Il voto nei nove municipi milanesi

Anche a Milano, come già da un po’ a Roma, le circoscrizioni subcomunali da quest’anno si chiamano municipi. Sono sempre nove, dovrebbero avere qualche problema in più, e hanno un premio di maggioranza stile Italicum: se la coalizione vincente supera il 40% si becca il premio.
La sostanziale parità tra Parisi e Sala si mostra anche nei municipi: a quanto parrebbe, sette potrebbero andare al centro-sinistra (tra cui quello di Milano centro, storicamente più a destra…) mentre il Municipio 2 e il 7 andranno al centro-destra. Uso il condizionale, perché per esempio nel municipio 4 Sala ha preso ben trenta voti più di Parisi (25.623 contro 25.493) e nel mio Municipio 9 (che storicamente era quello comunista…) il vantaggio è di 71 voti (27.257 contro 27.181). In realtà guardando il voto locale i distacchi sono maggiori, ma il punto resta sostanzialmente lo stesso. Chi l’avrebbe mai detto anche solo una settimana fa?

Aggiornamento: (h16) a quanto pare i dati indicati ora sono completamente diversi e il centrodestra avrebbe vinto anche quei due municipi oltre che nel 5.

Ultimo aggiornamento: 2016-06-06 16:11

5 pensieri su “Il voto nei nove municipi milanesi

  1. un cattolico

    Ancora una volta abbiamo fatto da apripista noi romani nel complicare la vita ai cittadini, usando per strutture amministrative subcomunali il nome comunemente usato per i Comuni…

    La nostra burocrazia se può complicare la vita lo fa ben volentieri! Che bisogno c’era, tra l’altro, di ridenominare “Assemblea Capitolina” il Consiglio comunale romano?!

    1. Bubbo Bubboni

      La differenza di denominazione delle circoscrizioni c’era per le città che erano o sono capitale. Non che questo abbia un senso logico… e ovviamente a Torino non si è mai usata (non so a Firenze)… ma si vede che ora c’è più fantasia e meno storia. La quantità di senso logico direi che è costante.

  2. Federico

    Incomprensibile (o inesistente) la strategia del PD, che non si è alleato né con Cappato né con Rizzo nemmeno a livello di zona, ma non ha nemmeno fatto la solita campagna per il “voto utile”. Quanti hanno votato sapendo del premio di maggioranza, o del voto disgiunto?

    Intanto segnalo che i sindacati dei bibliotecari sono/erano in rivolta per il timore che il Sistema Biblioteche Milano venga di fatto smembrato, dato che le biblioteche sono citate fra le competenze dei municipi nel regolamento (http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_marzo_21/municipi-scontro-regolamento-che-detta-funzioni-poteri-zone-5b6ee914-eed0-11e5-a851-4eb96ea5fe45.shtml ).

    1. .mau. Autore articolo

      il voto disgiunto dovrebbe essere ormai noto agli elettori. Sul mini-Italicum per i municipi, invece, credo che lo conoscessero in ben pochi, e peggio ancora non lo conoscevano quelli di centrosinistra… oppure erano MOLTO fiduciosi di vincere comunque.
      Per quanto riguarda le biblioteche, non vedo grandi problemi burocratici: ci sono consorzi di comuni, perché non dovrebbero esserci consorzi di municipi?

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