sciopero e presidio

Ieri c’era uno sciopero del gruppo Tim, contro il piano “industriale” (che in realtà, per quel poco che si è riusciti a sapere nei quasi quattro mesi dal momento in cui è stato annunciato, sarà più che altro finanziario). Non conosco le percentuali di adesione e non ho idea di come sia stata la manifestazione nazionale a Roma (che tanto era stata concessa per 1000 persone); quello che posso dire è che il presidio milanese in piazza Cordusio è stato un flop, con un centinaio circa di persone. (La foto mostra solo un gruppetto di persone, perché gli altri erano dietro di me :-) )

Nessuno pensa che lo spezzatino previsto da “Pietro” (Labriola) non ci sarà, nemmeno se ci fosse stata una partecipazione oceanica. Potrebbe anche essere vero che separando societariamente la parte di rete fissa da quella mobile e dai servizi i regolatori toglieranno i paletti che ha TIM: io non ci credo molto, ma chiaramente non ho agganci altolocati. Quello che credo è che con questa mossa Vivendi spera di rientrare almeno in parte dei soldi che ha perso, mentre il governo ha bisogno di trovare un modo di riprendersi la rete fissa; tutto qui. Per il resto, aspettatevi un customer care peggiore dell’attuale (sì, si può); una gestione dei guasti che continuerà il trend attuale (adesso qualche volta arriva ancora il tecnico Tim, in futuro sarà sicuramente un subappaltato). Ma tanto io alla pensione dovrei comunque arrivarci :-P

6 pensieri su “sciopero e presidio

  1. mestessoit

    La divisione in NetCo e ServCo non la fermerà nessuno, è l’unico modo per il governo di mantenere il controllo su asset strategico, ma oltre a Vivendi, cosa pensi sarebbe successo se l’offerta KKR fosse stata accettata? Pensi sarebbe stato meglio? Probabilmente molto peggio, specie dal punto di vista occupazionale.

    Speriamo almeno che la rete unica dia degli effettivi vantaggi sistemici, almeno la comunità ci potrà guadagnare qualcosa.

    1. .mau. Autore articolo

      il delisting probabilmente sarebbe stato ancora peggio, soprattutto per caring e probabilmente tecnici (il mio gruppetto è sempre sottostaffato).
      La rete unica potrebbe dare vantaggi al Paese se e solo se verrà gestita in modo decente. Però il modello di cui si parla è che la parte di NetCo di Tim verrà assorbita da OpenFiber, che ha 1300 dipendenti e 8000 persone nell’indotto. Pensi davvero che la gestione sarà decente? (Io con ogni probabilità finirò in Enterprise, quindi quello non è un mio problema specifico)

      1. mestessoit

        Non conosco le condizioni che il governo ha dettato ad OpenFiber, ma OpenFiber esiste solo per sua volontà sin dall’inizio: farà quello che gli viene chiesto. Penso (ma è una mia supposizione) che il governo abbia tutto l’interesse a diminuire l’impatto sociale, i soldi sulla carta ci sarebbero, vedremo.
        KKR si è opposta strenuamente al piano, in tutti i modi possibili, e bisognerà vedere che paletti ha ricevuto in cambio.

        Sulla gestione della rete unica speriamo bene, anche perché da lì dipendono tante faccende, confido in Draghi finché c’è, poi…incrociamo le dita.

        1. Bubbo Bubboni

          Anche io ho fiducia. Quando il tale faceva riunioni sulla nota imbarcazione straniera, Telecom aveva oltre 100.000 dipendenti. 45.000 dipendenti dopo direi che non c’è stato nessun “malumore” sociale significativo. Quindi è probabile che un ulteriore dimezzamento ben comunicato non causerà affatto disagi ed inquietudini di sorta, anzi permetterà a tutti di essere liberi e pronti per nuove sfide!

          1. .mau. Autore articolo

            60000 dipendenti dopo, per amor di precisione. Se poi riescono a dimezzare i dipendenti come hanno sempre fatto, dando insomma loro dei bei soldini perché levassero le tende, nulla di male!

I commenti sono chiusi.