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la teNNologia mi si ritorce contro

Stanotte i duenni sono stati relativamente bravi, solo Jacopo alle 3 di notte si è svegliato lamentandosi: con un po’ di camomilla si è subito riaddormentato. Persino le gatte non hanno grattato in giro per esprimere il loro sdegno sulla qualità della pappa che diamo loro (la pappa è di alta qualità, ma di gusto pessimo).
In compenso alle 4:20 del mattino sento un ti-ti-ti-ti dell’allarme di un orologio. Dopo un minuto l’allarme suona di nuovo, costringendomi ad alzarmi per cercare la causa. Alla fine scopro che è una delle mie (tante) stazioni meteorologiche Lidl al piano superiore: la temperatura esterna era scesa sotto i tre gradi, lampeggiava un fiocco di neve e lei – senza che io gliel’avessi mai detto – voleva far sapere al mondo cosa stava succedendo. Schiaccio snooze, aspetto un minuto, vedo che non suona più, torno a letto e cerco di riaddormentarmi. Alle 5:20 succede di nuovo: sposto la ricerca sensore su un canale vuoto, e torno giù. Alle 6:20 ancora una volta: a questo punto la risposta più semplice è stata togliere le pile e tornare giù a restare nel dormiveglia fintantoché la sveglia (quella vera) non fosse suonata.
Stamattina mando a memoria il modello della stazione meteo prima di uscire da casa; prima di mezzogiorno mi ricordo della cosa e mi metto alla ricerca del manuale online. È infatti possibile che nel cassetto dei manuali a casa ci fosse anche quello, ma credevo che la soluzione più semplice consistesse nell’usare l’internette. Sbagliato. Rispetto a quello che succedeva qualche anno fa, si direbbe che l’unico sito in cui siano salvati i manuali sia uno a pagamento, dove naturalmente non è nemmeno possibile avere un’anteprima per essere certi che il testo sia quello che si vuole. C’erano i soliti siti sanguisughe che cercano di beccarsi pubblicità (se va bene, quando va male ti inseriscono spyware…) indicando i risultati delle ricerche altrui; c’erano forum in varie lingue con la stessa richiesta – il polacco sembrava il più promettente, ma nulla da fare; ho dovuto sfruttare tutte le mie conoscenze ricavate al tempo dal buonanima di Fravia per riuscire a trovare http://www.inter-quartz.de/ che finalmente mi ha permesso di scaricare l’agognato manuale e scoprire che per eliminare l’allarme dovevo premere brevemente e più volte di seguito il tasto “-“: giusto per mostrare l’usabilità del sistema.
Viviamo in un mondo difficile.

Ultimo aggiornamento: 2011-11-16 13:15

un cordiale vafffanculo

all’autista della 70 (tabella 10, numero del bus 6046) che stamattina alle 8:40 circa è arrivato in piazzale Maciachini diretto a Porta Volta. Quel tipo di bus è un 18 metri nuovo, quindi ha la porta centrale con lo spazio per caricare sedie a rotelle o passeggino. La fermata di piazzale Maciachini è su un tratto di preferenziale: le auto passano a fianco. Il marciapiede è rialzato della misura giusta, il bus non ha nessuna difficoltà ad affiancarsi e far salire la gente.
L’autista della 70 (tabella 10, numero del bus 6046) stamattina alle 8:40 circa si è fermato storto, lasciando dai 30 a 40 centimetri di spazio, mentre un imbecille con un passeggino doppio doveva salire sotto la pioggia: non battente ma comunque scocciante. Fortuna che l’imbecille in questione, nonostante la borsa a tracolla, si è esibito in una passabile imitazione dell’incredibile Hulk e ha sollevato di peso il passeggino da dietro, facendo carambolare un po’ di persone che naturalmente stazionavano davanti alla porta stessa perché così potevano respirare un po’ d’aria buona.

