Archivi categoria: informatica e AI

Problemi di target?

Chi mi legge regolarmente sa che il mio rapporto con LinkedIn è complicato (nel senso che sono iscritto ma non lo uso). Ogni tanto mi arriva qualche messaggio da loro, che mi segnala che qualcuno non meglio identificato ha guardato il mio profilo, vecchio tra l’altro di qualche anno; io cancello il messaggio e amen.
L’altro giorno però mi veniva segnalato che c’era anche un messaggio che mi aspettava. Tornato a casa davanti al pc mi sono connesso, e ho scoperto che il messaggio era di Suzanne, Senior Marketing Manager di LinkedIn, che mi segnalava che

«In an effort to help hiring managers and recruiters get the most out of their LinkedIn account, I wanted to share The Insider’s Guide: Top Free and Paid Hiring Tools on LinkedIn.»

Ho così scoperto che – almeno fino a quando non mi sono disiscritto – LinkedIn poteva mandarmi «a promotional message from a marketing or hiring partner and was sent to you based on your browsing activity or non-personal information such as job title, primary industry, or region» e di questi messaggi me ne avrebbe al più mandato uno ogni 60 giorni. La cosa di principio non mi infastidiva. Però mi è rimasto un dubbio: cosa diavolo ho fatto per essere considerato un “hiring manager / recruiter”?

Ultimo aggiornamento: 2016-09-01 15:40

Truffe telefoniche

Venerdì sera, mentre navigava in un sito di recensioni librarie (che spero non userà più) ad Anna è arrivato un messaggio sul tablet che diceva che era stato attivato un abbonamento a kiddingroom.mobi, al modico prezzo di 4 euro e 99 la settimana. Sabato mattina, chiamando il 119, abbiamo scoperto che la blacklist in cui il numero era stato inserito era solo quella per gli SMS a pagamento e non quella per i servizi; scopriremo poi se i cinque euro sono stati fregati o no. Leggendo le condizioni di servizio, trovo scritto questo:

E’ possibile iscriversi ai servizi Mobando chiedendone l’attivazione in 2 modi:

* il terminale collegato in rete 3g è riconosciuto dall’operatore telefonico: in questo caso l’iscrizione è istantanea nel momento in cui l’utente manifesta la volontà di accedere ad un gioco accettando i termini e condizioni per abbonarsi al servizio.
* il terminale è fuori copertura 3g o non riconosciuto all’operatore telefonico: l’utente al momento di visualizzare un video presente sul portale è invitato ad inserire il proprio numero di cellulare e selezionare il proprio operatore telefonico. alla ricezione dell’sms contenente il pin dovrà inserire il codice e contestualmente accettare le condizioni.

Qualora il credito residuo di traffico telefonico fosse insufficiente al momento dell’addebito settimanale, non sarà consentito l’accesso al servizio, riservato il diritto di Mobando s.r.l. di recedere dalla fornitura in corso.

Notate che Anna non era nella pagina di Kidding Room, e quindi la “volontà di accedere” poteva al più essere il risultato di avere toccato per sbaglio una pubblicità che ha aperto questo fantomatico e invisibile link. Quello che mi chiedo è come faccia una simile clausola a essere legale. Qualche avvocato sa dirmi qualcosa?

Ultimo aggiornamento: 2016-08-29 20:07

Un altro cloud ci lascia

Mi è arrivata una mail che segnalava la prossima terminazione del servizio Sony Memories, che permetteva il backup delle foto fatte con il telefonino sul cloud. La cosa non mi dà troppo fastidio, non sono neppure certo lo stessi usando; ma è un altro segnale che dopo il boom del passato i fornitori di servizi cloud si sono evidentemente accorti che i costi sono troppo alti.
Probabilmente Google potrà ancora farcela, ma a questo punto dobbiamo davvero pensare a come loro riusciranno a sfruttare i dati che gli abbiamo dato. (ah, avete notato che Facebook sta cominciando a indicare cosa c’è nelle foto?)

Ultimo aggiornamento: 2016-09-03 21:28

ciao Evernote

Fino all’anno scorso usavo ogni tanto Evernote come sistema per scrivere appunti a seconda di dove mi trovavo. Poi si sa come vanno le cose: un po’ scrivo meno, un po’ scelgo altri mezzi, un po’ mi scocciava l’implementazione web, e così l’ho lasciato decadere.
Ieri mattina stavo cercando degli appunti che ero certo di avere buttato giù lo scorso autunno e non riuscivo a trovare: mi è venuto in mente che forse erano su Evernote, ho preso il furbofono e ho lanciato l’app. Vedo per un attimo il file e poi mi appare uno splash screen che mi segnalava che come valued customer mi avvisavano sin d’ora che tra 29 giorni la versione gratuita avrebbe permesso di sincronizzare solo due device, e io ne avevo quattro. Dico ok, e mi viene chiesto immediatamente di scegliere i due dispositivi. Dei quattro, uno era il vecchio tablet, uno quello nuovo, uno il furbofono e il quarto un PC, dove evidentemente mi era capitato di aprire una volta la versione app. Nema problema: ho indicato come device il PC e il tablet, sono stato disconnesso e ho tolto l’app. Solo dopo tutto questo giro mi è arrivata una mail che segnalava questo cambio di policy.
Io non ho nessun problema ad accettare che Evernote cerchi di fare dei soldi col suo prodotto e quindi spinga gli utenti a fare un piano a pagamento. Mi sarebbe sembrato più logico mettere un limite sulla quantità o dimensione dei documenti, ma non sono io a decidere. Però non mi era mai capitato di venire a sapere della cosa in questo modo: una mail non la si nega a nessuno, no? Il problema non si pone, comunque: la prossima settimana sarò al PC, controllo quanta roba mi serve ancora, la salvo ed elimino l’account. Se non lo stavo usando da mesi direi che non mi serve :) (per dire, io continuo a scrivere sul mio palmare e trasferire i dati con una SD. Quello sì che lo uso sempre)

