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Il ponte sul fiume Magra

Per fortuna non ci sono stati morti, quindi si può riprendere la battuta di Gianmarco Bachi “Crollato un ponte: finalmente stiamo tornando alla normalità”. Però, guardando le immagini, mi è rimasto un dubbio. Come può un ponte collassare così da un punto di vista strutturale? Io di ingegneria non ne so nulla, anche se da bambino volevo diventare ingegnere “per costruire strade e ponti”. La mia idea naïf su cosa è successo è relativamente semplice: il ponte è costruito “a pezzi”, nel senso che ciascun pezzo poggia ai lati su due dei piloni, e poi c’è qualche tipo di aggancio in mezzo. Se un pilone si sposta e fa cascare uno dei pezzi, cominciano ad arrivare delle onde d’urto che fanno cascare i vari pezzi come fossero tessere del domino.

Peccato che – come ho scritto – io di queste cose non ne so nulla e quindi potrei sbagliarmi di grosso. Ma sono certo che qualcuno tra i miei ventun lettori ha le conoscenze necessarie e mi educerà renderà edotto. (Ho controllato prima di postare: il verbo educere, con la variante obsoleta edurre, esiste ma significa solo “estrarre”)

Ultimo aggiornamento: 2020-04-09 11:37

Anche con il lockdown

Mi sono trovato una busta consegnata a mano nella buca delle lettere. Era una lettera – con relativa pubblicazione – dei testimoni di Geova. Certo che per loro deve essere duro doversi inventare una nuova strategia di marketing!

Ultimo aggiornamento: 2020-04-03 09:22

form e differenze linguistiche

Ho appena compilato un form cinese (roba sulle traduzioni, per i curiosi). Le domande erano scritte in inglese, ovviamente, anche perché altrimenti non avrei capito nulla, se non che il quadratino azzurro con due ideogrammi era quello da schiacciare una volta terminata la compilazione. Questa però è conoscenza strutturale che in fin dei conti è molto più semplice.

Ho però trovato una cosa davvero interessante dal punto di vista della struttura. Il form era su un sito cinese (https://www.wjx.cn) e preparato da una società cinese (GlobalTextMarket). A prima vista la schermata sembra simile a quella per esempio dei sondaggi Google, giusto con il fatto che vicino a una risposta c’era a volte un campo per aggiungere informazioni. Ma tutto il testo, sia quello scritto nell’introduzione che quello che inserivo nelle textarea, non andava a capo; o per meglio dire non riconosceva il carattere spazio come fine di una parola e quindi cambiava riga nel mezzo della parola stessa, senza ovviamente trattini o simili.

La cosa ha probabilmente senso pensando al fatto che in cinese non ci sono spazi tra gli ideogrammi se non dopo i segni di interpunzione; però mi ha fatto un po’ specie vedere che la localizzazione arriva anche nel formato dei form…

Ultimo aggiornamento: 2020-03-31 21:26

Il papa e la tv

Io non sapevo che ieri il papa sarebbe andato a fare una liturgia in piazza San Pietro (vuota) con benedizione urbi et orbi. Anche se l’avessi saputo, a dire il vero, non mi sarei messo a guardarla. Però non riesco a capire chi si è lamentato perché la Rai l’ha trasmessa in diretta su Rai1. Io per esempio non mi lamento per le trasmissioni come Domenica In oppure le riss… ehm, i talk show politici: presumo che ci sia gente a cui interessa guardarle. Non mi lamento neppure per Sanremo o per le partite di calcio…

D’altra parte sono andato a controllare i dati Auditel: ci sono stati più di otto milioni e mezzo di ascoltatori, più quelli che hanno scelto altri canali (a Canale 5 dovevano avere usmato qualcosa e si sono connessi anche loro, altri tre milioni e rotti di ascoltatori). Immagino che l’unico problema per la Rai è che non si può interrompere la liturgia con qualche spot :-)

PS: ho scoperto che al mattino la Rai trasmette (non so se tutti i giorni) la messa da Santa Marta, che ieri è stata seguita da 1.366.000 spettatori. Non l’avrei mai creduto.

Ultimo aggiornamento: 2020-03-28 18:33

Amazon non sta vendendo libri

Ieri stavo pubblicando su Amazon alcune delle mie vecchie recensioni di libri – sono indietro di tre o quattro mesi… – e mi sono accorto di una cosa: non è possibile ordinare libri (cartacei). Solo gli ebook sono ovviamente scaricabili. Il tutto immagino legato alla frasetta «Stiamo dando la priorità ai prodotti più richiesti e alcuni articoli potrebbero essere temporaneamente non disponibili» che campeggia sull’home page del sito. Nel caso qualcuno si chiedesse se il problema sia banalmente legato alla chiusura delle fabbriche che stampano libri, la risposta è no: anche i libri in print-on-demand, che sono stampati per esempio anche in Polonia, non sono disponibili. Alcuni libri possono in effetti essere comprati in formato cartaceo, ma solo perché sono venduti e spediti da terze parti.

Io sono un cliente Amazon (USA) dallo scorso millennio. Anche se oramai non è più vero, per me Amazon significa “comprare libri”. Quello che è peggio è che – vista la quantità di lettori che abbiamo nel Bel Paese – la probabilità di rallentare le altre spedizioni per dover mandare libri mi sembra davvero infima. E allora perché?

L’autoisolamento cinese

La cosa che mi ha fatto più specie facendo una passeggiata nella mia zona – che oltre che essere multietnica in genere ha un’ampia comunità cinese, pur senza arrivare ai livelli di via Paolo Sarpi – è la quantità di negozi cinesi chiusi: soprattutto bar, ma anche parrucchieri. Alcuni hanno lasciato un cartello scrivendo che stavano disinfestando i locali o semplicemente chiudevano per solidarietà; altri avevano semplicemente le saracinesche giù. Non so se lo fanno perché non entrava più nessuno a consumare oppure perché hanno paura che qualche esagitato entri e spacchi tutto.

Eppure se ci si pensa un attimo gli infetti sono tutti italiani. Certo, ci saranno sempre i complottisti che diranno “ovvio: proprio come i cinesi non muoiono mai stanno nascondendo i loro malati”. Ma non credo siano in così tanti a crederlo davvero: più semplicemente si va avanti bovinamente con l’idea “colpa dei cinesi” (che poi è quello che il resto del mondo sta facendo con “colpa degli italiani”, ma di questo non ci si accorge mica). Ad ogni modo politica e stampa hanno soffiato sul fuoco, ora si sono accorti che hanno esagerato e stanno cercando di smorzare i toni, ma naturalmente non ce la fanno. Come capita spesso, un bel risultato.

L’apocalisse all’italiana

Questa foto l’ho scattata ieri pomeriggio intorno alle 15:30 all’Esselunga di viale Zara. Ero di fretta e dovevo prendere solo due cose fresche (con assortimento completo, vedere che c’era l’insalata confezionata il giorno prima mi ha fatto scendere una lacrimuccia di gioia), quindi non ho fatto un controllo a tappeto: posso dire che i due scaffali vuoti erano questo con pelati, salse di pomodoro e simili e quello della pasta – non ho verificato se le penne lisce fossero rimaste o no.

Non c’è poi molto di strano che dopo la calata degli assediati di domenica questi prodotti non siano ancora stati riassortiti: sono tutti a lunga durata, e quindi il rifornimento di solito viene fatto con più calma. Però mi fa ridere che manchino pasta e sugo di pomodoro. Siamo proprio italiani.

Ultimo aggiornamento: 2020-03-08 22:09