La settimana scorsa ero a Trieste a presentare Numeralia. Visto che ho un po’ di parenti dalla parte opposta del Friuli e i gemelli non erano mai stati lì, me li sono portati dietro per far loro vedere dove la loro nonna è nata e vissuta e dove io ho passato tutte le estati per qualche decennio. (Non preoccupatevi: durante la mia presentazione loro erano tranquillissimi, uno col mio tablet e l’altro con il furbofono a guardarsi i video di YouTube).
Essendo per l’appunto io di origine veneta (Sacile non è ancora vero Friuli) sono un terrone del nord, e pertanto la visita parenti è d’obbligo; quindi appena arrivati ho fatto il giro, ormai non troppo lungo per ragioni di anni trascorsi. Essendo veneti, di solito si parla in dialetto: io non lo parlo, ma lo capisco senza problemi e non ci faccio nemmeno caso. Quando però la cugina di mia mamma ha detto ai gemelli “sentéve!” ho visto il duo bloccarsi, e mi è venuto in mente che per loro la parola era assolutamente aliena. (Se non siete venetofoni, significa “sedetevi”). È stato un duro colpo per la mia teoria che il veneto è come l’italiano se non per qualche desinenza diversa :-)