Corrado Augias e il phishing


Quello che vedete qui sopra è il ritaglio di un brano dell’articolo di ieri di Corrado Augias. Nel caso vi chiedeste cosa sia esattamente successo, allego qui a destra l’inizio del brano della rubrica di ieri.

phishing Augias è del 1935. Posso comprendere che non sia abituato a vedere messaggi di phishing. Comprendo un po’ meno che scriva che il messaggio era “ben camuffato”, quando tutto il suo pezzo del giorno prima mostrava tutti gli errori di ortografia e di parole non tradotte in italiano, che aveva ovviamente notato perché è una persona di cultura. Ok, diciamo che per tutti noi vale l’effetto Fonzie e non è facile dire “oops, ci ero cascato come un pollo”. Prendiamo atto che si è scusato con i lettori; possiamo anche immaginare che ci sarà qualcuno che grazie a questi articoli avrà capito meglio che cosa è il phishing. Capisco un po’ meno il dileggio che c’è stato tutta la giornata di sabato su Twitter: d’altra parte la Schadenfreude è un concetto ben noto, soprattutto in un ambiente nerd.

Quello che io mi chiedo però è un’altra cosa. Perché gli articoli dei Grandi Vecchi non vengono mai verificati da nessuno prima di essere messi in linea e sull’edizione cartacea? Si eviterebbero tante figuracce e saremmo tutti più contenti. Non è un lavorone, nessuno chiede di correggere prosa oppure stile… ma forse anche questo è un segno di come il mondo della stampa si ponga oggi in Italia.

Un pensiero su “Corrado Augias e il phishing

  1. mestessoit

    Beh, nemmeno quelli dei piccoli giovani vengono verificati, ed i grandi vecchi sono una categoria a parte: intoccabili a prescindere. Sono quindi più disturbato dalla generale mancanza di verifiche che dal caso particolare.

    Cmq, Augias è più avanti di mia madre informaticamente parlando, quindi onore al suo merito.

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