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L’Agenzia delle Entrate mi scrive (e mi telefona)

Premessa: io sono pigerrimo, e soprattutto mi dà un fastidio enorme – frammisto alla paura di sbagliare – dover fare i conti per le tasse. Così da quando è arrivata la dichiarazione dei redditi precompilata io mi sono affrettato ad accettarla ogni volta: magari qualche detrazione in più l’avrei trovata, ma non penso che valga la pena di fare tutta quella fatica per pochi euro. Insomma, anche quest’anno ho regolarmente accettato la mia dichiarazione, il giorno successivo a quando si poteva cominciare a farlo.

Mercoledì pomeriggio mi arriva una mail col minaccioso titolo Avviso dichiarazione precompilata, con il mio simpatico codice fiscale e il testo

la avvisiamo che è stata corretta una lieve anomalia nel Quadro D nella sua dichiarazione precompilata. Pertanto, se non lo avesse già fatto, la invitiamo a controllare attentamente gli importi inseriti nel rigo D3. Se riscontrerà degli errori la invitiamo a correggerli con l’invio di un modello Redditi correttivo del 730 inviato.

Mi viene anche detto che se do loro un recapito telefonico mi spiegano il tutto a voce “al più presto”. Vado sul sito dell’Agenzia, guardo il rigo D3 – sono i miei fantasmagorici ricavi come diritto d’autore – e noto che in effetti non è stata segnata la ritenuta d’acconto. Rispondo dunque all’indirizzo indicato segnando il mio numero di telefono. Il giorno dopo (cioè ieri) alle 13, mentre ero in palestra, sento squillare il telefono: numero romano. Era l’Agenzia delle entrate. La signora mi conferma quello che avevo intuito guardando il modulo, e mi suggerisce di entrare nel sito, fare un modello Redditi (credo il primo mai fatto in vita mia…) dove modificare i dati nel rigo equivalente al D3, e chiedere i soldi (saranno un trecento euro, tra ritenute che avevo già pagato e imponibile minore perché con le opere d’ingegno si conta solo il 75% e non il 100%) in compensazione nella dichiarazione dei redditi futura.

In tutto questo ho un po’ di domande alle quali so che nessuno mi darà risposta. (1) Come è possibile che il 730 precompilato possa avere un errore così marchiano? Ho guardato i cud di Hachette e Vallardi che mi hanno pagato, e non c’era nulla di separato. (2) Perché l’Agenzia – che in qualche modo si deve essere accorta della cosa – non ha direttamente corretto il 730? (3) Perché l’Agenzia ha comunque deciso di chiamarmi, considerando che io non me ne sarei mai accorto?

Mobili da montare e viti da avvitare

Ieri abbiamo montato due nuovi mobiletti da esterno per buttare via quelli che avevamo e che erano conciati malissimo. Il secondo (marca Terry) non ci ha dato soverchi problemi, ma il primo (Spaceo) ci ha fatto fermare a un certo punto, a causa delle viti da avvitare nella plastica. Il problema era che non c’era non dico il buco ma almeno una guida per la vite, e la plastica era così spessa che le viti non si avvitavano né con l’avvitatore né a mano. Ho provato a prendere il trapano: purtroppo non avevo punte apposite ma solo da muro, e quindi è andata buca (perdonatemi l’orribile gioco di parole). A questo punto mi sono detto “a mali estremi, estremi rimedi”: ho tirato fuori il saldatore e ho bucato. (Tanto non devo fare saldature :-) )

Però ho il sospetto che ci sia qualcosa che non vada in tutto questo… magari sbaglio qualcosa di banale, oppure è proprio il concetto di buchi che è sbagliato.

La mia solita candidatura :-)

Anche quest’anno mi sono candidato alle elezioni delle RSU per TIM, sempre nella lista FISTel-CISL. Come ormai sapete fin troppo bene, le probabilità che io sia eletto sono infime. E allora perché mi ostino a candidarmi? Beh, dovrebbe essere chiaro: perché io la faccia ce la metto sempre, e perché ritegno che invece che mugugnare e basta sia molto meglio cercare di fare qualcosa. Lo posso fare e lo faccio anche da semplice lavoratore: nel caso mi capiterà di essere eletto vedrò di farlo ancora meglio. Tutto qua :-)

Un giorno in tribunale (parte 1)

Innanzitutto una rassicurazione per i miei fan: non mi hanno arrestato. Oggi sono semplicemente stato a un’udienza presso il giudice del lavoro riguardo a un aumento contrattuale di stipendio che in realtà è risultato in una diminuzione del mio stipendio. In pratica, a fine 2017 c’è stato un rinnovo di contratto telecomunicazioni che ha dato 20+20 euro mensili di aumenti sui minimi e 10 euro di “Elemento retributivo separato”. Quest’ultimo non contribuisce al calcolo di tredicesima e TFR, quindi costa meno alle aziende che un aumento sui minimi. Vabbè, come sa chi ha fatto trattative sindacali, in genere alla fine si arriva a “pochi, maledetti e subito”.

