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A ciascuno il suo inizio d’anno

Molti dicono che il vero inizio dell’anno capiti il primo settembre – o se preferite il lunedì più vicino al primo settembre. Io sono invece di un’altra scuola (pun intended): l’inizio si ha il primo giorno di scuola.
Stamattina ho accompagnato (in metropolitana) i ragazzi fin quasi a scuola e sono tornato (a piedi, saranno due chilometri e mezzo) a casa. Non ero più abituato a vedere tutta questa gente in giro, tra pedoni che bloccano i marciapiedi, ciclisti e monopattisti che sui marciapiedi sfrecciano anche in posti dove a fianco c’è una strada vietata alle auto (ma si sa, c’è il pavé e ci si fa male…) e automobilisti che si piantano in mezzo agli incroci o lasciano l’auto esattamente sopra le strisce pedonali, che immagino prendano come sistema di ausilio per il posizionamento…

Ultimo aggiornamento: 2022-09-12 09:42

il mistero del magnetino scomparso

Io ho un ciclocomputer (wired, l’unica volta che ho provato un wireless mi dava dati casuali; inoltre non ho voglia di usare il telefono anche per questo). Alcuni mesi fa il magnetino che si attacca a un raggio della ruota e che permette al sensore di calcolare la distanza percorsa tirò gli ultimi, e così ne comprai uno da Decathlon. A inizio agosto, l’ultimo giorno di ufficio, dovetti uscire a metà pomeriggio per andare dal medico: mentre pedalavo mi accorsi che il contachilometri non funzionava. Vabbè, si sarà sfasato il sensore, ho pensato: arrivato dal medico mi sono però accorto che il magnetino mancava proprio, mentre ero certo che al mattino c’era ancora.

È possibile che il magnetino sia caduto, ma la cosa mi pare molto improbabile: sarebbe stato molto più probabile trovarlo sceso in basso perché si era svitato un pochino. Insomma, se dovessi scommettere immagino che qualcuno me l’abbia tolto mentre avevo la bici parcheggiata in ufficio. Belle cose, vero?

Chi la dura la vince

Magari ricorderete che alcuni anni fa andai in causa contro la mia azienda perché parte di un aumento contrattuale non ci era stato dato perché assorbito nei superminimi: quella parte però non era pensionabile né generava TFR, e quindi il nostro stipendio totale in pratica si riduceva di qualche euro. In primo grado vincemmo, ma il giudice di appello (che non era un giudice del lavoro) ribaltò la sentenza. Amen.

A fine luglio scoprii per caso che una sentenza a Roma diede ragione ad altri miei colleghi, ma ormai mi ero scottato una volta. Però allegata a quella sentenza c’era anche un documento che avevo inutilmente cercato: l’accordo di armonizzazione che nel 2004 normò il passaggio da Saritel (contratto grafici editoriali) a IT Telecom (contratto telecomunicazioni). In quel’accordo c’era scritto che la differenza tra i minimi contrattuali e il nostro stipendio diventava un superminimo non assorbibile. Visto che dal 2004 non ho più preso nessun aumento ad personam, presi il PDF dell’accordo e lo mandai alla mia HR. L’altro giorno mi arrivò la risposta: «La voce Ad Personam Ass che è stata registrata in sap non è corretta. Ho provveduto a rettificare con “AD Personam Non Assorbibile” come da accordo Saritel e ripristinare l’importo iniziale».

Non che sia una cifrona, se non ho fatto male i conti sono una trentina di euro netti al mese, ma tutto fa brodo; soprattutto, giustizia è fatta :-)

commuting time

In questi giorni non posso andare in ufficio in bicicletta (tempo tipico di viaggio: 17 minuti da casa alla timbratrice). Ieri sono andato con i mezzi: 35 minuti. Oggi sono andato a piedi, camminando a buon passo: 35 minuti per circa 3700 passi. Banalmente, devo prendere tre linee diverse di metropolitana per tre, due e una fermata rispettivamente, oltre a un pezzo a piedi per raggiungere la prima linea – l’alternativa è una fermata di tram, ma l’attesa prevista lunedì era cinque minuti) e uno dall’ultima linea all’ufficio. Se vado a piedi posso seguire una linea abbastanza retta.
Il problema è insomma il fatto che Milano è una città a pianta radiale e oltre la 90-91 non ci sono linee tangenziali nella parte nord della città…

Ultimo aggiornamento: 2022-09-06 16:26

Un racconto: Telecomando quantistico

Chi di voi ha un’ottima memoria ricorderà che nel 2013 scrissi per L’n+1-esimo libro della fantascienza alcuni racconti. Ho riesumato uno di essi, “Telecomando quantistico”, l’ho rimesso un po’ in sesto per smussare qualche punto dove non bastava la sospensione dell’incredulità per andare avanti e l’ho finalmente fatto pubblicare sul sito di Forevera. Buona lettura!

sono davvero importante!

Martedì, probabilmente ricordate, ero stato intervistato da Repubblica sul Superenalotto. Diciamo che vivendo io da buon matematico fuori dal mondo non sapevo che il montepremi era di 250 milioni abbondanti, e che quindi avrei dovuto affinare un po’ la mia analisi e considerare anche il numero di schedine giocate; ma va bene così.

Quello che mi ha invece stupito è che quell’articolo è stato ripreso dal Giornale! Non saltate subito alle conclusioni. È del tutto lecito scrivere un articolo citando come fonte un altro quotidiano e riportando alcune frasi selezionate con il nome dell’intervistato. Però vi assicuro che vedere sé stessi citati così è piuttosto estraniante!

Ho già di nuovo bisogno di ferie

Stamattina ho riacceso il mio Gemini, dopo il cambio di batteria. Mi chiede il pin. Io non mi ricordo assolutamente quale sia il pin (né di quante cifre fosse). Però generalmente ho un paio di schemi di pin con qualche variante: comincio a provarli tutti, piano piano, senza risultato.
Scrivo all’assistenza per sapere come resettare il telefono, tanto non ho nulla che non sia in cloud. Dopo un quarto d’ora però mi arriva l’illuminazione: il pin è lo stesso del tablet. (Pin del tablet che uso regolarmente).

Ultimo aggiornamento: 2022-08-05 15:00