
Quello che vedete qui sopra è il ritaglio di un brano dell’articolo di ieri di Corrado Augias. Nel caso vi chiedeste cosa sia esattamente successo, allego qui a destra l’inizio del brano della rubrica di ieri.
Augias è del 1935. Posso comprendere che non sia abituato a vedere messaggi di phishing. Comprendo un po’ meno che scriva che il messaggio era “ben camuffato”, quando tutto il suo pezzo del giorno prima mostrava tutti gli errori di ortografia e di parole non tradotte in italiano, che aveva ovviamente notato perché è una persona di cultura. Ok, diciamo che per tutti noi vale l’effetto Fonzie e non è facile dire “oops, ci ero cascato come un pollo”. Prendiamo atto che si è scusato con i lettori; possiamo anche immaginare che ci sarà qualcuno che grazie a questi articoli avrà capito meglio che cosa è il phishing. Capisco un po’ meno il dileggio che c’è stato tutta la giornata di sabato su Twitter: d’altra parte la Schadenfreude è un concetto ben noto, soprattutto in un ambiente nerd.
Quello che io mi chiedo però è un’altra cosa. Perché gli articoli dei Grandi Vecchi non vengono mai verificati da nessuno prima di essere messi in linea e sull’edizione cartacea? Si eviterebbero tante figuracce e saremmo tutti più contenti. Non è un lavorone, nessuno chiede di correggere prosa oppure stile… ma forse anche questo è un segno di come il mondo della stampa si ponga oggi in Italia.
Se leggete
Venerdì scorso il Corsera ha pubblicato
Sabato scorso Repubblica aveva un articolo a tutta pagina, con richiamo in prima, dal titolo “Lo studente, l’ingegnere – Nuovo colpo alla rete dei ladri di giornali”. Purtroppo non l’ho trovato in rete, evidentemente i ladri non sono riusciti a rubarlo. (Ci sarebbe anche l’elzeviro di Bonini che ricorda al colto e all’inclita che gli editori stanno ancora aspettando il recepimento della direttiva europea per farsi dare i soldi da Google, ma per stavolta soprassediamo). Poi uno legge l’articolo e scopre che delle otto persone che si sono viste arrivare la Guardia di Finanza che ha loro sequestrato tutto, al momento a essere accusati di violazione di copyright sono solo in due, e l’unico di cui è certa l’occupazione fa il pescivendolo. Capisco che in effetti dire “un pescivendolo ladro di giornali” farebbe immediatamente venire in mente una sfilza di battute e quindi qualcuno ha pensato bene di glissare.