Come sapete, a me i libri piacciono, e quindi sono attento a cosa succede nel mondo dell’editoria. Dopo aver parlato della Nave di Teseo intesa come futuro editore, ho così letto la risposta che Marina Berlusconi, presidente di Mondadori, ha fatto pubblicare sul Foglio.
Io ho avuto a che fare con Mondadori solo una volta, quando traducemmo Anelli nell’io, e vi assicuro che non c’è stato problema alcuno. (La mia sensazione è che i libri portino così pochi voti, a differenza per esempio della televisione, che Silvio si sia davvero preso Mondadori per mostrare di essere un illuminato uomo di cultura, e sia più attento a che l’editore faccia utili che a quello che scrive. Ma sono andato fuori tema). Quindi posso immaginare che Elisabetta Sgarbi abbia davvero chiesto di comprarsi Bompiani, e Marina Berlusconi abbia risposto di no per chissà quali ragioni. Quello che non mi torna è la ragione riportata nell’articolo, che cioè «un editore non può permettersi di trascurare gli equilibri economici». Se avesse detto che l’offerta proposta dalla Sgarbi era ridicola – non con queste parole, chiaro, ma la Berlusconi non ha certo problemi a trovare quelle giuste – non ci sarebbe stato nulla di strano. Invece l’attacco è stato tutto rivolto contro le affermazioni dell’interlocutrice, e su come Mondadori prima e Mondazzoli oggi sia una grande realtà. Ecco, a me questo ha fatto davvero più paura dell’acquisizione di Rizzoli Libri, che come sappiamo tutti non è certo messa molto bene economicamente. Bompiani era davvero la gallina dalle uova d’oro in RCS? Oppure l’acquisizione serve davvero per creare un quasi monopolio?
Ultimo aggiornamento: 2015-11-26 11:54