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Doublespeak al Post

Premessa: mia moglie è abbonata al Post (principalmente per sentirsi Francesco Costa, è una groupie). Martedì leggo questo post del Post, che in sostanza dice che da gennaio tre podcast e una newsletter, finora gratuite, passeranno sotto abbonamento. Legittima scelta, ci mancherebbe altro.

Ma non puoi scrivere “L’abbonamento al Post si arricchisce”. Prima quelle cose le avevi comunque anche senza abbonamento. Quindi non arricchisci nulla ma togli ad altri. Diciamo che da loro non me l’aspettavo proprio.

(Per quanto mi riguarda, io leggevo solo Charlie. Ho immediatamente disdetto la ricezione della newsletter, tanto vale portarmi avanti col lavoro)

Strade pericolose

l'articolo del Corriere della Sera sui masselli spostati Stamattina mentre prendevo il cappuccino con il mio collega (anzi ex collega, lui è passato in FiberCop) mi è saltato l’occhio su questo articolo del dorso milanese del Corriere. Milano ha molte strade con masselli (che non sono il pavé: quelli sono cubetti relativamente piccoli, questi sono dei parallelepiedi molto grossi). Ha anche molto traffico, e molti tram che sono mi sa ormai molto più pesanti di quelli per cui le strade erano tarate. Inoltre i lavori si fanno più o meno (più meno che più) bene. Ergo, i masselli si spostano e si rischiano incidenti.
Ma per il Corriere gli incidenti più importanti sono quelli che coinvolgono le auto, naturalmente: tre esempi su tre nei boxini a destra… Poi è vero che anche dove i masselli non ci sono le buche me le trovo comunque in bicicletta, quindi non cambia nulla. Però è chiaro il pensiero di base.

Ultimo aggiornamento: 2024-11-04 18:22

Rivoluzione a Repubblica

Da quando John Elkann ha deciso di seguire l’esempio del nonno Gianni Agnelli e dedicarsi anche all’editoria, la qualità delle testate da lui possedute è calata vertiginosamente. Giuanin Lamiera con La Stampa aveva fatto patti chiari: sempre parlare bene della Fiat nascondendo qualunque magagna, ma per il resto ampia libertà, anzi la richiesta di scrivere articoli pensati bene. Anche al di fuori della terza pagina c’erano molte firme per cui valeva la pena di comprare l’edizione giornaliera di Illustratofiat. La Stampa prima e Repubblica poi sono scadute a punto tale che non guardo più nemmeno i titoli online, che rispecchiano ovviamente la linea editoriale imposta. Né credo di essere il solo: nel generale calo delle vendite di quotidiani, Repubblica e Stampa brillano per andare molto peggio della media. Persino la redazione di Repubblica era da tempo perso ai ferri corti con il direttore Maurizio Molinari. Viene quasi da rimpiangere il tempo del colonnino morboso, che perlomeno si poteva evitare di leggere; ora non c’è una linea editoriale semplicemente appiattita, ma un minestrone di veline e gossip.

La notizia che Elkann si è dimesso da presidente di GEDI e che Molinari è stato sostituito da Mario Orfeo è giunta però come un fulmine a ciel sereno. (Per dire, nemmeno il sito di Repubblica ne parla in questo momento). Far fuori Molinari probabilmente era ormai l’ultima carta a disposizione di Elkann, ma non è chiaro cosa speri di fare togliendosi formalmente dalla carica di GEDI. Vedremo che succede…

Ultimo aggiornamento: 2024-10-03 18:54

Ci sono giornalisti e giornalisti

L'IP che ha eliminato la data di morte di Schillaci Purtroppo pare che Totò Schillaci abbia avuto una recidiva del tumore al colon che l’aveva colpito. Purtroppo la mamma dei cretini è sempre incinta, e un utente anonimo oggi alle 15 aveva modificato la voce di Wikipedia sul protagonista di Italia 90, indicandone la morte. La falsa notizia è stata tolta un paio d’ore dopo da un altro utente anonimo, non prima che Repubblica scrivesse ” Addirittura il profilo di Wikipedia, come spesso accade, aveva proposto un aggiornamento di pessimo gusto annunciando la scomparsa nel 59enne proprio in data 8 settembre 2024.” (sì, la frase non ha senso: se il vandalo ha scritto oggi e l’articolo è di oggi, specificare la data non serve a nulla).

L’utente che ha inserito la morte di Schillaci è un siciliano non meglio identificabile, almeno con le informazioni pubbliche che io come tutti voi ho a disposizione. Invece si sa qualcosa di più dell’utente che ha tolto la data di morte, come potete vedere dall’immagine: si connetteva dalla sottorete pubblica del Messaggero, e presumibilmente è un giornalista. Per quel poco che può valere, voglio ringraziarlo pubblicamente.

