Al Corriere si sono accorti che è Pasqua, e quindi bisogna dare sfoggio di cultura, meglio ancora se con un po’ di latino: così Gian Guido Vecchi spiega che il papa “pronuncia a fatica la benedizione solenne in latino, che solo il Papa può dare a Pasqua: «Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus»”.
Peccato che chiunque vada a messa e non si sia addormentato sa che un qualunque sacerdote termina la funzione con le parole “Vi benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito santo”, che è appunto la benedizione presbiteriale di base. Eppure bastava aprire Wikipedia per scoprire che la benedizione Urbi et Orbi è molto più ampia e che il papa non pronuncia solo a Pasqua. L’unica cosa su cui ci ha preso è che quella benedizione, in forma ovviamente completa e non solo con l’explicit, la può pronunciare solo il papa…
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No, Nordio non ha detto quello
Stefano mi ha segnalato questo lancio d’agenzia, dove il ministro Nordio avrebbe affermato «Noi in Italia abbiamo 50 milioni di italiani e 500mila stranieri. Se andiamo a vedere i femminicidi commessi, il numero commesso dagli italiani è sicuramente maggiore, ma tenuto conto del rapporto tra italiani e stranieri di 10 a 1, se va a vedere i femminicidi commessi dagli stranieri allora la percentuale aumenta a scapito degli stranieri”.»
Premessa: un omicidio è un omicidio, chiunque l’abbia commesso e su chiunque l’abbia commesso. Fare calcoli percentuali sulla probabilità che gli autori siano maschi o femmine è insultante nei confronti di tutti. Io però mi sono fermato sui numeri riportati. Mentre il rapporto tra italiani e stranieri è effettivamente intorno a 10:1, vedere che questo rapporto è di 50 milioni a 500000 mi ha fatto pensare che Nordio avesse un rapporto molto conflittuale con la matematica. Ma decenni di lettura dei media non mi fanno fidare molto di quanto letto, e quindi sono andato a cercare il video dell’intervista. Il pezzo incriminato parte dopo il minuto 21’15”, e si sente perfettamente che Nordio dice che in Italia abbiamo 50 milioni di italiani e cinque o sei milioni di stranieri, dati sostanzialmente corretti (in quel contesto una stima spannometrica è la soluzione corretta).
Come hanno fatto questi cinque o sei milioni a diventare 500mila? Come refuso mi pare parecchio strano. Ma ripeto: lamentiamoci che Nordio ha reiterato che ci sono delle culture che considerano “la donna una res, una cosa”, anziché concentrarsi sui reati; ma non diamogli colpe che non ha.
Ultimo aggiornamento: 2025-04-15 15:50
Fiscal drag per il Corriere
Leggo sul Corriere questa definizione:
Ma se c’è inflazione il valore del reddito scende, non è possibile comprare le stesse cose di prima perché queste costano di più, però le imposte non ne tengono conto, e quindi in termini reali è come se aumentassero (tecnicamente si chiama «fiscal drag»)
Che con l’inflazione a parità di stipendio il valore del reddito scenda è lapalissiano. Quella che è una grande cantonata è che questa cosa si chiami fiscal drag.
A parte le drag queen, in inglese drag significa trascinare, strascicare: quello che fa una draga. In pratica quello che succede con il fiscal drag è che se c’è un’inflazione diciamo del 5% e il nostro stipendio è cresciuto del 5%, il valore del reddito sarebbe lo stesso: però questo 5% in più è tassato con un’aliquota marginale più alta (della media del reddito precedente), e quindi la percentuale di soldi che paghiamo in tasse cresce più del 5%. Lo stato ha appunto dragato un po’ di soldini dal nostro reddito. In caso di stipendio costante (e aliquote fiscali pure costanti) noi perdiamo valore per il nostro reddito, ma lo stato non ci guadagna nulla, perché i soldi che ottiene sono sempre gli stessi.
Non so, a me pareva un concetto ovvio, ma evidentemente non è così.
Ultimo aggiornamento: 2024-12-13 09:16
Doublespeak al Post
Premessa: mia moglie è abbonata al Post (principalmente per sentirsi Francesco Costa, è una groupie). Martedì leggo questo post del Post, che in sostanza dice che da gennaio tre podcast e una newsletter, finora gratuite, passeranno sotto abbonamento. Legittima scelta, ci mancherebbe altro.
Ma non puoi scrivere “L’abbonamento al Post si arricchisce”. Prima quelle cose le avevi comunque anche senza abbonamento. Quindi non arricchisci nulla ma togli ad altri. Diciamo che da loro non me l’aspettavo proprio.
