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Scuole e topi

(foto Cattaneo/Fotogramma – da https://milano.corriere.it/foto-gallery/cronaca/19_settembre_12/istituto-confalonieri-protesta-topi-scuola-a20112b2-d536-11e9-8969-5b23f308f7f4.shtml

Come vedete, non perdo occasione di essere immortalato nei media. Stavolta non è però colpa mia! Oggi sarebbe dovuta cominciare la scuola, e i gemelli andare in quinta. Peccato che si siano trovati pagine di libri mangiucchiate, escrementi di topi e anche un topo morto. Da martedì c’è stato tutto un giro di messaggi tra maestre e genitori, che non si è certo chetato quando la dirigente ieri pomeriggio ha pubblicato una circolare dal lapidario testo «Si informa che a seguito di intervento di operatore incaricato dagli uffici preposti , nulla osta all’apertura
regolare del Plesso Crespi-Pavoni in data 12/9/2019.» (lo spazio prima della virgola è in originale).
Dopo le prime avvisaglie ieri con un articolo del Giornale (ma qui si legge la lotta nemmeno tanto sottotraccia tra il Municipio 9 e il comune) e uno di MilanoToday, oggi c’erano Repubblica, il Corriere e il Giorno.

A dire il vero per esempio i ragazzi delle medie – che sono sempre in quell’edificio, visto che da quattro anni la loro scuola è chiusa per amianto che non viene bonificato – sono entrati normalmente, mentre per le elementari gli ingressi sono stati molto più ridotti: nella classe di Jacopo erano in quattro, compresa una nuova ragazzina cinese appena arrivata (e che naturalmente non parla italiano: questi sono problemi seri per cui però le autorità non fanno nulla) mentre da Cecilia non è entrato nessuno. Per il resto, alle 8:30 sono arrivati due ispettori del NAS; poi verso le 10:15 è finalmente arrivata la dirigente (che era nell’altra scuola primaria del plesso…), lamentandosi di essere stata ripresa dai fotografi “ledendo la sua privacy” e infilandosi a discutere con i due ispettori. È poi arrivata l’ASL e l’AMSA e c’è stata una gita turistica dei vari ispettori, che è terminata con il tecnico ASL che ha prospettato la disinfestazione e derattizzazione di un’ala della scuola, quella tra l’altro dove ci sono le aule dei gemelli. È anche arrivata una troupe di Mediaset, e ho così imparato che in televisione non hanno nemmeno necessità di scegliere gli interventi, perché la gente cambia completamente atteggiamento davanti a microfono e telecamera. Insomma, si impara sempre qualcosa di nuovo. Buoni ultimi sono arrivati quelli del comune, ma a questo punto era già l’una e mi sono riportato a casa i bambini. Vedremo ora che succederà …

Aggiornamento: (18:40) Repubblica ha preso le notizie della giornata.

Ultimo aggiornamento: 2019-09-12 18:41

Undoing changes made to your computer…

Ieri mattina il mio pc mi dice che vorrebbe fare un aggiornamento… naturalmente quando voglio io. Vabbè, penso, tanto devo andare in ufficio, faccia pure. Ieri sera dopo cena salgo, accendo… e mi trovo la scritta “Undoing changes made to your computer…” che se ne è stata lì per mezz’ora, dopo di che sì é resettato (spero).
Immagino che dovrei essere felice perché il computer non è diventato un mattone, o sbaglio?

Sogni

Stanotte, in un lungo sogno in cui c’entravano Paul McCartney e un vestito blu che era importantissimo ma non so perché, a un certo punto mi sono trovato all’aperto. Mi guardo in giro, e mi dico “Sono a Roma ed evidentemente sto sognando. Ammappate però come ricordo bene questo scorcio della città!” Inutile dire che “lo scorcio” non aveva nulla a che fare con Roma.

Ultimo aggiornamento: 2019-08-02 09:09

BikeMi è attenta al cliente!