Ultimo aggiornamento: 2024-09-08 19:03

i libri rubati al Salone

logo del Salone del libro Se dovessi fare una scommessa, quest’anno al Salone del libro c’è stata un po’ meno gente che in passato. (Io purtroppo è una vita che non riesco più ad andarci, ma questa è un’altra storia). Altrimenti non avrebbe molto senso l’articolo di Repubblica sui furti di libri negli stand, che è proprio uno di quei pezzi di costume che di solito si trovano in estate per riempire le pagine cartacee o virtuali.
Io comunque resto col sospetto che almeno negli stand mediopiccoli i libri più facilmente prendibili sono quelli che anche se rubati alleggeriscono il magazzino…

Ultimo aggiornamento: 2024-05-13 11:12

L’importante è pubblicare

dal sito dello shopping Il Sole-24 Ore Ogni tanto guardo cosa fa la concorrenza nel settore kiosk, insomma quali libri di matematica si pubblicano (o ripubblicano) in edicola. Ho visto così che il mese scorso il Sole-24 Ore ha riproposto La matematica è un’opera d’arte. Tutto bene.

Peccato che nella biografia dell’autore si siano dimenticati di aggiungere che Giovanni Filocamo è morto nel 2020 (anche morto male, poverino). Ma d’altra parte ho visto che già nel 2022, per un altro suo libro, la biografia era la stessa. Non so voi, ma a me questa cosa mette una tristezza…

“Alta tensione”

Affari ad alta tensione sull'asse Roma-Parigi

Che i giornalisti di una testata sfiducino il direttore non è così comune. Non che serva a qualcosa in pratica. Il motivo del contendere? Un articolo che sarebbe dovuto apparire ieri in prima pagina del supplemento Affari&Finanza di Repubblica e che è stato modificato dopo l’ultimo momento, nel senso che (lo dice il comunicato e lo ribadisce Il Fatto Quotidiano) sono state mandate al macero centomila copie dell’inserto.

Quello che dicono tutti nemmeno troppo tra le righe è che l’articolo da qualche parte parlava anche di Stellantis e di come i francesi abbiano anche lì fregato gli italiani (tema molto caro a Pons). Ovviamente Elkann lo sa bene che Fiat è stata in pratica venduta ai francesi, visto che lo so bene persino io: ma a quanto pare la cosa non deve essere pubblicizzata troppo, tanto che anche i giornalisti si lamentano solo “dello spreco”, della “mancata organizzazione” e della procedura atipica di un direttore che entra a gamba tesa dopo che la direzione (chi, quindi?) aveva dato l’ok. Ma vabbè, ormai Gedi è da parecchio allo sbando…

Ultimo aggiornamento: 2024-04-09 10:51

Essere più vecchi di chi è nato nel nostro anno

Il mio amico Marco Fisk segnala questo articolo – che ovviamente non avrei mai letto altrimenti – dove Viviana Mazza scrive senza veruna vergogna che Biden «ha solo 15 anni di più in media rispetto ai nati nel suo stesso anno». Ve lo dico subito: Mazza ha tradotto (male: tanto valeva usare Google Translate) questo articolo di Bloomberg del maggio scorso che diceva

«Someone born in Colonial America in the 18th century had a life expectancy of just 28—skewed heavily, of course, by the fact that so many people died in infancy. When Madison took office, he was already more than twice as old as most of those born the same year. He was, in relative terms, much older than Biden, who is just 15 years older than the average life expectancy of his year group.»

e quindi che Biden ha solo 15 anni in più rispetto all’aspettativa di vita media di chi era nato nel suo stesso anno. Non sapere né l’inglese né la matematica non aiuta molto, quando bisogna scrivere un articolo.

Detto questo, il matematico che è in me trova comunque errata da un punto di vista logico anche la frase originale di Bloomberg, ancorché essa sia tecnicamente corretta. È vero che l’aspettativa media di vita di una persona nata nel 1942 era di 66 anni, e quindi Biden l’ha superata di 15 anni; ma quello che ci interessa davvero sapere è quanta percentuale delle persone nate nel 1942 è ancora viva oggi, oppure qual è l’aspettativa di vita attuale di chi è nato nel 1942 ed è ancora vivo. (Occhei, per essere davvero precisi quello che ci interessa è sapere quante di queste persone siano ancora attive, per avere un’idea di cosa si può fare a quell’età: ma trovare questi dati è parecchio più complicato, mentre quelli da me indicati dovrebbero essere disponibili nelle tabelle attuariali).

Il problema di base è sempre lo stesso: distinguere tra media e mediana. All’epoca di Madison l’aspettativa di vita era molto bassa a causa delle morti durante l’infanzia, ma chi arrivava alla maggiore età e scampava anche alle guerre poteva poi vivere abbastanza a lungo. Ecco dunque perché il paragone tra Biden e Madison è mal posto, almeno in questi termini. Ma qua in effetti occorre avere compreso qualcosa in più dell’aritmetica di base.

Ultimo aggiornamento: 2023-09-15 10:00