(Per quanto mi riguarda, io leggevo solo Charlie. Ho immediatamente disdetto la ricezione della newsletter, tanto vale portarmi avanti col lavoro)
Strade pericolose
Stamattina mentre prendevo il cappuccino con il mio collega (anzi ex collega, lui è passato in FiberCop) mi è saltato l’occhio su questo articolo del dorso milanese del Corriere. Milano ha molte strade con masselli (che non sono il pavé: quelli sono cubetti relativamente piccoli, questi sono dei parallelepiedi molto grossi). Ha anche molto traffico, e molti tram che sono mi sa ormai molto più pesanti di quelli per cui le strade erano tarate. Inoltre i lavori si fanno più o meno (più meno che più) bene. Ergo, i masselli si spostano e si rischiano incidenti.
Ma per il Corriere gli incidenti più importanti sono quelli che coinvolgono le auto, naturalmente: tre esempi su tre nei boxini a destra… Poi è vero che anche dove i masselli non ci sono le buche me le trovo comunque in bicicletta, quindi non cambia nulla. Però è chiaro il pensiero di base.
Ultimo aggiornamento: 2024-11-04 18:22
Rivoluzione a Repubblica
Da quando John Elkann ha deciso di seguire l’esempio del nonno Gianni Agnelli e dedicarsi anche all’editoria, la qualità delle testate da lui possedute è calata vertiginosamente. Giuanin Lamiera con La Stampa aveva fatto patti chiari: sempre parlare bene della Fiat nascondendo qualunque magagna, ma per il resto ampia libertà, anzi la richiesta di scrivere articoli pensati bene. Anche al di fuori della terza pagina c’erano molte firme per cui valeva la pena di comprare l’edizione giornaliera di Illustratofiat. La Stampa prima e Repubblica poi sono scadute a punto tale che non guardo più nemmeno i titoli online, che rispecchiano ovviamente la linea editoriale imposta. Né credo di essere il solo: nel generale calo delle vendite di quotidiani, Repubblica e Stampa brillano per andare molto peggio della media. Persino la redazione di Repubblica era da tempo perso ai ferri corti con il direttore Maurizio Molinari. Viene quasi da rimpiangere il tempo del colonnino morboso, che perlomeno si poteva evitare di leggere; ora non c’è una linea editoriale semplicemente appiattita, ma un minestrone di veline e gossip.
La notizia che Elkann si è dimesso da presidente di GEDI e che Molinari è stato sostituito da Mario Orfeo è giunta però come un fulmine a ciel sereno. (Per dire, nemmeno il sito di Repubblica ne parla in questo momento). Far fuori Molinari probabilmente era ormai l’ultima carta a disposizione di Elkann, ma non è chiaro cosa speri di fare togliendosi formalmente dalla carica di GEDI. Vedremo che succede…
Ultimo aggiornamento: 2024-10-03 18:54
Ci sono giornalisti e giornalisti
Purtroppo pare che Totò Schillaci abbia avuto una recidiva del tumore al colon che l’aveva colpito. Purtroppo la mamma dei cretini è sempre incinta, e un utente anonimo oggi alle 15 aveva modificato la voce di Wikipedia sul protagonista di Italia 90, indicandone la morte. La falsa notizia è stata tolta un paio d’ore dopo da un altro utente anonimo, non prima che Repubblica scrivesse ” Addirittura il profilo di Wikipedia, come spesso accade, aveva proposto un aggiornamento di pessimo gusto annunciando la scomparsa nel 59enne proprio in data 8 settembre 2024.” (sì, la frase non ha senso: se il vandalo ha scritto oggi e l’articolo è di oggi, specificare la data non serve a nulla).
L’utente che ha inserito la morte di Schillaci è un siciliano non meglio identificabile, almeno con le informazioni pubbliche che io come tutti voi ho a disposizione. Invece si sa qualcosa di più dell’utente che ha tolto la data di morte, come potete vedere dall’immagine: si connetteva dalla sottorete pubblica del Messaggero, e presumibilmente è un giornalista. Per quel poco che può valere, voglio ringraziarlo pubblicamente.
Ultimo aggiornamento: 2024-09-08 19:03
i libri rubati al Salone
Se dovessi fare una scommessa, quest’anno al Salone del libro c’è stata un po’ meno gente che in passato. (Io purtroppo è una vita che non riesco più ad andarci, ma questa è un’altra storia). Altrimenti non avrebbe molto senso l’articolo di Repubblica sui furti di libri negli stand, che è proprio uno di quei pezzi di costume che di solito si trovano in estate per riempire le pagine cartacee o virtuali.
Io comunque resto col sospetto che almeno negli stand mediopiccoli i libri più facilmente prendibili sono quelli che anche se rubati alleggeriscono il magazzino…
Ultimo aggiornamento: 2024-05-13 11:12