Teoria della precedenza

Il codice della strada definisce con dovizia di termini le regole per la precedenza tra gli autoveicoli. Probabilmente chi frequenta le autoscuole per prendere la patente impara tali regole: purtroppo ci si accorge subito che in pratica la guida avviene secondo regole completamente distinte.
Spero pertanto di fare cosa gradita raccogliendo alcuni tipi di "precedenza nel mondo reale" che saranno sicuramente utili per evitare una serie di incidenti!

Precedenza a T
Si ha quando una delle due vie termina all'incrocio, e quindi gli autoveicoli provenienti da lì devono obbligatoriamente svoltare. Il principio seguito da chi percorre l'altra via è "loro devono comunque rallentare: quindi devono dare la precedenza".
Precedenza per prossimità
Essa è un caso particolare della precedenza a T, che si ha nei controviali. In teoria chi percorre il controviale dovrebbe fermarsi a tutte le traverse, tranne in un paio di eccezioni sulle quali sono state composte innumerevoli tesi di laurea - un esempio su tutte, I diritti reali dei Savoia e il controviale di Corso Vittorio. In pratica, oltre all'"effetto T", l'aura di precedenza emanata dal viale centrale passa in una certa aliquota al controviale che si sente appunto investito di una superiorità non meritata.
Precedenza per sezione stradale
Questa regola è considerata talmente classica che molte persone si stupiscono che non sia contemplata nel Codice della Strada. Essa deriva probabilmente dal cartello "incrocio con strada senza diritto di precedenza", dove la strada principale è raffigurata con una riga più spessa. Similmente, tutte le volte che si incrocia una strada più stretta, si assume inconsciamente che essa debba dare precedenza, a meno non ci sia un semaforo. Purtroppo, soprattutto nelle città, non sempre le cose vanno in questo modo.
Precedenza per presunta mancanza di traffico
Questo tipo di precedenza viene utilizzato soprattutto di notte a semafori lampeggianti. L'idea è "tanto a quest'ora di notte non c'è mai nessuno", e ricorda un po' la barzelletta di quello che viaggiava in aereo con una bomba, perché statisticamente non ce ne sono mai due. Già questo ragionamento non è dei più intelligenti: purtroppo c'è chi lo applica anche con i semafori funzionanti nel caso si verifichino anche le condizioni di sezione stradale maggiore come nel caso precedente.
Precedenza per dimensione veicolare
Per utilizzare questo tipo di precedenza, occorre che l'incrocio abbia un'ampia visibiiltà, in modo tale che entrambi i veicoli si accorgano dell'approssimarsi dell'altro. Se uno di questi veicoli è un autocarro oppure un fuoristrada, il suo conducente assume di avere la precedenza, immagino vedendo nella sua mente il risultato di un eventuale incidente, e sapendo che anche l'altro sta facendo lo stesso ragionamento.
Precedenza per invisibilità
Caso particolare della situazione precedente, quando uno dei veicoli è una bicicletta o, anche se più raramente, un motorino. Le teorie scientifiche al riguardo non sono concordanti: anche se l'ipotesi più in voga ritiene che in realtà non si tratti di vera precedenza, quanto piuttosto di impossibilità per il nervo ottico del conducente di processare l'immagine del ciclista, altri scienziati puntano l'indice sulla silenziosità del velocipede, che quindi viene declassato da veicolo a semplice ornamento stradale.
Precedenza acustica
A suffragare tale ipotesi, quegli studiosi portano l'esempio della precedenza acustica, che si ottiene suonando il clacson in prossimità di un incrocio dove si vede arrivare un altro veicolo che timidamente fa segno di voler passare. Il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture nella scorsa legislatura aveva varato una proposta di studio degli effetti relativi ai diversi tipi di clacson: la situazione deteriorata tra i due Poli non ha però permesso di trovare i fondi necessari a stabiilre una volta per tutte la verità.
Precedenza per rapidità di riflessi
Si verifica specialmente nelle rotatorie senza segnaletica specifica, ma anche in quelle alla francese dove occorre dare precedenza per immettersi. Se si vede che un'altra macchina sta per entrare nella rotonda all'intersezione precedente, si può confidare nei propri riflessi e lanciarsi a velocità maggiore, dicendo a sé stessi che in realtà non occorre dare la precedenza, perché l'altro non è toccato dal nostro comportamento.
Precedenza per stanchezza
Un caso davvero poco comune, che si potrebbe in teoria verificare nel caso di un incrocio con precedenza a destra dove arrivano contemporaneamente quattro veicoli, uno per parte: il famoso case study favorito nelle autoscuole! Nel caso nessuno applichi la precedenza per prontezza di riflesssi, infatti, la situazione rimane di stallo fino a che qualcuno si stufa e decide di muoversi per primo. Una curiosità poco nota: l'analisi degli incidenti dovuti all'applicazione di questo tipo di precedenza ha portato agli algoritmi di retry per la spedizione di pacchetti dati nelle reti di calcolatori. Una bellissima applicazione pratica di un problema teorico.
Precedenza per ammucchiata
A differenza dei tipi precedenti, questa precedenza riguarda i pedoni. Come certo sapete, le strisce pedonali hanno come unico scopo quello di aiutare gli automobilisti a valutare meglio le distanze: altrimenti non si capirebbe perché le auto non si fermino lì davanti, e perché i pedoni non facciano dieci metri in piú per attraversare la strada su di esse. Il risultato pratico è che un singolo pedone non può attraversare la strada a meno che non ci sia proprio nessuno in vista. Ma quando i pedoni sono alcune decine, si forma una massa critica che si muove per conto proprio e ferma una qualunque colonna di autoveicoli, presumibilmente sfruttando una variante della precedenza per dimensione veicolare. Tale tipo di precedenza è stato da me osservato anche a Dublino, e supera quindi gli angusti confini nazionali.
Precedenza ipnotica
Anche questo tipo di precedenza riguarda i pedoni, ma a differenza del precedente l'ho visto applicare solamente a Roma quando mi trovavo là negli anni '80. Richiede l'attraversamento sulle strisce pedonali, e lo sguardo fisso sull'automobilista - i guidatori di motorini sembrano essere immuni - che sta arrivando all'incrocio, e che invariabilmente si ferma. La mia ipotesi al riguardo è che le strisce si comportino come quei disegni op-art che danno un senso di vertigine a chi li guarda, e che lo sguardo del pedone completi l'ipnosi del conducente. Come per gli animali selvaggi, è assolutamente necessario che il pedone non dia segno alcuno di paura, altrimenti il tragico epilogo è assicurato.

Non so se questa classificazione abbia esaurito le potenzialità della precedenza, ma sono certo che essa sia un utile contributo a una tassonomia definitiva!

.mau., 24 febbraio 2002