A prima vista, Combine (presentato da SmartKit) si direbbe il solito clone di Tetris. Nulla di più lontano dal vero!
Come prima cosa, basti pensare che non è un gioco di velocità. Hai a disposizione tutto il tempo che vuoi per fare le tue mosse, e non c’è nessun premio o penalità se sei veloce oppure lentissimo. La seconda peculiarità è che tu devi sì annichilire i terzetti di biglie dello stesso colore, ma così facendo crei una pallina del colore successivo (a sinistra c’è la scala dei colori possibili). Aggiungi il fatto che non puoi avere a disposizione palline del colore di livello più elevato, e quindi sei costretto a creartele con una reazione a catena, e capirai che il tempo a disposizione ti serve eccome!
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Errori da non ripetere (libro)
Una delle maggiori fregature del diventare genitore è che prima della nascita del pupo si giura a sé stessi che non ci si comporterà certo come i nostri genitori hanno fatto con noi… salvo poi accorgersi che ricadiamo esattamente negli stessi errori. La cosa non è poi così strana, se uno ci pensa su un attimo: in fin dei conti conosciamo fin troppo bene quel modo di comportarci. In questo libro (Daniel J. Siegel e Mary Hartzell, Errori da non ripetere [Parenting from the Inside Out], Raffaello Cortina 2005 [2003], pag. 241, € 20, ISBN 978-88-7078-951-5, trad. Maria Luisa Madeddu) gli autori mostrano come è possibile accorgerci dei nostri comportamenti e applicare delle strategie per riuscire effettivamente a cambiarli. I temi trattati sono molto interessanti; i vari capitoli terminano poi con una serie di “esercizi” e una sezione sulle ultime scoperte delle neuroscienze che ampliano sicuramente il punto di vista del lettore. Purtroppo però la parte principale del testo soffre di un tecnicismo psicologico estremo, che la rende di difficile comprensione per il povero genitore che pur armato di buona volontà si trova a malpartito nel vedere in pratica i temi trattati, nonostante la traduzione accurata.
dichiarazione di voto
Giusto prima del silenzio elettorale lascio la mia dichiarazione di voto, per quello che vale. (Ah, nel weekend sono al mare coi bimbi, quindi non scriverò nulla… e voterò lunedì).
Come candidato governatore, voterò Agnoletto; non lo farei mai se solo avesse una possibilità di vincere, ma così posso permettermi il lusso di farlo. Insomma, un voto farlocco (e disgiunto: ricordate che si può votare un candidato governatore e un consigliere di un’altra lista).
Per il Consiglio, seguo il consiglio di Chartitalia e voto Riccardo Sarfatti. Sarfatti è stato il candidato governatore (perdentissimo, ma quello lo si sapeva) cinque anni fa. Poi ha continuato a fare il consigliere, cosa che garantisco non essere banale; ho quasi cinquant’anni, e in questi decenni ne ho vista di gente messa su a fare il candidato, perdere e andarsene via subito. Per me la sua è serietà.
Poi voi fate come credete :-)
venerdì torinese
Stasera prendo il Frecciarossa e arrivo a Torino, visto che domani metto il cappellino Wikimedia Italia e parteciperò alla sessione “PSI as a Minefield: Law and Technology of Access and Re-use” del progetto EVPSI. Il progetto, promosso dalla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Torino, punta alla massimizzazione dei benefici conseguibili dallaccesso e dal riuso dellinformazione del settore pubblico. Qui trovate qualche informazione in più.
Come WMI, per la cronaca, la nostra posizione è più che altro di richiesta di maggior libertà per le informazioni; qui il mio abstract.
Mi fa un po’ specie andare a dormire in albergo a Torino, ma tant’è…
Calderoli (o l’ANSA) esagera sempre
S. ieri mi ha segnalato questo lancio ANSA.
Come potete leggere, Simplificius ha affermato che «Con i fogli di tutte queste leggi che finalmente spariscono si avrebbe una lunghezza di 42 milioni di chilometri, piu’ della circonferenza del mondo». Come dice anche S., formalmente la frase non fa una grinza: 42 milioni di chilometri sono sicuramente più dei 40000 chilometri della circonferenza terrestre all’equatore. Potremmo insomma dire che si è tenuto giusto un pochino largo.
