Archivi autore: .mau.

Informazioni su .mau.

matematto non praticante

Parcheggi sempre più ridotti

Continua il disegno delle strisce blu in zona viale Monza. Sono arrivati in via Marco Aurelio, e anche qua le strisce sono state disegnate parallele alla strada, anche se in precedenza sul lato destro le macchine parcheggiavano a pettine usando mezzo marciapiede: in maniera assolutamente regolare, visto che c’erano le apposite strisce bianche ancorché ormai poco visibili.
A questo punto credo di dover fare delle scuse ufficiali all’assessore Croci: non è infatti vero che la sosta a pagamento in questa zona serva a fare soldi. L’assessore vuole davvero che ci sia meno gente che arrivi in macchina da queste parti; se davvero funzionerà così, occorreranno meno parcheggi, e quindi potrà migliorare la qualità di vita di chi da queste parti ci abita, con le famigliole che finalmente potranno appropriarsi dei marciapiedi per le loro salubri passeggiatine. Sono sempre malfidente, e a volte non dovrei proprio esserlo, vero?

L’opposizione che piace a Silvio

Nel discorso di ieri di Berlusconi Cav. Silvio al suo “popolo della Libertà”, durante la festa milanese, il PresConsMin tuona che è una vergogna «un’opposizione che brucia in piazza le sagome dei nostri soldati, che inneggia a meno sei… Non ci stiamo, è inaccettabile avere un’opposizione di questo tipo nel nostro paese».
In Parlamento, a parte i cani sciolti come Paolo Guzzanti, l’opposizione è formata dall’UDC, da IdV e dal PD, tre partiti che se non ricordo male hanno sempre votato a favore della missione in Afghanistan e che non si sono mai sognati di bruciare in piazza neppure la sagoma di Berlusconi, almeno a quanto ne so io. Del resto, Bonaiuti (non si sa a che titolo, visto che adesso il portavoce PdL è Daniele “sciarada incatenata” Capezzone) si è trovato costretto a chiosare il pensiero del Capo, spiegando che «Dopo avere ricordato il sacrificio dei nostri soldati in Afghanistan, il Presidente Berlusconi ha voluto semplicemente deprecare alcune scritte vergognose da attribuire non ai partiti della sinistra parlamentare ma a frange estreme della sinistra extra parlamentare»
Tralascio che il povero PierFerdy Casini è stato cooptato nella sinistra; non è un problema mio, al limite è suo. Mi chiedo invece quanti degli adoranti fan hanno sentito la precisazione, o comunque avevano capito da soli a chi Lui si riferisse. Temo molto pochi. D’accordo che c’è il lodo Alfano, ma siamo proprio sicuri che la diffusione di notizie sediziose non si possa configurare come reato?

Falso in bilancia

I nostri suoceri ci hanno regalato una bilancia pesaneonati. Ieri mattina l’abbiamo inaugurata, prendendo Cecilia, spogliandola e mettendola sopra. Peso misurato: 3870 grammi. Considerando che domenica scorsa in ospedale pesava 2310 e che non ha certo l’aria di una bimba di quasi quattro chili, rimaniamo un po’ perplessi. La ripesiamo: sempre 3870 grammi.
Io sono un matematico, lo sapete: prendo una bottiglia d’acqua da un litro e mezzo, verifico sulla bilancia da cucina che la plastica sono 30 grammi, la peso; 2470 grammi. Metto due bottiglie: 4930 grammi (la precisione è 10 grammi, quindi direi che va bene). Proviamo con un cartone di latte da mezzo litro (530 alla bilancia da cucina): 840 grammi. Concludo che la bilancia è approssimativamente lineare, ricavo un peso stimato per Cecilia di 2470 grammi, e medito di portarla in negozio.
Poi arriva mio suocero, che è fisico-chimico, e scopre l’arcano. La bilancia era stata messa sopra una struttura metallica; una volta spostata di là e messa sul tavolo di cristallo si è messa a funzionare perfettamente. Il guaio delle bilance digitali è che probabilmente misurano il peso con un cambiamento di tensione elettrica (almeno immagino: ribadisco che sono un matematico!) e quindi la presenza di una massa con proprietà magnetiche falsa pesantemente i risultati. Ora credo capirete perché io e la fisica non siamo mai andati d’accordo! :-)

