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quanti gradi!

[una virata a 360 gradi] Pietro mi segnala questo articolo della Gazzetta del Sud che inizia con uno dei classici topoi del giornalismo che ha paura dei numeri: una “virata a 360 gradi”.
Basta pensarci un attimo e il concetto di virata a 360 gradi fa subito venire in mente quello di “inversione a O”: però bisogna appunto pensarci su, e non far partire immediatamente il neurone che si è attivato al pensiero di frasi tipo “le indagini sono condotte a 360 gradi” – frase questa che ha indubbiamente un senso, almeno se si vogliono escludere interventi divini o infernali e quindi ci si limita a indagini sul piano.
Kudos a Pietro per essersi immediatamente accorto della frase!

Ultimo aggiornamento: 2013-05-22 10:02

copiare non è bello

[non vinse...]
Quello qui sopra è un ritaglio di un articolo del Corriere. Peccato che Bigas Luna non vinse la Mostra di Venezia ma ottenne solamente il Leone d’Argento. Com’è possibile uno svarione simile?
Io un’ideuzza ce l’avrei. Fino a pochi minuti fa (dopo che la cosa mi è stata segnalata) la voce di Wikipedia diceva appunto che «Prosciutto, prosciutto vinse la Mostra di Venezia ed attirò attenzioni e critiche al regista spagnolo.» Per la cronaca, lo diceva dal 2005
Diciamo che se al Corriere avessero citato le fonti almeno avrebbero potuto evitare la figuraccia ;-)

Ultimo aggiornamento: 2013-04-06 20:21

Magari leggere prima di scrivere aiuta

Io non so chi abbia scritto l’occhiello a questo articolo pubblicato sulla Stampa a proposito dei libri di Frank Baum (che è stato storpiato in Buam, ma vabbè). Già io ho dei dubbi sulla frase nella postfazione stessa che afferma «negli anni feroci e tremendi del “maccarthismo” […] Baum venne tolto dalle biblioteche perché era definito “anarchico”». Mi è capitato in questi giorni di leggere alcuni articoli che Martin Gardner scrisse ai tempi: è vero che i bibliotecari erano contro Baum, ma la ragione sembra essere più che altro che non li ritenevano adatti ai bambini “moderni”, per lo stile di scrittura non certo ricercato.
Però partire da quella frase per scrivere – nell’occhiello, ribadisco – «La serie scritta da Baum in pieno maccartismo bandita dalle biblioteche, conquistò cinema e lettori» può significare due cose: che l’estensore è convinto che Baum (morto nel 1919) scrisse la serie di Oz in pieno maccartismo, oppure che non sa che in italiano si sarebbe dovuto scrivere «La serie scritta da Baum, bandita dalle biblioteche in pieno maccartismo». Lascio a voi la scelta.

Ultimo aggiornamento: 2013-03-24 18:43

Dal Corriere della Sera

[anno]

«Cominciano e finiscono all’attacco per quello che sono, con quello che *anno.»

Questo è il quotidiano più venduto in Italia (e non venitemi a dire “ma tanto è la pagina dello sport, bisogna adeguarsi”)

Ultimo aggiornamento: 2013-03-07 11:10

carte truccate

[chi è che trucca le carte?] Un tempo Oscar Giannino e Libero andavano d’amore e d’accordo. Poi il variopinto giornalista ha deciso di mettersi in proprio alle elezioni, e subito il quotidiano ossimorico ha disconosciuto il passato, schierandosi immediatamente contro di lui. Vi lascio immaginare la gioia nell’aver scoperto che il master millantato da Giannino non esisteva affatto. Però mi pare che ora stiano esagerando un po’. Qui sopra vedete il titolo in prima pagina, che lascia intuire al lettore che anche le sue due lauree siano farlocche. Io non so se sia vero o no: però “casualmente” nell’articolo vero e proprio di questa inesistenza delle lauree non se ne parla affatto. L’unica frase che trovo è «Quanto alle due lauree, sul sito noisefromamerika il 3 giugno 2009 scriveva: “Scusate se dichiaro di restare un poco stupito dal più dei commenti. Mi confermano che la separazione tra diritto ed economia non fa bene a nessuno, cosa che mi spinse decenni fa a sommare le due lauree”.».
Ma sono sempre io che penso male.

