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Vendere prodotti dopo la data di scadenza consigliata?

Io sono iscritto al programma CarrefourLab, che ogni tanto fa un questionario per vedere se e come gli affezionati clienti rimangono tali. (Io non compro moltissime cose ai Carrefour, ma in effetti ci vado ogni tanto). Il questionario a cui ho appena risposto, dopo le solite domande di rito, ha inserito qualcosa di nuovo: “cosa penseresti se vendessimo prodotti dopo la data di scadenza consigliata?” Viene chiesto quanti giorni (massimo 6-7) potrebbero essere passati a seconda del tipo di merce, e quale sconto mi farebbe pensare di comprarli.

Premetto che si parla solo di prodotti per cui c’è scritto “da consumarsi preferibilmente entro”, non certo roba fresca, e per certi prodotti secondo me si può andare tranquillamente mesi oltre. Quello che mi chiedevo è se in effetti ci sia una percentuale così grande di prodotti scaduti in un supermercato…

Ultimo aggiornamento: 2021-12-06 19:06

riciclare è sempre più difficile!

Quella che vedete qui a fianco è una confezione di gel per lavastoviglie. Packaging in italiano e neogreco, “una razza, una fazza”. La scritta verticale sul fianco dice che quando si butta via il flacone occorre strappare prima l’etichetta e poi buttare tutto insieme nella plastica.

La cosa ha un suo senso; come si intravede, flacone, tappo ed etichetta sono tre tipi di plastica diversi e quindi presumibilmente devono essere trattati in maniera diversa. Anzi, mi stupisce che non ci sia scritto anche di togliere il tappo. Quello che mi chiedo, e di cui però mi sa che non voglio sapere la risposta, è un’altra cosa. Se suggeriscono di separare l’etichetta dal flacone è perché in questo modo i processi di riciclo della plastica funzionano meglio. Ma se lo si scrive, significa che normalmente c’è della plastica che non è riciclabile ma al più può essere usata come combustibile sperando di trattenere diossina e cose simili. Dunque, qual è la vera percentuale di plastica mandata al riciclo ed effettivamente riciclata?

Ultimo aggiornamento: 2021-11-29 16:40

Un cordone di polizia con poco senso

Sabato sera sono andato a teatro al Piccolo. Invece che prendere il tram e scendere in piazza Castello, sono andato in metro scendendo in Duomo: ma mi ero scordato che c’era il solito corteo (o presidio, o quel che l’era) dei no Green Pass, quello che avrebbe dovuto portare un milione di persone, il che prova che qualcuno ha dei problemi non tanto con l’aritmetica quando con l’incompenetrabilità dei corpi.
Ad ogni modo salgo dalle scale e mi vedo gruppi di poliziotti in tenuta antisommossa. Cerco di passare in direzione via santa Margherita, partendo dal principio che se quei poliziotti mi davano la schiena stavano impedendo alla gente di passare dal mio lato e non viceversa. E invece no, sono stato bloccato. Naturalmente la gente dall’altra parte girava tranquillamente, e dalla mia parte non c’era nulla di particolare. Io ho girato sui tacchi, sono sceso di nuovo, risalito su via Orefici e proseguito tranquillamente senza nessun blocco, giusto per dimostrare l’inutilità totale di quel cordone. A questo punto la mia domanda è “ma a che diavolo serve un cordone di quel tipo? Le istruzioni erano “non incrociate i flussi”?

il Black Friday si è allargato

Una volta il Black Friday non esisteva, almeno qui da noi. Era un’usanza statunitense, per far fuori le rimanenze dopo il giorno del Ringraziamento per far posto a quelle natalizie. Poi si sa, la globalizzazione – tipicamente a senso unico – e ce lo siamo trovati anche noi, con mirabolanti sconti su oggetti il cui prezzo era cresciuto nel mese precedente.
Solo che l’appetito vien mangiando: così il Black Friday si è man mano allungato alla Black Week, come sicuramente avrete sentito nelle millemila pubblicità. Scherzando, l’altro giorno dicevo ad Anna “vedrai che prima o poi arriverà il Black Month”; manco a dirlo, il giorno dopo siamo passati davanti a un negozio, il cui nome ho immediatamente cancellato dalla memoria, che pubblicizzava “il mese di Black Friday”.

