Oggi è il compleanno di Ringo Starr. Settant’anni, il che ci fa capire come il rock’n’roll (occhei, i Beatles sono più che altro pop, e Ringo è anzi country&western se proprio vogliamo dirla tutta) è antico: non dico “vecchio” perché è ancora bello.
Il desiderio di Ringo per il suo compleanno? Peace & Love, a mezzogiorno, fuso orario dove vi trovate (il nostro è davvero globbbbale). Chi sono io per non essere d’accordo?
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si crede a quello che si vuole
In queste ore FacciaLibro (ma penso anche altri siti) è pieno di gente che condivide questa immagine, dicendo “è il giorno in cui Marty McFly ritorna al futuro!”
Io non ho nulla contro tutte queste persone, sono il primo a festeggiare queste date. Insomma, ho partecipato al centenario del Bloomsday, e non ho commemorato l’uscita dall’orbita della Terra della Luna in Spazio 1999 per l’ottima ragione che avevo ben altro cui pensare, visto che quel giorno morì mia nonna. Però c’è un però: quell’immagine è taroccata, come spiegano al Post e come si intuiva facilmente visto che il salto al futuro è stato simmetrico rispetto al passato: 1985-1955-2015 (con poi il 1885 per fare “cifra tonda” in Back to the Future III)
E allora perché sono in tanti ad azionare il tastino “condividi” invece che il neurone? Io penso sempre al pecoronismo, che non è certo nato con Internet ma adesso è molto facilitato; non è però una bella cosa in genere, non tanto per questo caso particolare ma per le implicazioni su altre “volontà popolari” :-(
Aggiornamento: (7 luglio) vedi anche qua
Design potenziale (libro)
Partendo dal principio che voi sappiate cosa sia l’OuLiPo (con la versione italiana Oplepo e la costola scissionaria Opelpo), immagino non vi sarà difficile capire che di Opifici di X Potenziale ce ne possono essere molti, o meglio ci sono molte X che possono potenzialmente fare parte di un Opificio. In questo caso (Marco Maiocchi, Design potenziale, Luca Sossella 2006, pag. 119, ISBN 9788889829097) si parla di OpDIPo: Opificio di Design Industriale potenziale. Maiocchi insegna appunto design industriale al Politecnico di Milano, e ha raccolto in questo libretto alcuni esempi di vari designer, presentati a Milano al FuoriSalone 2005 e 2006. Come richiesto dalle rigide regole oulipane, la creatività deve nascere dai vincoli, e i vincoli devono essere più scollegati possibile dall’opera (che vuol dire, “fare un divano che ricordi uno dei quadri «Le tre età» di famosi pittori?) Il risultato verrà probabilmente apprezzato solo da puri intenditori del genere, ma il procedimento è comunque interessante.
Il Legno Storto
Non sono praticamente d’accordo con nulla di quanto scritto qua, e generalmente non sono d’accordo nemmeno sul resto (vedo ad esempio un bannerino in altro a sinistra, “Comitato Il Ponte subito”; e non riesco proprio a vedere l’utilità del ponte sullo Stretto di Messina).
Ma ci sono questioni di principio, e mi sembra molto più preoccupante che quelli del Legno Storto siano stati citati a giudizio, naturalmente solo civile, per diffamazione a mezzo stampa. Ho letto quelli che sono indicati come articoli incriminati, e per quanto mi riguarda non vedo nulla di diffamatorio; però è chiaro che io non sono un magistrato e quindi la mia parola conta poco. Ma detto questo continuo a ritenere che la risposta è una causa penale e non civile, cosa che non mi pare sia capitata nemmeno in questo caso.
(Sulla rapidità della causa essendo coinvolto un magistrato penso solo che se un anno per arrivare alla causa è poco siamo davvero messi male)
(via Fabio Forno, per la cronaca)
enigmistica onomastica
Ieri sera, guardando per caso il TG3, ho sentito un servizio sul parroco di Scampia che dovrebbe essere spostato dalla Curia contro la volontà dei suoi parrocchiani. Non entro nel merito del trasferimento, perché non ne so abbastanza; mi limito a una futile considerazione enigmistica. Il nome del parroco è don Aniello Manganiello. Visto? aniello-MANGaniello. Proprio come COGnome finisce con “nome”, il cognome del parroco finisce come il proprio nome di battesimo. Probabilmente i suoi genitori l’hanno chiamato così apposta, però la cosa è ugualmente simpatica per gli amanti dell’enigmistica!
