Ieri c’era uno sciopero del gruppo Tim, contro il piano “industriale” (che in realtà, per quel poco che si è riusciti a sapere nei quasi quattro mesi dal momento in cui è stato annunciato, sarà più che altro finanziario). Non conosco le percentuali di adesione e non ho idea di come sia stata la manifestazione nazionale a Roma (che tanto era stata concessa per 1000 persone); quello che posso dire è che il presidio milanese in piazza Cordusio è stato un flop, con un centinaio circa di persone. (La foto mostra solo un gruppetto di persone, perché gli altri erano dietro di me :-) )
Nessuno pensa che lo spezzatino previsto da “Pietro” (Labriola) non ci sarà, nemmeno se ci fosse stata una partecipazione oceanica. Potrebbe anche essere vero che separando societariamente la parte di rete fissa da quella mobile e dai servizi i regolatori toglieranno i paletti che ha TIM: io non ci credo molto, ma chiaramente non ho agganci altolocati. Quello che credo è che con questa mossa Vivendi spera di rientrare almeno in parte dei soldi che ha perso, mentre il governo ha bisogno di trovare un modo di riprendersi la rete fissa; tutto qui. Per il resto, aspettatevi un customer care peggiore dell’attuale (sì, si può); una gestione dei guasti che continuerà il trend attuale (adesso qualche volta arriva ancora il tecnico Tim, in futuro sarà sicuramente un subappaltato). Ma tanto io alla pensione dovrei comunque arrivarci :-P