione più vicina era a quasi un chilometro e mezzo) io sono naturalmente contento, però il matematico che è in me si chiede quanto l’ampliamento dell’area porterà a disuguaglianze nella distribuzione delle bici. Già ora a pranzo è molto difficile lasciare la bici in uno stallo in centro, perché tutti arrivano lì… Insomma, a parte i vantaggi e svantaggi personali, la mobilità di questo tipo è un problemone.

Ultimo aggiornamento: 2015-08-13 10:49

Muro libero

Stamattina, mentre pedalavo sotto piazza Carbonari, ho visto alcuni operai che lavoravano. Poiché date le temperature di questi giorni sfreccio ancora meno del solito sono riuscito a notare che stavano attaccando un cartello “Muro libero”. Una rapida googlata mi ha fatto trovare questa notizia dell’anno scorso: si vede che luglio è il mese migliore per queste iniziative.

Personalmente sono molto favorevole a queste iniziative, anche se il muro in questione non è molto visibile. Mi chiedo solo come sperino che il muro non sia rovinato dai tagger (brutta gente, con capacità artistiche pari alle mie) e soprattutto perché serva indicare che il muro sia “libero”. Non sarebbe più semplice mettere in rete una lista di questi muri? O avete paura che qualcuno venga a “ripulire gli sgorbi”?

ciclisti a Milano – due minuzie

Stamattina mi sono trovato nel piazzale di Pagano, ho visto una pista ciclabile quasi nella mia direzione e ho provato a prenderla, facendo un pezzo di via Cherubini e via Cimarosa. Giudizio: chi l’ha progettata dovrebbe rimborsare il suo costo. Curve ad angolo con tratti ben più stretti di un metro perché nello spartitraffico centrale c’è un edificio; attraversamenti della carreggiata viaria a distanza di pochi metri, semplicemente perché c’era un minimo di aiuola che poteva essere distrutta per la pista. Alla fine non appena ho potuto me ne sono tornato sulla strada, era molto più sicuro.

Prima di arrivare lì ero in via Farini. All’incrocio con via Quadrio c’erano due signore che dovevano attraversare la strada, e mi sono fermato per farle passare. Una tipa in bicicletta (con seggiolino bimbo vuoto) se ne è strafregata e ha tagliato loro la strada. All’ironico “grazie” pronunciato dalle signore, la tipa ha ancora avuto il coraggio di commentare, dicendo “non sono mica in macchina!”. No, tipa in bicicletta con seggiolino bimbo. Forse non hai capito. Il pedone sulle strisce pedonali (quando non ha il semaforo rosso, ovvio) ha la precedenza su tutti i veicoli, e la bicicletta è un veicolo. Sono quelle come te che poi mi rovinano la vita.

Ultimo aggiornamento: 2015-07-07 11:14