Ultimo aggiornamento: 2013-02-20 09:56

il bersanometro

Io in genere non giro catene di sant’Antonio, lo sapete. Se questa volta faccio un’eccezione è perché l’ho provata io stesso, e quindi posso dare una risposta di prima mano. (In effetti non giro il testo della catena: me lo riscrivo da capo)
Repubblica.it ha il suo giochino elettorale, “il politometro“. Tu scegli l’avatar, metti il tuo nome, e rispondi a 12 domande: alla fine ti dice a quale dei cinque candidati premier (oops, volevo dire capi della coalizione o della forza politica) tu saresti più vicino. Cinque, perché Oscar Giannino non è pervenuto.
Ne abbiamo visti tanti di questi giochini, fatti più o meno bene. Ordunque: dopo aver letto il post della catena di sant’Antonio mi sono scelto l’avatar (una scimmietta), ho messo il mio nome (anzi, ho messo “bersani”) e ho risposto alle domande nel modo più lontano possibile da quelle che dovrebbero essere le risposte bersaniane. Non è stato facilissimo, perché in effetti le risposte sono tutte così fumose che fanno capire che non c’è poi differenza tra nessuno – nemmeno beppegrillo(tm). Rectius: ho cercato di mettere le risposte più vicino possibile al programma del Popolo della Libertà. Il risultato lo potete vedere qui. E a quanto pare essere equivicino a Bersani Ingroia e Grillo, anche se c’è una leggera preferenza verso il primo, è già stato un risultatone: ho provato a fare alcune prove casuali (tutte le volte la prima risposta, oppure tutte le volte l’ultima) e sono risultato parzialmente sovrapposto a Piergigi.
Con un minimo di attenzione ci si accorge che il posizionamento dei candidati (fisso) non è casuale: il leader PD è casualmente al centro, il che ci fa capire come mai le risposte causali tendano a prediligerlo. Ma, come ho scritto, le mie prime risposte non erano affatto casuali: quindi o io non so assolutamente cosa voglia Berlusconi (e in effetti potrebbe anche essere vero, occorrono orologi molto precisi per riuscire a ricavare un pensiero coerente) oppure il giochino ha una leggerissimissima preferenza per uno dei cinque candidati. D’altra parte, sarà anche vero che il sondaggio non ha nessun valore, bla bla bla; ma non c’è nemmeno la possibilità di un minimo approfondimento su chi ha detto cosa: insomma il tutto sembra davvero uno spottone elettorale senza vergogna. Non certo una bella cosa.
Aggiornamento: (20:00) Niccolò Caranti aveva più tempo di me e ha provato a rispondere secondo i programmi ufficiali dei cinque candidati. I suoi risultati si possono vedere su Facebook (il post dovrebbe essere pubblico). Risultati: Berlusconi si troverebbe fra Ingroia e Bersani, Monti copre la faccia del povero Bersani, Grillo è più o meno equidistante fra Bersani e Monti, Ingroia sicuramente vota Monti. E Bersani? Finisce nell’angolino in basso a destra, lontano da tutti, compreso lo stesso Bersani!

Ultimo aggiornamento: 2013-02-15 09:36

grande stupore

Oggi mi è capitato di leggere questo articolo del NYT, e sono rimasto piuttosto stupito. Non mi ha stupito che il cardinale di New York abbia scherzato, baciando per esempio l’inesistente anello di Stephen Colbert: ovvio che si sono preparati gli sketch in anticipo, in una discussione su come gioia e umorismo fanno parte della vita spirituale. D’altra parte, ho anche il sospetto che alla periferia dell’impero il cattolicesimo sia molto più allegro di quello che vediamo in Italia. Mi ha stupito un po’ scoprire che Colbert è cattolico praticante e insegna persino catechismo, o quello che è la Sunday School: ma c’è stata una cosa molto più incredibile, per uno abituato a leggere i nostri quotidiani online.
L’articolo termina infatti con questo testo:

This article has been revised to reflect the following correction:
Correction: September 15, 2012
An earlier version of this article misidentified the magazine whose editor sent out live Twitter posts from the event. It is Commonweal, not the Jesuit weekly America.

Insomma: il NYT ha fatto un errore, gli è stato fatto notare, e non solo ha corretto l’articolo: ha anche esplicitamente spiegato che l’errore c’era, e qual era. Da noi, quando va bene, scrivono “articolo modificato”…

Ultimo aggiornamento: 2012-09-18 18:33