Solo che le tranche di aumento dei minimi sono state assorbite dal superminimo, per la prima volta nella storia della mia azienda. Amen, mi sono detto, vorrà dire che di tutto l’esorbitante aumento vedrò solo i dieci euro… e invece nemmeno quelli: sono stati tolti dallo stipendio base e messi come voce separata. Quindi in pratica con questo “aumento” il mio stipendio lordo annuo è diminuito di una quindicina di euro. Non che io me ne accorga: ma il principio è pericoloso per il futuro. Quando il sindacato a cui sono iscritto ha chiesto se c’era qualcuno che ci metteva la faccia, come potete immaginare mi ci sono subito buttato, e oggi c’è stata l’udienza.

Risultato? Bisogna aspettare luglio. Oggi i due avvocati hanno semplicemente spiegato i motivi a favore e contro la richiesta. Non entro nel merito di quanto detto dalla controparte aziendale perché c’è per l’appunto una causa in corso: mi limito a segnalare come la linea di difesa sia stata “La causa è da rigettare perché è stata intentata con una richiesta errata: avrebbe al più dovuto chiedere che la parte di superminimo tolta fosse ricalcolata per evitare perdite di stipendio, e comunque non è vero che c’è una perdita di stipendio”. Dopo metà luglio ci sarà l’udienza finale: tornerò a fare la brutta statuina e vedremo che succede. Sicuramente – anche se vincessimo – ci perderò di più in ore di permesso, ma i princìpi sono princìpi!

Io in tv

Evidentemente per festeggiare il mio compleanno, nella notte tra sabato e domenica è passato un mio clip nella trasmissione Milleeunlibro di Marzullo. (Essendo un clip non l’ho visto di persona). Ovviamente non avevo fatto nessuna prova in precedenza, e quel che è peggio ho dovuto improvvisare perché avevo preparato due minuti ma in realtà ne avevo solo uno.
Non so quanti fossero svegli alle due di notte e mi abbiano visto “live”; ad ogni modo almeno per qualche giorno mi potete vedere a https://www.raiplay.it/video/2019/04/MilleeunLibro-Scrittori-in-TV-3b7ef8bb-33db-43c0-b088-3c06a2a6d88c.html a partire da 1h03’18”. Peggio per voi.

Ah, la tecnologia

Casa mia è su due livelli. Il modem/router è al piano di sotto, ma c’è un bellissimo cavo RJ-45 che arriva al piano di sopra, dove trovava un vecchissimo router Linksys classe 2008 che poi si attacca al PC oltre che fare servizio wifi al piano di sopra.

Ieri, per la seconda volta in una settimana, il router si è piantato dopo che era saltata la corrente. La prima volta sono riuscito a resettarlo schiacciando il relativo bottone: ieri venti minuti di tentativi inutili mi hanno fatto propendere per l’acquisto di un nuovo modem/router (sì, spendevo la metà con il router semplice, ma mi sono lanciato). Faccio l’ordine su Amazon, sfruttando il poco wifi che arriva al piano di sopra, e vado dal dentista. Quando torno riprendo il modem vecchio, sempre piantato, tocco non ho capito bene che cosa e lo vedo ripartire. Secondo me c’è qualcosa di losco in tutto questo.

Instagram and me

Ho un account Instagram da una vita, ma non l’avevo mai usato: la mia religione mi fa stare lontano dai video. Ma si invecchia, e bisogna provare sempre nuove cose. Snapchat è un po’ troppo, ma almeno posso provare a vedere se imparo a presentarmi in video.

Insomma, se vi interessa sapere cosa farò potete andare a cliccare su https://www.instagram.com/puntomaupunto/. No pomodori, sì consigli :-)

No, non è la BBC

Venerdì pomeriggio sono stato in corso Sempione alla Rai a registrare un intervento: sessanta secondi che prima o poi trasmetteranno all’una e mezzo di notte, dopo aver montato il tutto… mi ero preparato per due minuti, e ho dovuto improvvisare. Ma non è dell’intervento che voglio parlarvi.
Per arrivare nello studio di registrazione ho dovuto percorrere un po’ di corridoi interni. La sede sarà anche dei primi anni ’50, ma vi assicuro che lo stile è puro anni ’60. Un tuffo nel passato remoto. (Ovvio che le apparecchiature sono moderne…)