Ultimo aggiornamento: 2011-11-08 11:00

Addio bici

Non ho più la mia bicicletta, e ovviamente per colpa mia. Ieri, mentre tornavo dall’ufficio sotto due gocce di pioggia, mi sono fermato davanti alla sede della biblioteca Zara per prenotare un paio di libri. In genere quando arrivo là, non essendoci posti bici, lego tra loro telaio e ruota posteriore. Ieri sera mi sono detto “mannò, è un tempaccio, chi vuoi che passi..”, ho tolto la borsa e sono entrato. Ci avrò messe sette minuti: peccato che una volta uscito la bici non c’era più.
Occhei, chi è causa del suo mal pianga sé stesso; occhei, già quest’estate, quando sotto casa mi rubarono una ruota per attaccarla all’altra bici, era stata vagheggiata la possibilità di prenderne una nuova – e fortuna che non l’ho fatto – visto che ormai era vecchiotta e malmessa. Però ci sono stato così male che stanotte, una delle rare volte in cui i bimbi hanno fatto un sonno unico, mi sono svegliato di colpo e sono restato un’ora sveglio a rodermi.

Ultimo aggiornamento: 2011-11-04 11:00

resoconto genovese

[mode Uriel on] visto che mi è stato chiesto da due persone, vi racconto com’è andata la mia conferenza-spettacolo a Genova, per il Festival della Scienza.[mode Uriel off]
Come ricordate, domenica è stata la mia prima volta in assoluto al Festival della Scienza, direttamente come relatore, con un titolo che era poi quello del mio libro. Diciamocelo: se gente come sir Roger Penrose (che mi han detto essere arrivato con i lucidi scritti a mano…) e Robin Dunbar vengono al Festival in occasione dell’uscita di un loro libro, non vedo perché non possa farlo anch’io…
Genova era soleggiata, tiepida (almeno durante il giorno, la sera è poi arrivato un ventaccio) e piena di gente, molti dei quali chiaramente lì per il festival. Non so se sia per la formula (biglietto giornaliero che dà accesso a tutti gli spettacoli) o per il titolo accattivante, ma la sera da me c’è stato davvero il pienone. La sala aveva 99 posti, metà prenotati in anticipo; alla fine almeno cinquanta persone non hanno potuto entrare causa misure di sicurezza. Non so quante copie del libro siano state vendute (c’era un banchetto all’ingresso che ne aveva una trentina, mai viste così tante tutte insieme nemmeno quando me ne sono comprate a pacchi da regalare ai parenti e a chi mi ha aiutato…), io ne ho autografate quattro o cinque alla fine. Tra il folto pubblico c’erano anche un paio di loschi figuri di cui magari avete sentito parlare…
Per quanto riguarda la conferenza vera e propria, si vede che ho ancora da impratichirmi molto. Il mio maggior errore, come mi ha fatto notare Anna nel debriefing, è stato non indicare all’inizio l’obiettivo della conferenza, il che significa che sia io che il pubblico abbiamo fatto più fatica (per il pubblico, perlomeno chi è riuscito a seguirmi però alla fine ci ha guadagnato di più, visto che la fatica viene ripagata da una maggior comprensione). Sono stato poi un cafone a non ringraziare il folto pubblico, uno sconsiderato a usare un microfono (a mano, non a bottone) che funzionava poco e male, e un tirchio a non usare una nuova pagina a fogli mobili (gentile omaggio personale dello sponsor 3M… da questo punto di vista l’organizzazione del Festival è un po’ carente, e parte dal principio che tutti usino solo e unicamente slide in Powerpoint.
Però direi che tutto sommato è andata bene, mi sono disincagliato rapidamente il paio di volte in cui mi sono avvitato (vi rendete conto che ho detto “42” e nessuno ha dato segno di riconoscimento?), sono riuscito ad avere un po’ di interazione tra il pubblico e anche a farli ridere (volontariamente, ogni tanto faccio delle battute ed evidentemente sono riuscito a fare le battute giuste). Sono fiero di aver deciso all’inizio della conferenza di parlare del problema di lupo, capra e cavolo; così quando ho terminato col problema di John, Paul, George e Ringo che dovevano attraversare il ponte sul Mersey (problema a cui NON ho dato la risposta, sono bastardo inside) ho potuto richiamare l’esempio iniziale e mostrare come tutto torna… Vabbè, diciamo che se ci sarà una nuova opportunità migliorerò!
(ps: alla fine è arrivato un ragazzino che ha risolto il problema, le nuove generazioni imparano in fretta)