Nulla di troppo strano: coi saldi funziona più o meno allo stesso modo due volte l’anno. Ma a questo punto non si potrebbe cambiare il nome?

Ultimo aggiornamento: 2022-11-07 13:03

Le bottiglie che si sgasano

Mi è capitato di ritrovare delle bottiglie da un litro e mezzo di acqua gasata piuttosto vecchiotte – quasi un anno, tanto per darvi un’idea. Ne ho aperta una ed era quasi del tutto sgasata. Ho controllato le altre, ed erano tutte così.

Mi chiedo esattamente come faccia una bottiglia chiusa a sgasarsi. Il tappo non è proprio a tenuta? l’anidride carbonica passa attraverso la plastica? Se qualcuno dei miei ventun lettori ha un’idea di quale possa essere la ragione e la condivide qua, mi farà non dico felice ma almeno sollevato…

Non è una regione per vecchi

L’altro giorno mi è arrivata una lettera dalla Regione Lombardia che mi invitava a fare lo screening periodico per i tumori al colon retto. Ottima idea, indubbiamente. Quello che però non capisco è perché lo screening si fa solo fino ai 74 anni. (Che lo si faccia dai 50 anni in su credo dipenda dal fatto che averlo da giovani è molto raro). Visto che mi pare improbabile che al crescere dell’età la probabilità di avere quel tumore cali, mi chiedo se hanno fatto un bieco conto statistico sull’aspettativa di vita…

Big Five Personality Test

È tanto che non propongo un test della personalità. Stavolta parlo del Big Five, che divide una personalità in cinque tratti: Openness (re stimoli dal mondo esterno), Agreeableness (nettere gli altri davanti a sé), Neuroticism (avere emozioni negative). Come sempre, il risultato dipende da quanto siete stati onesti con voi stessi, ma mi pare che con me ci azzecchi abbastanza.

Per avere il rapporto completo ovviamente devi pagare (19 dollari), quindi posso solo mostrarvi lo schemino del mio Core Pattern, dove oggettivamente pensavo sarei andato meglio come Logical Mechanic (e peggio come Emphatic Idealist). Ah: pare sia vero che dopo 14 giorni cancellano i dati.

Carientismo

Non mi pare che questa parola sia attestata nei dizionari italiani, nemmeno nel GLDI, anche se facendo un po’ di ricerche ho trovato qui e qui alcune occorrenze sette-ottocentesche del termine. È un peccato, perché la parola – che deriva dal latino charientismus che a sua volta l’aveva preso dal greco kharientismos, “graziosità di stile”, rappresenta un concetto utilissimo: dire in modo leggiadro qualcosa di insultante. Un esempio tipico è questa risposta: “Ho ricevuto il suo libro: non perderò un istante a leggerlo!”

Trovate un altro esempio in questa “lettera di raccomandazione” tra le mie citazioni matematiche:

Caro Direttore,
scrivo questa lettera per presentarLe John Smith, che ha fatto domanda per un posto nel suo dipartimento. Inizio subito a dirLe che non sono in grado di raccomandarlo a sufficienza. Tra i miei studenti non ne ho infatti alcuno a cui possa compararlo, e sono certo che Lei sarà sorpreso dalle sue conoscenza matematiche.
La sua tesi è il tipo di lavoro che non ci si aspetta di vedere al giorno d’oggi; dimostra in modo chiarissimo quali sono le sue capacità.
Mi lasci dirLe infine che sarà fortunato se riuscirà a farlo lavorare per Lei.