Strani sondaggi

In questi giorni io e i bimbi siamo a Usseglio da mia mamma. Ieri mattina Google Rewards mi ha detto che c’era un sondaggio per me, di quelli geolocalizzati. Mi era già capitato di farne qualcuno, tipicamente dopo essere andato in posti tipo Ikea o Mediaworld. Stavolta però tra i posti indicati, alcuni se non ho visto male di altre valli, c’era anche l’albergo bar Rocciamelone dove in effetti passo spesso. (Mi pareva di aver tolto il WiFi dal telefonino, ma evidentemente non era così).
Rispondo, mi chiede se volevo dare un giudizio (certo che sì…) e alla fine mi accreditano la bellezza di 48 centesimi, mezzo caffè. Nel pomeriggio salgo come al solito a prendere il caffè e chiedo al figlio del proprietario se avevano fatto una campagna pubblicitaria con Google. No, mi risponde, abbiamo solo una pagina Facebook oltre al sito.
La domanda a questo punto sorge spontanea. Perché la Grande G dovrebbe dare soldi (briciole, occhei, ma comunque soldi) per chiedere informazioni sui locali? Che ci guadagna poi?

Installare Flash è sempre più complicato

Volevo fare una nuova vignetta che non fa ridere, ma Flash è crashato. No, non è un segno divino che dovrei smetterla con le vignette: è banalmente il modo che Firefox ha per dirmi che bisogna reinstallare Flash, perché è uscita la nonsoqualesima patch di sicurezza. (occhei, dieci giorni fa era uscito l’aggiornamento trimestrale di versione, quindi quello non conta). Vabbè, vado nel sito, tolgo la spunta alle due OPZIONI DI CUI NON POTRAI PIÙ FARE A MENO nel senso che poi non riesci più a schiodartele via, e scarico l’installer, rinominandolo con il sottonumero di versione: 22_0_0_192. Lo lancio, e mi dà “errore di inizializzazione”. Il file si autocancella, e mi ritorna la schermata per scaricare l’installer. Ci riprovo, e di nuovo “errore di inizializzazione”. A questo punto mi dico “sta a vedere che il problema è nel nome del file”: lo salvo col nome che vuole lui ed effettivamente l’installazione parte. Interessante, vero?

(ah: quando mi è apparsa la schermata per riscaricare l’installer, le due OPZIONI DI CUI NON POTRAI PIÙ FARE A MENO non erano spuntate. Peccato che invece che 19 MB c’era scritto che avrei scaricato 20 MB, e ho dovuto mettere e togliere la spunta per essere sicuro di non trovarmele).

Ultimo aggiornamento: 2016-07-04 12:03

Sei felice dei cookie?

La Cookie Law è un’idiozia totale. L’unica cosa che si può dire è che non è una roba solamente italiana e neppure solamente europea, quindi mal comune mezzo gaudio. Ad ogni modo, bisogna ottemperare alla legge, e quindi ovunque tu vada ti trovi una finestrella che ti ricorda rudemente che ci sono dei cookie: perché al legislatore non è venuto in mente che una volta che avvisi dei cookie potresti anche chiedere di averne uno tracciante che non ti farà vedere più l’avviso, e quindi inserire un codicillo che ti permetta di usarlo.

Visto che ogni tanto guardo le statistiche del sito (aggregate: sapete quanto me ne frega di sapere chi viene a leggermi…) non posso usare la policy di Quintarelli: spero però che il testo che uso (“Ovvio che ci sono dei cookie. Qui c’è il pippone.”) e il pippone siano decenti e soprattutto nel primo caso non troppo invasivi. Però c’è un add-on per WordPress che mi è capitato di trovare su alcuni siti (l’ultimo, il blog di Luca De Biase) e che usa questo testo di default, almeno per la lingua italiana:

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.

Ora, io ho già dei problemi quando qualcuno parla dell'”esperienza X”, che è una cosa che puzza di marchettaro lontano un miglio. Davvero, la mia esperienza, qualunque cosa essa sia, rimane esattamente la stessa con o senza cookie, come si può vedere accedendo al sito con una sessione anonima. Ma assumere che io sia felice è davvero troppo! Luca, se mi leggi (e lo stesso vale per gli altri che hanno quel plugin), per favore metti almeno qualcosa come “noi assumiamo che la cosa non ti dia troppo fastidio”!

Yahoo esiste ancora

Stamattina all’alba mi è arrivato questo messaggio, dall’utente “Yahoo” (noreply@yahoo-inc.com) e dal titolo “Sign in attempt prevented”:

Someone attempted to sign in to your Yahoo account (puntomaupunto) from an app that doesn’t meet Yahoo’s security standards. We blocked this sign in attempt, which was made on:
Tue, Jun 28, 2016 9:24 AM GMT+4:30 from Iran.

La mail sembra valida. Ho scoperto così di avere un login Yahoo! – la cui password avevo cambiato nel 2013, ed è diversa da tutte le altre password che io ho in giro. Considerando che il nome dell’account mi pare sufficientemente riconoscibile (se fosse stato un semplice “mau” posso immaginare che qualcuno pensasse per sbaglio che l’account fosse il suo) mi chiedo come sia possibile che un’app possa bypassare i controlli standard sulla password e connettersi: o se preferite che anche ultimamente Yahoo! abbia subito un furto di password (ma non ho trovato il mio account tra quelli pwned). Non mi pare una bella cosa in ogni caso.

Ultimo aggiornamento: 2016-06-28 15:18