Ultimo aggiornamento: 2011-11-02 10:08

_Matematica in relax_ al Festival della Scienza!

Sto man mano spammando in giro… oggi tocca alle notiziole.
Domenica 30 ottobre, alle 18 (lo slot è fino alle 20, ma il tutto durerà un’ora e qualcosa…) sono a Genova, sala Chierici della Biblioteca Berio, a parlare di… Matematica in Relax. Non crediate troppo a quanto scritto nel programma ufficiale, però è vero che racconterò di problemini facili se uno sa prenderli per il verso giusto.
Sapevàtelo. (come bonus, ci sarà anche Anna. I giovini no :-) )

Ultimo aggiornamento: 2016-09-11 21:41

C’era una volta il web

Non si direbbe, ma il World Wide Web (la Tela Totale Terrestre, come la denominai a suo tempo…) ha vent’anni. Per festeggiarla qui da noi, il 14 novembre al Teatro Adriano di Roma ci sarà un incontro curato da Riccardo Luna e avente tra gli ospiti anche Tim Berners-Lee, il creatore del web: il tutto con un sito al riguardo, Happy Birthday Web per l’appunto.
Che c’entro io con tutto questo? Poco, se non che sono stato intervistato su cosa facevo quando la Rete non era ancora nata e ci trovavamo io, Al Gore, Vint Cerf e Jon Postel buonanima :-) (occhei, non è stato proprio così, ma facciamo finta che). È la prima volta in cui mi danno del lei in un’intervista scritta, sto diventando grande.

Ultimo aggiornamento: 2011-10-24 07:04

armadi

Per chi si preoccupava della mancanza del mio post biannuale: tra domenica e ieri c’è stato il giro degli armadi, a cui per fortuna ho dovuto contribuire poco. E infatti ritorna il caldo.