Manuale a uso dei genitori dei gemelli (libro)
Il problema di questo libro (Audrey Sandback, Manuale a uso dei genitori dei gemelli [Twins and the Family], Raffaello Cortina 1994 [1988], pag. 260, € 16, ISBN 978-88-7078-618-7, trad. Studio Norma) non è tanto la sua vetusta – l’edizione originale è del 1988 – e nemmeno il suo contenuto: i consigli che dà sono sicuramente utili, almeno per l’ancora minima esperienza gemellare che io ho. Il guaio è che il testo è tropo prolisso e ripetitivo: a rileggere sempre le stesse cose a distanza di una pagina mi sembrava di ritrovarmi in una highway americana, costellata di cartelli stradali che continuano a ricordarti che non puoi superare le 55 miglia l’ora, di fare attenzione, e così via.
Aggiungiamo poi che la traduzione – ma da quando in qua è uno studio che la fa, e non una o più persone? – spesso dà l’aria di non essere perfetta, ed è sicuramente meno che scorrevole. Insomma, non certo un’idea meravigliosa, anche se come dicevo qualcosa di utile c’è sempre.
gioco della domenica: This Is the Only Level TOO
Vi ricordate di This Is the Only Level, il simpatico gioco che mostrava come non è vero che gli elefanti non dimenticano mai? Bene, abbiamo una nuova versione del gioco! In This Is the Only Level TOO, come nel precedente, il livello di gioco è uno solo, ma il modo di risolverlo è ogni volta diverso. Buon divertimento, e non preoccupatevi della sensazione di déjà vu!
(v ia Passion for Puzzles)
Il paradosso della Bella Addormentata
Tutti voi conoscete la favola della Bella Addormentata, immagino. Quello che forse non sapete è che ultimamente, a causa della crisi che colpisce anche i Principi Azzurri, la fanciulla è stata costretta a cercare un lavoro; date le sue indubbie qualità è finita a fare la cavia in un esperimento scientifico.
Una domenica sera viene somministrato a Bella (non sapevate che era il suo vero nome?) una droga che la fa dormire profondamente. A questo punto i ricercatori lanciano in aria una moneta (equa). Se il risultato è testa, viene svegliata dopo ventiquattr’ore (quindi lunedì sera), intervistata e mandata a casa. Se invece il risultato è croce, viene ugualmente svegliata dopo ventiquattr’ore e le viene fatta una domanda; ma poi le viene nuovamente somministrata la droga. Il martedì sera viene nuovamente svegliata, le si fa una domanda, e la si manda a casa. Nessun paradosso con l’infinito, insomma: o ha dormito un giorno e le è stata fatta una domanda una volta, oppure ha dormito due giorni e le hanno fatto una domanda per due volte.. Dimenticavo: un effetto collaterale della droga è una leggera amnesia, quindi Bella non sa assolutamente che giorno sia, e se è la prima o la seconda volta che è stata svegliata. La domanda è la seguente: «Qual è secondo te la probabilità che il lancio della moneta abbia dato come risultato croce?»
È chiaro che dal punto di vista della Bella Addormentata la risposta non può che essere 1/2: non ha certo nessuna informazione in più rispetto a prima. Ma è anche chiaro che se l’esperimento fosse ripetuto mille volte, in media avremo cinquecento sveglie singole e cinquecento doppie, quindi le vengono fatte 1500 domande, e in mille di questi casi è uscita croce. Quindi la risposta non può che essere 1/3. Ma ancora, se prendiamo il punto di vista dei ricercatori, la risposta non può che essere 1/2: la moneta è sicuramente equa, no? (Notate che se la domanda fosse stata «Qual è secondo te la probabilità che oggi sia lunedì?» la risposta sarebbe stata indubbiamente 2/3, ma quella è una domanda diversa.)
Questo è noto come paradosso della Bella Addormentata: è stato ideato nel 1994 da Arnold Zuboff e Adam Elga, e trovate una rapida trattazione su Wikipedia in inglese. Qual è la vostra soluzione?