Martedì sera, mentre tornavo a casa, ho forato. In teoria avrei un copertone antiforatura :-( Vabbè, ero abbastanza vicino al mio ciclista, quindi porto la bici a mano fino a lì, gliela lascio e vado a prendere un BikeMi per rientrare a casa. Con il nuovo sistema tariffario si è finalmente reso possibile unificare la tessera BikeMi con quella dell’abbonamento ATM, cosa che avevo immediatamente fatto. Arrivo alla stazione e faccio fatica a par passare la tessera. Vabbè, dico, magari il segnale è un po’ più debole. Arrivo, lascio la bici, passo la tessera per segnalare la consegna: dopo un po’ la stazione va fuori servizio.
Mercoledì mattina vado a prendere una bici: alla prima stazione la tessera non prende, alla seconda non solo non prende ma la stazione va fuori servizio. A questo punto comincio a pensare che il problema sono io: prendo la metro per andare in ufficio e chiamo il call center per segnalare la cosa. Mi vengono mandati i codici temporanei, e pensavo che la cosa finisse lì. Invece mezz’ora dopo sono stato direttamente chiamato dalla centrale che voleva avere più informazioni di quante arrivate via call center.

Apprezzo molto questa attenzione al cliente: speriamo ora che riescano a mettere a posto le stazioni, perché altrimenti ho dei grossi problemi (il touch screen è pensato per le persone di altezza normale, sbaglio sempre la parallasse e non posso evidentemente vedere se ho digitato correttamente la password…)

Un giorno in tribunale (parte 2)

Ricordate che a maggio ero andato in tribunale dal giudice del lavoro per una causa contro la mia azienda? Bene, oggi c’è stata la seconda udienza con sentenza: abbiamo vinto, e quindi dovranno ridarci i dieci euro al mese che ci avevano ingiustamente tolti, oltre agli arretrati vari. Occhei, di per sé l’azienda può andare in appello: ma il fatto che l’avvocato della parte avversa non fosse presente e avesse mandato una giovane collega che alla domanda del giudice “avete altro da dichiarare?” si è rimessa a quanto indicato nella memoria scritta mi fa pensare che la storia terminerà qua.

Aggiungo solo una cosa. Il consenso generale di noi lavoratori è che l’introduzione dell’elemento retributivo separato sia nato come ballon d’essai per essere usato molto più pesantemente in futuro, partendo dal principio che per un euro o due al mese (quello che stavo in pratica perdendo) non si sarebbe mosso nessuno. Questo è stato uno dei casi in cui far parte di un sindacato è servito, perché abbiamo potuto fare una causa di gruppo e arrivare a ottenere il risultato.

Ultimo aggiornamento: 2019-07-18 12:29

Amazon Author Central

Venerdì scorso Paolo Alessandrini mi chiede come ho fatto ad avere una pagina autore su Amazon.it. La mia risposta è stata “chi se lo ricorda”; poi ho guardato un po’ in giro e ho capito che avevo creato una pagina autore su amazon.com attraverso Author Central. Così ci ho rifatto un giro, ho interagito (via email) con il servizio clienti, e ho scoperto che (a) non esiste il concetto di “pagina autore” su amazon.it, ma in un certo senso quella americana percola qui da noi; (b) il fatto che ci siano miei libri dove sono indicato come “Maurizio Codogno” e altri dove sono “Codogno Maurizio” è un ostacolo insormontabile, che può essere solo superato convincendo gli editori a cambiare il modo in cui il mio nome è indicato… oppure indicando che “Codogno Maurizio” è il mio nome d’arte; (c) amazon.com importa le traduzioni in turco di Matematica in pausa pranzo e Matematica in pausa caffè, ma dice che sono state scritte dal mio traduttore. Se mi è concesso dirlo, mi sembrano un po’ cioccolatai…

Le Betula non sono le Birkenstock

Un paio di anni fa ho comprato dei sandali “Betula by Birkenstock”. Mi era abbastanza chiaro che Betula è un loro marchio economico, e quindi non mi aspettavo per esempio le cinghie in cuoio. Però non mi aspettavo nemmeno che di colpo mi cedesse una cinghia mentre stavo camminando e soprattutto senza essermi mai accorto che si stava staccando. Mi sa che non le comprerò più.