L’anno scorso vi avevo raccontato di come il sito del dizionario De Mauro avesse improvvisamente eliminato il suo dizionario italiano (che poi è rimasto online, anche se con un nome un po’ sfigato).
Ieri più o meno la stessa sorte è toccata al sito della Garzanti. Le funzionalità continuano ad esserci, anche se nascoste: il dizionario italiano si raggiunge ad esempio a http://www.garzantilinguistica.it/it/dizionario/it inserendo come al solito il nome utente e la password con la quale ci si era registrati. In compenso, la home pagine mostra una bellllllissssssima immagine con un circolo di dizionari che gira ora in senso orario ora in senso antiorario, presumo a seconda di dove il mouse sia posizionato. Assolutamente inutile e controproducente, oltre ad avere fatto smettere di funzionare tutti gli strumenti automatici collegati al dizionario – ma magari quello è stato voluto per evitare l’abuso. Resta il fatto che il risultato finale sarà che tutti salteranno la schermata iniziale, e la Garzanti Linguistica (che poi è della De Agostini, si direbbe) avrà ancora meno visibilità. Mah.
Archivi autore: .mau.
Sempre esagerato
«Tarantini: il premier e quelle 30 ragazze». A Lucio Battisti gliene bastavano dieci.
Number Nine!
Oggi è il 09-09-09, il numero più caro a John Lennon tanto che ci fece persino una “canzone” (scusate le virgolette, anche un fan come me ha dei limiti) coi Beatles, per l’appunto Revolution #9. Poi nella carriera solista ha anche composto #9 Dream, per la cronaca.
In omaggio alla ripubblicazione degli album dei Beatles rimasterizzati, che come ho già scritto non comprerò, ho indossato una t-shirt con le facce degli Scarrafoni :-)
oramai si risparmia sui coccodrilli
È morto Mike Bongiorno. Penso che lo sappiate ormai tutti. Quello di cui forse non vi siete accorti è che i coccodrilli sui vari quotidiani hanno una probabile unica fonte: Wikipedia.
Ho postato sul mio posterous le schermate di TgCom, Corsera, Repubblica, Stampa e quella della pagina wiki.
Di per sé non ci sarebbe nulla di male: sono tutte opere derivate, e credo che siano anche sufficientemente diverse dall’originale perché si consideri Wikipedia una semplice fonte, senza nemmeno l’obbligo di citazione. Peccato però che molti quotidiani non perdano l’occasione di sparare a zero contro Wikipedia, e soprattutto che in questo modo si può creare un circolo vizioso: Wikipedia – che come dovreste ormai sapere non è una fonte primaria e raccoglie informazioni prese altrove – contiene per sbaglio o per vandalismo un errore; un quotidiano riprende l’errore e lo pubblica; l’errore diventa ipso facto vero “perché l’ha detto il giornale”. Per la cronaca, la voce su it.wiki è stata temporaneamente bloccata per evitare modifiche gratuite che vanno appunto da errori e insulti aggiunti apposta alle testimonanze di chi vuole a tutti i costi dire “anch’io c’ero”. Per questi ultimi consiglio di andare sul forum commenti del Corriere o di Repubblica, probabilmente ci sarà più gente che li leggerà :-)
Decisioni subitanee
Anche Lui rimane bloccato negli ingorghi milanesi: Berlusconi è arrivato in ritardo all’inaugurazione della Fiera del Tessile. Così, dopo avere goduto della tangenziale milanese, «salendo in ascensore con il sindaco Moratti abbiamo preso una decisione definitiva: dobbiamo farne un’altra».
Se tanto mi dà tanto, posso immaginare che la decisione di costruire il ponte sullo Stretto di Messina nacque un giorno in cui si vide partire il traghetto proprio mentre stava arrivando, e Canale 5 fu concepito una sera in cui non c’era nulla di interessante alla TV. Mi resta solo un dubbio: quale sarà stata la causa scatenante per EdilNord? Aveva ospiti in casa e non poteva stravaccarsi sul divano?
un giochino di Don Knuth
(da MathPuzzle)
Qual è il termine successivo di questa sequenza? “f4e, s9, se5en, ??”
Sei cose impossibili prima di colazione (libro)
Questo libro (Lewis Wolpert, Sei cose impossibili prima di colazione [Six Impossible Things Before Breakfast], Codice edizioni 2008 [2006], pag. ix-209, € 21, ISBN 978-88-7578-107-1, trad. Simonetta Frediani), dal sottotitolo “Le origini evolutive delle credenze”, parte mettendo subito in chiaro che l’autore vuole far piazza pulita di tutte le credenze, religiose e no, che non siano sostenute da prove scientifiche; la causalità la deve fare da padrona. Il leit motiv del libro è per l’apunto l’ipotesi – parlare di “teoria” è un po’ azzardato – che le credenze nascano non appena l’umanità ha iniziato a ragionare in termini di cause ed effetti; se quindi succedeva qualcosa, ci doveva essere qualcos’altro o qualcun altro che l’ha fatto succedere. Per la cronaca, Wolpert ritiene che l’uomo sia l’unico animale ad avere pensieri causali. La tesi è anche interessante, ma non è che il libro porti chissà quali prove a suo sostegno; più che altro Wolpert ripete fino allo sfinimento le stesse affermazioni, sperando che alla lunga vengano recepite dal lettore. Insomma, il titolo promette molto più di quanto mantenuto nel testo.
Due (tristi) parole ancora per quanto riguarda la traduzione di Simonetta Frediani. Come purtroppo accade troppo spesso nei libri della Codice, è assolutamente inadeguata. Passi anticipare al 1452 la bolla di Innocenzo VI sulla divisione dei territori scoperti da Colombo: uno svarione può capitare a tutti. Ma già a pagina 6 il sillogismo presentato dall’autore viene stravolto e invalidato, traducendo “alcuni cibi malsani” invece che “alcuni cibi sani”; e non è l’unico caso in cui il testo tradotto dice esattamente l’opposto dell’originale. In un saggio scientifico errori di questo tipo sono inqualificabili.
notizie che non lo sono – san Gennaro
Titolo del Corsera: Anche San Gennaro soffre per l’influenza: niente bacio sulla teca del suo sangue.
Poi leggi l’articolo e scopri che è da anni che non viene più permesso di baciare la teca (poco male, per quanto mi riguarda, non sono mai stato un devoto devozionista), e che l’unica differenza è che non lo potranno fare nemmeno le autorità (di nuovo, sai che roba).
L’isteria è incredibile: non credo che ci fossero tutte queste scene di panico nemmeno ai tempi dell’epidemia di colera nel 1973, o più banalmente un anno e mezzo fa con tutta la monnezza sulle strade. Il tutto per un’influenza che è più contagiosa ma meno mortale della solita influenza. Forse è proprio vero che san Gennaro dovrebbe fare il miracolo di mettere in moto un po’ di neuroni… sempre naturalmente che il sangue dell’ampolla non sia stato infettato dal virus H1N1.