Lunedì sera Anna e io abbiamo provato ad andare a Varese, all’evento organizzato dalla locale Società Astronomica Schiaparelli per vedere le stelle cadenti. L’evento era nel parco di Villa Toeplitz, che ho scoperto essere la sede della Riemann International School of Mathematics (ok, Riemann è morto nel Verbano, ma non sottilizziamo). Il problema è che il cielo era nuvoloso, il microfono dei relatore aveva una portata di dieci metri e noi eravamo ben più lontani, e Anna è ancora a mobilità ridotta: così alle 21.30, prima che diventasse troppo buio, abbiamo deciso che potevamo accontentarci del fresco che avevamo preso e siamo ritornati alla macchina che avevamo parcheggiato un duecento metri più in giù nella via.
Il guaio è che quella via (a doppio senso…) è molto stretta, e non è pensata per un grande traffico, tanto che i parcheggi sono messi un po’ a sinistra e un po’ a destra per costringere le auto ad andare piano. Peccato che la gente continuasse a salire, rigorosamente in macchina, e bloccare tutto: ho dovuto aspettare dieci minuti prima che qualcuno si decidesse a togliersi di mezzo e farmi uscire. Riuscito finalmente a fare manovra e scendere, abbiamo incrociato un’auto dei vigili urbani che stava salendo, e io, ingenuo come sono, ho pensato che fossero saliti a gestire la situazione. A quanto pare non è stato così, e le solerte forze dell’ordine si sono limitate a multare le tante auto mollate in divieto di sosta. (Per la cronaca, la nostra non lo sarebbe comunque stata, con una strada così mi sarei rifiutato di bloccare tutto). Utile, vero?
(ps: ho anche scoperto che villa Toeplitz non ha nulla a che fare col matematico Otto Toeplitz. Peccato.)
(immagine di villa Toeplitz di Niklas Schwartz, da Wikimedia Commons)