Via Martiri Oscuri

[situazione in via Martiri Oscuri] [situazione in via Martiri Oscuri] [situazione in via Martiri Oscuri] Ne avevo già parlato a suo tempo, ma è ora di ricordare di nuovo il tutto.
Via Martiri Oscuri è sconosciuta credo anche alla maggior parte di chi vive a Milano, anche per una sua sfortuna di base: è il capolinea di un tram, l’1, ma le velette del tram hanno indicato “Greco”, scritta tra l’altro fuorviante perché il quartiere di Greco è ben più in là. Questa breve strada si trova vicino ai binari che escono dalla Stazione Centrale, dove si sfrangiano verso le varie destinazioni; insomma, una vietta piuttosto periferica come tante. Il passaggio del tram però dà molte sollecitazioni al manto stradale, così lo scorso autunno l’hanno tutto rifatto, mettendoci un paio di mesi perché continuava a piovere. Qualcuno in Comune doveva però aver deciso che limitarsi ad asfaltare sarebbe stato stridente con l’aspetto della zona, così sono stati messi i cubetti di porfido. Poi saranno mancati i soldi, e così si è risparmiato sulla preparazione del battuto. Il risultato lo si può vedere da queste foto. Dopo nemmeno un anno, la strada è un patchwork di toppe di asfalto dove la situazione era troppo tragica per far finta di niente; guardando come sono posizionati i cubetti di porfido, vi lascio immaginare come fosse il resto. Ma nella zona in cui i tram si fermano al capolinea, anche dove il pavé è rimasto nominalmente al suo posto, è comunque assolutamente impossibile pedalare, visto che ci sono delle ondulazioni di un paio di centimetri di altezza. Chissà quanto hanno pagato per quei lavori.

gioco della domenica: Scakler

Questa settimana vi presento un gioco di logica (coi numeri, purtroppo per chi è matematicamente svantaggiato): Scakler.
Scopo del gioco è far sì che tutti i numeri presenti nello schema diventino uguali. Per riuscirci, occorre puntare il mouse su un numero che abbia un vicino identico, e trascinarlo in su o in giù; più lontano si va, più i numeri crescono o decrescono.
Così ad occhio la curva di apprendimento è piuttosto impervia; però bisogna concedere al gioco di essere un po’ diverso dal solito.
(via Passion for Puzzles)

La scommessa di Monty Hall

Il paradosso di Monty Hall è stato uno dei pochissimi argomenti di matematica ad avere l’onore della prima pagina del New York Times, giusto per dare un’idea di quanta fama ha avuto negli anni ’90: probabilmente perché è così controintuitivo che molte persone, anche versate in matematica e probabilità, sbagliano la risposta. Per chi non lo conoscesse, ecco il testo: leggetelo molto attentamente, perché non c’è nessun trucco sotto ma la formulazione deve essere assolutamente precisa.
Sei alla fase finale dello show condotto da Monty Hall. Hai davanti a te tre porte; dietro una di esse c’è una Ferrari, dietro le altre due una capra. Tu scegli una porta, e vincerai quello che ci sta dietro. Dopo che hai fatto la tua scelta, Monty – che sa dov’è nascosta la capra – ti dice “Beh, oggi mi sento buono e ti voglio aiutare: invece che una probabilità su tre di vincere la Ferrari, te ne voglio dare una su due. Guarda: in effetti una delle porte che non hai scelto nascondeva una capra”. Apre una porta e mostra l’ovino belante. Monty prosegue: “Questa è la tua ultima possibilità: preferisci cambiare la tua scelta o rimani sulla porta iniziale?”
Per essere ancora più chiari, ecco alcune precisazioni. Dietro una delle tre porte c’è la Ferrari, e voi volete vincerla; Monty Hall sicuramente apre una porta con dietro una capra, tra le due che non avete scelto; se può scegliere quale porta aprire perché entrambe nascondono una capra, sceglie a caso; voi siete sicuri che vi faccia l’offerta in ogni caso. Ora, molte persone dicono che è indifferente cambiare porta oppure no; la verità è che cambiare porta raddoppia le vostre probabilità di vincita, da 1/3 a 2/3.
In tutti questi anni ho visto moltissime persone che non sono affatto convinti di questa cosa, e non sono mai riuscito a convincerli. La cosa strana è che però nessuno ha mai voluto fare una scommessa multipla al riguardo con me, chissà perché. Riprovo ancora una volta; sono sempre pronto ad accettare la sfida. Ecco la mia versione del gioco per la scommessa; se qualcuno non è d’accordo sul fatto che sia la stessa cosa, parliamone.
Prendiamo un’estrazione futura del lotto, a tua scelta. Ci sono 11 ruote – hanno aggiunto la Nazionale a quelle classiche – e quindi vengono estratti 55 numeri. I numeri da 1 a 30 sono nella classe “1”; quelli da 31 a 60 sono nella classe “2”; quelli da 61 a 90 sono nella classe “X”. Prima dell’estrazione, tu dici a che classe apparterrà ciascun numero; dopo l’estrazione, senza che tu sappia quali numeri sono effetivamente usciti, io ti dirò per ciascun numero una classe (diversa da quella che hai scelto) a cui il numero non appartiene; a questo punto, visto che per te è indifferente cambiare o no, ti propongo di puntare 4 euro su ciascuna tua scelta. Se non avevi indovinato, mi intasco i soldi; se invece avevi indovinato te li ridò assieme a 5 euro miei.
Come per i polli di Trilussa, su 55 giocate ne dovresti in media vincere 27 volte e mezzo, e quindi guadagnare 27,5 euro; se anche sei parecchio sfortunato e vinci solo 25 volte perdendo 30, hai ancora 5 euro di margine. C’è un piccolo problema legato al fatto che i numeri estratti su una ruota non sono statisticamente indipendenti, ma se la cosa ti disturba possiamo prendere i primi estratti di cinque estrazioni consecutive. Facciamo la scommessa? Anzi guarda, per dimostrarti che non c’è trucco né inganno ti posso dire in anticipo quale classe ti dirò essere perdente, a seconda della tua scelta e del numero effettivamente estratto; così puoi calocare direttamente anche tu quanti soldi vincerai…
– Tu hai detto 1, è uscito 2; ti dirò che X è perdente.
– Tu hai detto 1, è uscito X; ti dirò che 2 è perdente.
– Tu hai detto 1, è uscito 1; se il numero estratto è pari, ti dirò che X è perdente, altrimenti ti dirò che 2 è perdente.
– Tu hai detto 2, è uscito 1; ti dirò che X è perdente.
– Tu hai detto 2, è uscito X; ti dirò che 1 è perdente.
– Tu hai detto 2, è uscito 2; se il numero estratto è pari, ti dirò che 1 è perdente, altrimenti ti dirò che X è perdente.
– Tu hai detto X, è uscito 1; ti dirò che 2 è perdente.
– Tu hai detto X, è uscito 2; ti dirò che 1 è perdente.
– Tu hai detto X, è uscito X; se il numero estratto è pari, ti dirò che 2 è perdente, altrimenti ti dirò che 1 è perdente.
Sei pronto? Ti aspetto… (e la prossima settimana racconterò ancora qualcosa a riguardo)