Giusto per curiosità, ho fatto un po’ di conti spannometrici. 42 milioni di chilometri si possono approssimare a 4*1010 metri, mentre 375mila leggi sono circa 4*105. Se la stima del dentista padano fosse corretta, ogni legge dovrebbe equivalere a 100000 metri, e quindi a 300000 fogli, visto che ci vogliono circa tre pagine A4 per fare un metro. Se immaginiamo che la lunghezza della pila dei faldoni fosse solo 42000 chilometri, una legge in media dovrebbe comunque essere lunga 300 fogli (scritti su un solo lato). Considerando che ci sono anche leggine molto brevi, direi che il valore è sovrastimato di un fattore 10; insomma il giro del mondo non lo faremmo comunque :-)
Se vogliamo fare un conto in maniera diversa, sempre partendo dai 42000 chilometri, la carta che si compra solitamente ha un peso di 80g/m2; visto che un foglio A0 è per definizione un metro quadro e i successivi formati sono sempre la metà di quello precedente, un foglio A4 è un sedicesimo di metro quadro e quindi pesa 5 grammi. 4*105 leggi da 3*102 fogli da 5*10-3kg fa 6*105 kg, cioè 600 tonnellate di carta, cioè 60 tir con rimorchio. La catasta la potete vedere sul sito del Corsera. Sì, la carta pesa, come ben sa chi ha fatto traslochi. Ma insomma…
Chi non votare: Filippo Penati
Occhei, è sparare sulla croce rossa, e non mi sarebbe comunque venuto in mente di farlo; ma oggi è arrivata la prova definitiva, la busta di postaprioritaria con la famigerata Tar. rid. L. 515/93 (quattro centesimi, vi ricordo). Busta arrivata rigorosamente ad Anna, che evidentemente è considerata la capofamiglia in questa casa come logico.
A differenza di Domenico Zambetti, Penati non ha nemmeno il coraggio di mettere il suo nome nella busta, quindi il malcapitato è costretto ad aprirla – se non si è accorto della Tar. rid. – e vedersi la paginetta di spiegazioni di cosa ha fatto: perlomeno senza foto. Ricordo però che Penati è stato per cinque anni presidente della Provincia di Milano, e quindi è un po’ difficile che uno si dimentichi le sue uscite, soprattutto quelle sull’immigrazione che sono in perfetto stile leghista (e se guardate i suoi manifesti vedrete che non a caso il suo colore è il verde…)
notizie a pagamento
Me n’ero accorto per caso stamattina, ma avevo altro da fare (leggasi “lavorare”) e non mi sono interessato della cosa, quindi ho lasciato perdere e ora posso direttamente citare Mantellini. La versione mobile del Corsera è diventata a pagamento, e probabilmente quella di Repubblica seguirà a breve, come sempre con i nostri Gianni e Pinotto della carta stampata.
Nulla di strano, probabilmente al Corrierone hanno deciso che le pubblicità sulla versione web sono al momento sufficienti mentre la versione mobile, essendo più leggera, non permette di guadagnarci su. Tra l’altro, a differenza di Repubblica, la prima schermata delle notizie non finiva nel bel mezzo di una frase, quindi c’era un minimo di lavoro aggiuntivo su.
Vabbè, vorrà dire che passerò al Times o a Le Monde, giusto perché faccio più fatica a leggere in tedesco Die Zeit. Ma anche El País potrebbe non essere male. In ogni caso mi disintossicherò un po’ dalle italiche piccinerie. Certo però che sarò costretto a cercare quotidianucoli, visto che secondo il Corsera «il servizio mobile diventa ora a pagamento in linea con le scelte dei grandi quotidiani in tutto il mondo»… Peccato.
Chi vincerà le regionali?
Dal mio infimo punto di vista, mi pare chiaro che – se si vuol dare un significato nazionale a una consultazione locale – le elezioni regionali saranno vinte dalla coalizione che ha strappato più regioni all’altra; insomma se il centrodestra ne guadagnasse anche solo una in più rispetto all’attuale coppia Lombardia-Veneto avrebbe diritto di cantar vittoria, anche se al centrosinistra ne rimanessero otto su 11 al voto.
Accetterei comunque come parametro di vittoria “quel che conta è il numero totale di voti alle due coalizioni“, separando insomma il dato dei consigli regionali da quello del “voto nazionale”.
A quanto pare però Berlusconi non apprezza più nessuna di queste forme, e ha deciso che vincerà chi amministrerà più cittadini. Ecco, questo non mi pare sensato. Persino in uno stato come l’Italia che federale non è, le regioni – come regioni, claro – contano tutte allo stesso modo. Per dire, per chiedere un referendum costituzionale occorrono cinque regioni, non “cinque regioni con tot abitanti”. Poi è chiaro che i senatori sono eletti su base regionale e proporzionalmente alla popolazione, ma quello è appunto il Senato e non un organismo locale.
Mi resta da capire la ragione di questo voltafaccia (che come dico all’inizio non è nemmeno utile) e perché non si può più fare come una volta che si aspettavano i risultati per dire tutti “abbiamo vinto”
Aggiornamento: Ci ho pensato un po’ su. Il probabile guaio è che gli slogan elettorali sembra debbano essere sempre enormi per riuscire a far presa sull’elettorato. Così il centrodestra non poteva limitarsi a dire “ci basta prendere una sola regione in più” ma all’inizio voleva la maggioranza delle regioni: adesso deve per forza trovare un qualche altro tipo di “maggioranza”.