Ero convinto che a Milano le velette dei bus (la scritta che appare davanti) non fossero modificabili dagli autisti. Però stasera mi è passata davanti una 54 con su scritto
DUOMO M1-M3
VIVA GLI ALPINI
Ultimo aggiornamento: 2019-05-12 20:11
Mah. Quello che vedete qui a fianco è il risultato del test elettorale di quest’anno, prodotto da EUANDI che sarebbe l’Istituto Universitario Europeo. Rispondendo alle varie domande e dando un peso all’importanza relativa che diamo alle domande, sono finito in una zona piuttosto grigia: se sono sovrapponibile al 75% e 74% a +Europa e PD rispettivamente (con il primo che ha scelte più estreme delle mie ma dello stesso tipo), e al 46% e 47% a Lega e Fratelli d’Italia, significa che o io sono amorfo o che non ci sono poi chissà quali differenze.
La divisione “sinistra-destra” indicata in uno dei grafici associati non ha molto senso, perché è puramente economica; più che altro mi chiedo se sia stata mediata con tutta la EU, e quindi noi siamo dei pericolosi comunisti economici (cosa che viste le nostre finanze potrebbe anche essere). Ma la cosa peggiore è stata almeno per me vedere i dati associati a tutte le nazioni europee. Ci sarebbe in effetti un partito che mi vede concordante all’87%, ed è tedesco: solo che è il Tierschutzpartei, che se il mio tedesco è ancora decente è un partito animalista (“partito per la protezione degli animali”, traduco io). È vero che voglio generalmente bene alla mia gatta, ma non è che arrivi così in avanti…
Il test mi è arrivato dal socialino dell’odio, ed è stato prodotto da Adobe, che evidentemente deve rifarsi una certa qual verginità. Lo svantaggio è che è tutto in inglese, a meno che il sito non abbia preso le mie preferenze del browser: il vantaggio è che non ti chiede nessun dato, almeno esplicitmente. La cosa interessante è infine che a differenza dei test che si trovano in giro non ti svelano quale sarebbe il tuo tipo junghiano, ma ti dicono che tipo di creativo sei: perché non è vero che la creatività sia unica.
Ad ogni modo io sono uscito “Thinker”, un risultato assolutamente inaspettato: “Intellectual curiosity, ability to find and create meaning”. Certo che ho saltato tutte le animazioni tra una domanda e l’altra, che saranno anche fatte per mostrare quante cose belle si possono fare con i prodotti Adobe, ma ci mettevano una vita…
Guardando le note del libro Tienilo acceso di Vera Gheno e Bruno Mastroianni – libro altamente consigliato, tra l’altro – ho notato come si fosse andati a capo nelle parole “dell’Heysel” scrivendo “dell’-” in fondo a una riga e “Heysel” all’inizio della seguente.
La cosa mi ha lasciato piuttosto perplesso. Quand’ero bambino io, la regola che non permetteva di andare a capo all’altezza dell’apostrofo (“Quel povero apostrofo non se ne può stare tutto da solo così!”) stava cominciando a cedere, mentre quella che imponeva di ripristinare la lettera elisa (“dello / Heysel”) stava fortunatamente cadendo in disuso. Il suggerimento che ci veniva dato era di evitare di andare a capo proprio lì, scrivendo piuttosto “del- / l’Heysel” e tagliando la testa al toro. Io non sono poi così talebano come mi dipingono, e un apostrofo in fin di riga come “dell’ / Heysel” mi farebbe al più alzare un sopracciglio. Però quel trattino mi lascia un po’ a disagio: per me è come equiparare l’apostrofo a una lettera come tutte le altre e la cosa non mi pare corretta. Voi che ne pensate?
Su Spotify mi sta arrivando la pubblicità del governo inglese per gli expat in Italia che saranno (ovviamente) toccati dalla Brexit. La prima cosa che si può dire è che non è vero che Her Majesty’s Government non sta facendo nulla. La seconda è che forse non dovrei stare a sentire la playlist Sixties Top 2500…
L’altro giorno Anna mi fa vedere una lettera arrivataci a casa, dicendo, “visto che ci mandano gli avvisi per la revisione dell’auto?” (Ci stavamo chiedendo se sarebbe stata quest’anno oppure no). Io prendo la busta, la apro, la guardo e dico “certo, ma non è dalla Motorizzazione Civile!”
In effetti la lettera è di una società, tale Konnect, che ci ricorda gentilmente che il nostro veicolo “dovrà essere sottoposto a revisione obbligatoria” e ci segnala che “A pochi minuti da Lei, il Centro di Revisione autorizzato XXX Le mette a disposizione tutta la professionalità ed esperianza nel settore”.
Intendiamoci: la procedura è legale. I dati al PRA sono pubblici; al limite potrei chiedermi se sono davvero usati “per fini istituzionali”, ma siamo su questioni di lana caprina. Quello che Konnect fa è probabilmente vendere il servizio alle officine: magari qualcuno non ne ha nessuna di fiducia, soprattutto se l’auto è relativamente nuova, e quindi sceglie quella lì indicata. Sicuramente non chiederemo di avere i nostri dati cancellati: un avviso fa sempre comodo, e ho già prenotato la revisione nell’officina a trecento metri da casa :-)