Ultimo aggiornamento: 2011-10-11 12:18

wikisassolini

Ora che il clamore dello “sciopero di Wikipedia” è scemato – si sa, ognuno avrà i suoi 15 minuti di gloria… – ed è tornato il solito tran tran penso che sia arrivato il momento di aggiungere qualche considerazione. Attenzione: tutto quello che scrivo è a titolo puramente personale, a meno che non scriva esplicitamente il contrario.
(1) Wikimedia Italia non è mai stata capace a gestire bene i flussi di informazione, specialmente se maggiori del previsto. Basti pensare che non esiste nemmeno un vero portavoce: questa primavera ho iniziato a farlo io (aggratis) in attesa che si trovasse una persona esperta di comunicazione e sufficientemente esperta dei progetti Wikipedia. Io tutto quello che so di comunicazione me lo sono costruito nei decenni di frequentazione della rete: sono in grado di scrivere un comunicato o un articolo comprensibile e piacevolmente leggibile (no, il comunicato dell’oscuramento non è mio, ho solo modificato qualche parola qua e là: il comunicato mio è quello di solidarietà apparso su wikimedia.it), ma non sono un grande oratore a braccio. Certo però che se l’oscuramento parte senza che io lo sappia sono per forza costretto ad arrampicarmi sugli specchi almeno all’inizio, oltre a perdere mezza nottata per recuperare tutti i dati ed essere pronto per le interviste successive.
(1 bis) Comunque non è il mio mestiere, inutile. Avrò magari la voce sexy (me l’ha scritto mia cognata… non so dove mi abbia sentito, ho perso il conto delle interviste) però è un impegno troppo grande per me.
(2) Naturalmente si poteva dire che la scelta migliore sarebbe stata lasciar parlare direttamente gli organizzatori dell’oscuramento. Peccato che loro abbiano scelto (era un loro diritto) non solo di non avere i loro nomi o nickname per rafforzare l’idea di collettività, ma nemmeno di avere qualche portavoce ufficiale: così tutti i media sono corsi all’unico contatto che loro hanno con l’enciclopedia, Frieda. Avesse risposto lei, la situazione interna sarebbe diventata ancora più complicata, visto che Wikimedia Italia non è la comunità di Wikipedia; così io e un paio di altre persone meno esposte ci siamo trovate in mezzo al ciclone. Posso capire che l’idea dei wikipediani sia stata “niente contatti, perché i giornalisti ci traviseranno”: peccato che i giornalisti le notizie in un modo o nell’altro le debbano mettere, quindi tanto valeva provare a spiegarsi con chi aveva voglia di stare ad ascoltare, no?
(3) Il blocco è stato un successo mediatico incredibile, almeno per me. Ma è durato troppo, sempre “almeno per me”. Io l’avrei sospeso già alle 00:00 di giovedì: il mondo politico aveva già capito tutto quello che poteva capire, la gente che consulta Wikipedia aveva avuto la possibilità di capire qualcosa in più di quello che stava succedendo, ma il supporto popolare può cambiare molto velocemente in rabbia. Vedere una sfilza di talebani che avrebbero persino continuato fino a un’eventuale votazione parlamentare (e poi? si aspetta la discussione al Senato?) mi ha preoccupato molto. È ovvio che tutti noi abbiamo idee diverse, ma vorrei che queste idee non fossero dei totem indiscutibili.
(4) Occhei, c’è stata persino un intervista fatta da Radio Vaticana (non l’ho fatta io ma un altro wikipediano noto mangiapreti, per la legge del contrappasso…). Ma in generale ci sono stati due tipi di giornalisti. Quelli dei media di sinistra, che hanno cercato chi più chi meno di farmi dire che la protesta era contro Berlusconi (e dire che circa metà del comunicato sull’oscuramento è stato scritto da un elettore del centrodestra…), e quelli dei media di destra, che hanno scelto di non chiedere nulla e scrivere per conto loro (i curiosi possono vedere qua una rassegna stampa a riguardo, e farsi da soli un’idea). Nel primo caso ho avuto la possibilità di spiegare che non era affatto vero, con esempi più o meno forti a seconda della forza delle affermazioni dell’interlocutore: nel secondo caso ovviamente non ho potuto fare nulla. A quanto pare, però, il concetto di “indipendenza dagli schieramenti politici” e il concetto correlato di “i singoli possono avere le idee che vogliono, ma quando sono sotto il cappello di Wikipedia operano tutti solo per essa” in Italia sono troppo incredibili per essere accettati.
(5) Ovviamente sono anche arrivate le critiche – non solo da destra – del tipo “sì, tutto bello, ma Wikipedia non è il paradiso che dice di essere”. Mannò. Non l’avrei mai pensato. Peccato che ad agosto i contributori a it.wiki sono stati meno di tremila, e i contributori seri (tra cui non ci sono io, giusto per specificare) 457. Con questi numeri è possibilissimo che siano le opinioni di pochi a prevalere: ma gli assenti hanno sempre torto.
(5bis) Ah: io sono un enciclopedico coglione, come dice un esperto galatticamente acclamato. Ma non sono un enciclopedico idiota: sapevo e so benissimo che c’è tutto il resto del DDL antiintercettazioni che è molto più pericoloso del possibile blocco di Wikipedia. Ma non è sotto la bandiera di Wikipedia che la gente deve mobilitarsi al riguardo! Se volete, la mia sarà una posizione alla Brian di Nazareth, ma credo fermamente che sfruttare X per ottenere Y sia pericoloso e comunque non corretto…

Ultimo aggiornamento: 2011-10-10 07:00