parcheggi rosa

[parcheggi rosa] Occhei, questo è un mio periodo di segnaletica stradale, a quanto pare. Davanti alla Mangiagalli hanno appena creato alcuni posti auto pensati per le donne incinte e le neomamme: ottima idea, almeno in teoria. I posti sono molto ben visibili, visto che l’asfalto al loro interno è verniciato di rosa; c’è inoltre il bel cartello mostrato in fotografia. Ottima idea, vero?
Peccato che, se uno faccia un minimo attenzione, all’interno del cartello sia scritto “Questa indicazione non costituisce prescrizione ai sensi del Codice della Strada”. Tradotto in italiano corrente, significa “per favore, lasciate questi posti alle mamme in attesa e alle neomamme; ma non siete mica obbligati!” L’unico obbligo è mettere il disco orario e non stare più di 90 minuti. Secondo voi, che succede in Italia, e soprattutto in un posto dove non ci sono parcheggi (salvo quello a pagamento sotto via san Barnaba, ma lì sei costrettto a pagare)?
P.S.: un centinaio di metri indietro, in via Commenda, ci sono le strisce blu; e c’è il parcheggiatore, pardon il parchegiatore, abusivo. Solo che il tipo è abbastanza stanziale, come si può notare

La televisione spiegata al popolo (libro)

[copertina] Nel 1956 Achille Campanile, noto per le sue opere letterarie di anteguerra, cominciò a tenere una rubrica sul Corriere d’Informazione, pasando poi nel 1958 all’Europeo dove l’avrebbe tenuta fino a un paio d’anni prima di morire: così facendo inventò, almeno per l’Italia, il mestiere di critico televisivo. Questa raccolta di alcuni tra i suoi interventi (Achille Campanile, La televisione spiegata al popolo, Bompiani 2003, pag. XVIII-461, € 9.80, ISBN 9788845253775) mostra indubbiamente lo stile del nostro; non aspettatevi delle recensioni, quanto una critica nel senso negativo del termine, quasi un “gli è tutto sblagliato, gli è tutto da rifare”. Addensare così gli interventi dà purtroppo una certa qual ripetitività; è comunque chiaro che per Campanile la televisione dovrebbe essere soprattutto fatta di dirette – altrimenti c’è il cinema, no? Memorabili i racconti sul replay e sul videoregistratore – e visto che era un monopolio dovesse comunque presentare tutte le voci e non uniformarmi al basso, che poi rispetto a quello che abbiamo adesso era stratosferico; ad esempio stronca Biblioteca di Studio Uno. quella delle scenette con il quartetto Cetra. I calembour naturalmente si sprecano, a fianco delle considerazioni su come gli sceneggiatori delle riduzioni televisive dei famosi romanzi stravolgessero le storie originali e dei lamenti – presumo pro domo sua – sulla vergogna che il diritto d’autore decadesse solo cinquant’anni dopo la morte dell’autore stesso, che così non può lasciare una rendita al proprio figlio natogli in tarda età. In mezzo a tutto questo, una pagina insolitamente lirica, in occasione della morte di Mario Riva, che era separato e lasciò un figlio dalla sua compagna; Campanile, anch’egli in una situazione simile, chiede all’allora presidente Gronchi che quel bimbo possa avere il cognome del padre. In definitiva, uno spaccato sull’Italia degli anni ’50 e ’60.