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matematto non praticante

Io e i gemelli

[io e i gemelli] Per una volta getto alle ortiche la privacy e pubblico una mia foto con Cecilia (alla mia destra, quindi a sinistra nella foto) e Jacopo.
La mia faccia è quel che è, ma si sa che i figli non si accorgono per un bel pezzo della cosa e infatti si vede Jacopo adorante. Per amor di verità devo aggiungere che era quasi ora della pappa, e quindi i due aspettavano speranzosi che la smettessi di fare il cretino e mi accingessi a compiere ciò per cui ultimamente esisto: personal trainer, cleaner e feeder.
Come sempre, cliccando sulla fotina vi trovate la fotona, che poi fotona non è essendo un 800×600. Meglio comunque che nulla, no?

Voli di Stato

Il caso montato sui voli di Stato mi è sempre sembrato piuttosto pretestuoso, visto che quell’andazzo c’è sempre stato; trovo quindi naturale che il Tribunale dei ministri abbia archiviato l’inchiesta a carico di Berlusconi per l’arrivo dei suoi amici a Olbia per andare poi a divertirsi a Villa Certosa. Un conto è il giudizio morale, altra cosa l’osservanza della legge.
Detto ciò, però, c’è una cosa che mi turba; nella sentenza è stato scritto che l’ipotesi di abuso di ufficio «deve essere necessariamente esclusa per la mancanza del presupposto della violazione di norme di legge e di regolamento, essendo la materia interamente regolata da direttive della Presidenza del consiglio dei ministri». Questo significa in pratica che è solo il PresConsMin a decidere quali voli sono di Stato e quali no, e la cosa non mi sembra affatto bella. Possibile che non se ne sia accorto nessuno, e nessuno continui a parlarne?

Gossip condominiale

Sabato scorso ci siamo trovati nella buca delle lettere la fotocopia di una pagina di Metro di qualche settimana fa, con una freccetta disegnata a mano che puntava all’avviso di un’asta giudiziaria… per una villetta del nostro condominio.
Dopo un giro di telefonate tra i vari condomini si è scoperto che la villetta in questione è quella dei vicini di casa sempre pronti a entrare in lite con tutti, ed è spuntata tutta la perizia relativa, il cui iter risale al 2005. La mia sensazione è che le varie cause siano nate per cercare di ottenere i soldi necessari, un po’ come un giocatore incallito che continua ad aumentare le proprie puntate per rientrare delle perdite finché non va in bancarotta; ma naturalmente non ho nessuna prova a riguardo. Quello che però mi piacerebbe davvero sapere è chi ha messo quelle fotocopie nelle nostre buche delle lettere!

Scene dal mio ufficio

È appena terminata la lotteria per vedere chi si avvicinava di più a predire la temperatura nel mio open space. Per la cronaca, è 20.0 Celsius.

gioco della domenica: QBox

QBox, da SmartKit, è un gioco dove bisogna rimettere in ordine le lettere di una frase; si può scegliere tra massime dell’antichità, moderne o contemporanee. La fregatura, o l’opportunità, è che le frasi sono in inglese; le lettere sono scambiate solo all’interno delle singole colonne, ma garantisco che la cosa non è comunque semplicissima nonostante le parole corrette vengono immediatamente salvate. Ci sono bonus vari per velocità e completamento di alcune parole, e a volte certe colonne sono bloccate costringendo il solutore a lavorare altrove. In definitiva, un passatempo simpatico se ci si vuole impratichire con l’inglese.

Malalingua (libro)

[copertina] Il sottotitolo di questo libro (Pietro Trifone, Malalingua, Il Mulino [Saggi 682] 2007, pag. 211, € 16, ISBN 978-88-15-12099-1) è “L’italiano scorretto da Dante a oggi”, e inizia con “Questo libro rovista un po’ perversamente nella pattumiera della lingua italiana”. A parte la battuta iniziale, la logica del libro è semplice: le grammatiche, soprattutto quelle normative, fissano la forma ufficiale della lingua e tralasciano tutte le forme “errate” che però possono essere così tanto usate nella vita di tutti i giorni da poter diventare dopo qualche decennio o secolo corrette. Si parte dal nobile padre Dante, con Trifone che si diverte a raccogliere nella Divina Commedia tutte le occorrenze di parole che lo stesso Dante aveva definito “non adatte all’italiano” e si prosegue con esempi nel corso dei secoli fino ad oggi, tra scrittori noti e persone sconosciute. La prosa è sempre frizzante e scorrevole, e chi ama la lingua italiana, lungi dal mettersi a sghignazzare per gli svarioni anche dei grandi, potrà avere una visione più ampia e completa delle forze che l’hanno plasmata e continuano a farlo.

difesa a mazzat… ehm, mazzette

Come sempre, l’articolo del Times che afferma che i nostri militari pagavano i talebani perché non li attaccassero in Afghanistan non ha avuto l’onore di un link dal Corsera. Amen. Però ci sono un paio di cose che non mi tornano nella storia raccontata dal quotidiano britannico.
Non ho alcun dubbio che i nostri comandi possano aver deciso di dare soldi ai talebani per starsene in pace. È una nostra caratteristica, prima o poi mi piacerebbe che qualche giornalista spulciasse il bilancio dei servizi segreti per avere un’idea di quanti soldi siano in gioco; La Russa che ha minacciato querele probabilmente non ha calcolato i tempi, visto che i fatti accadevano sotto il governo Prodi, oppure sapeva benissimo che il primo governo a seguire questa strada è stato il precedente governo Berlusconi. E non ci sono nemmeno troppi dubbi che ufficialmente non è stato detto nulla a nessuno.
Però la storia fa comunque acqua: se è vero che gli americani hanno protestato a giugno 2008 contro il nostro governo, quindi due mesi prima della strage dei francesi, mi pare strano che nessuno li avesse avvisati. E poi i talebani non credo siano così stupidi da ammazzare prima un po’ di gente e poi dire “ma come? non vi avevano detto che qui c’era da pagare il pizzo?” Più facile che i francesi sapessero il tutto, e se non l’avessero saputo direttamente la cosa era stata loro detta dai talebani stessi, ma abbiano pensato che tanto non ci sarebbero stati problemi, e che loro se la sarebbero cavata egregiamente lo stesso.
(che poi io non mi scandalizzo se si sono pagati i nemici perché ci lasciassero tranquilli: i costi complessivi sono sicuramente stati minori)

Tanto lo sapete tutti chi ha inventato Internet

Non so se vi sia capitato di vedere questo articolo dell’edizione milanese del Corsera. La parte più interessante non è quella su Jimbo Wales che preferisce la marchetta col quotidiano al parlare con chi in Italia contribuisce a curare Wikipedia: anche se c’è chi si lamenta, comprendo la Realpolitik di avere una grancassa per la prossima raccolta di fondi. (Ecco, io avrei magari chiesto di avere uno o due rappresentanti dei wikimediani italiani accanto a lui durante l’incontro).
Molto più divertente scoprire come Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera (grassetto mio), riesca ad affermare che Internet «nasce da un’intuizione di Al Gore, quindi da un politico.» Sono queste le cose che a me fanno cascare le braccia, soprattutto considerando che non sono state pronunciate da un avventore al bar ma da una persona che un minimo di conoscenze dovrebbe averle. Poi ci si chiede come mai la Rete da noi è in questo stato.