“Malpensa: qualcuno ha barato”. Questo è il titolo della Padania di oggi. Naturalmente bisogna intenderci sui termini. È vero che l’anno scorso Berlusconi tuonava che dopo che sarebbe stato eleto non avrebbe mai svenduto l’azienda ai francesi, “che poi i turisti li manderanno a Parigi“; ma è anche vero che nessuna persona dotata di un sia pur minimo raziocinio aveva davvero creduto a quelle frasi, che non solo erano da campagna elettorale ma erano così farlocche che non potevano proprio essere credute vere. Persino io, che come previsore valgo poco o nulla, lo sapevo; come sapevo che tutti i pianti greci, da donna Letizia in giù, erano giusto per la forma e per riempire qualche pagina di giornale.
La cosa che però mi farebbe più ridere, se non ci fosse in ballo qualche miliardo di euro che noi tutti dovremo pagare, è il leggere persone che rimpiangono che l’accordo non fosse stato fatto nel 2008, “a condizioni molto più favorevoli”. Lasciamo perdere i piloti e gli assistenti di volo, che erano i primi a conoscere la reale situazione dell’azienda: tanto sapete benissimo cosa penso di loro. Tutti gli altri mi pare si siano dimenticati di un piccolo particolare, forse perché se ne è parlato il minimo indispensabile: o piu probabilmente se ne è parlato il minimo indispensabile proprio perché la gente se ne dimenticasse. Il Particolare ha un nome: AirOne.
Cai non si è infatti presa solo Alitalia, ma anche AirOne; compagnia aerea che aveva svariate centinaia di milioni (c’è chi dice un miliardo) di debiti e quindi si trovava esattamente nella stessa situazione di Alitalia, con la piccola differenza che era un’azienda privata e lo Stato non aveva alcun obbligo di salvarla. Possiamo discutere se la cosa sarebbe comunque stata opportuna: io penso di no, ma in ogni caso un simile salvataggio doveva essere fatto aperamente, e non camuffato in questo modo. D’altra parte, la banca con cui Toto era di gran lunga più indebitato era Intesa-Sanpaolo. L’advisor nominato da Berlusconi per scoprire qual era la miglior linea di operazioni “a favore di Alitalia” era una banca. Domanda: quale banca? Avete detto Intesa-Sanpaolo? Siete proprio perspicaci!
Insomma, bisogna sempre leggere i giornali molto attentamente per trovare le notizie: e non si può certo sperare di sapere queste cose dai telegiornali. Come esercizio, vi lascio il controllare come Passera ringrazierà Silvio in futuro.
Archivi autore: .mau.
disgelo?
Datevi all’astrologia
Stasera il Corriere ci fa sapere che potremo vedere una cometa. Occhei, chi ha scritto l’occhiello (“Ora visibile solo con strumenti”) e chi ha scritto il sottotitolo (“Adesso è visibile a occhio nudo”) avrebbero potuto mettersi d’accordo, ma non sottilizziamo. Occhei, per vedere un oggetto che arriverà a magnitudo 4 devi essere ben lontano dalle città, ma non sottilizziamo.
Quello che mi interessa è che sia nel titolo che nel testo si parla della “costellazione della Libra”. Quelli che sanno un po’ di latino o parecchia astrologia non avranno problemi a riconoscere in quel nome il segno della Bilancia, e in effetti i conti tornano: se il sole entra nel segno zodiacale a fine settembre, significa che a fine febbraio è quasi in opposizione al sole e pertanto visibilissima di notte (per chi può e sa riconoscere le costellazioni: anche quando sono stato in montagna e si vedeva una bellissima Via Lattea, non sapevo nemmeno dire qual era il Gran Carro).
Forse non ha senso chiedere che uno che scrive nella sezione Scienze di un grande quotidiano nazionale sappia di astrologia; ma magari sapere che Libra è il nome usato in inglese per la costellazione, e che quindi un qualunque dizionario ne dà la traduzione, potrebbe essere alla portata dell’articoliere.
dignità
Consumi elettrici
Marco B. Rossi mi segnala questo articolo di Repubblica, dove Enrico Franceschini – nome sicuramente noto a chi legge questo blog – racconta come a Londra sia partita una crociata contro i “SUV degli elettrodomestici”, vale a dire i TV al plasma da 50 pollici di schermo. Il corrispondente da Londra ci fa sapere che uno di questi schermi, se acceso, «può consumare 822 kilowatt per ora».
Lascio le parole a Marco: «Ho fatto bene quindi a non comprare una tv al plasma, con la misera fornitura da 3 kwh che mi passa l’AEM avrei avuto bisogno di un impianto di cogenerazione.». Aggiungo solo che Franceschini deve essere una persona fortunata, visto che non gli è mai capitato di vedere una bolletta della luce, o di dover comprare una lampadina, o di riuscire a fare una moltiplicazione e scoprire che 822 kilowatt per ora equivale a più di cinquemila alogene da 150 watt…
Aggiornamento: (14:20) l’articolo è stato “corretto”, si fa per dire: potete vedere le due versioni sul mio Posterous.
Rai: di tutto, di più – anche nei commenti
È gennaio. È tempo di pagare la tassa annua alla Rai. C’è un bellissimo sito della Rai che spiega tutti i metodi di pagamento, perché non abbiate scuse.
Ma quest’anno c’è una possibilità in meno, e quindi il uebslave (chiamarlo webmaster mi sembra troppo) ha commentato il codice HTML, perché non si sa mai. Ora non mi lamento perché c’è scritto “richesta” invece che “richiesta”: capita spesso anche a me, e poi nei commenti si può scrivere (quasi) quello che si vuole. Però sapere che i commenti si scrivono tra <!– e –>, non tra <%– e –%>. magari potrebbe essere un po’ utile, no?
fa davvero freddo?
Secondo il widget meteo sul mio schermo, a Linate la temperatura è a -8. Eppure stamattina a casa il termometro, anche dopo averci fatto la solita tara, era intorno allo zero, e in effetti la pedalata casa-ufficio non è stata così tragica. Mi sa che in città hanno fatto partire i riscaldamenti a palla.
PS: stamattina la metro verde non circola tra Romolo e piazza Abbiategrasso, “per cause indipendenti da ATM” come recita il comunicato ufficiale. Le cause sono l’allagamento della stazione di Famagosta. Mi chiedo chi gestisca la stazione della metropolitana.
La guerra dei tre giorni
Stanotte è morto il cardinale Pio Laghi. È tutto il giorno che nei GR Radio Popolare continua a dire che “è stato nunzio apostolico in Terra Santa durante la guerra dei tre giorni” (grassetto mio). Ho provato a fare una ricerca su quella locuzione, e tutti i risultati sensati sono appunto legati al coccodrillo riguardante Laghi, si veda ad esempio Kataweb (“ardinale dal 1991, era stato infatti delegato apostolico in Terra Santa allepoca delle guerra dei tre giorni e amico personale di Golda Meir”) o il Corriere (“Laghi, cardinale dal 1991, è stato delegato apostolico in Terra Santa all’epoca delle guerra dei tre giorni e amico personale di Golda Meir”); a questo punto posso immaginare che una qualche agenzia abbia tirato fuori questa locuzione e tutti l’abbiano copiata amabilmente, mentre lasciavano il cervello all’ammasso.
Perché io ho sentito parlare della guerra dei sei giorni, che però non c’entra nulla: non tanto perché di giorni ne è durata sei (ma la parte contro la Giordania è durata tre giorni, si legge qua), ma perché è del 1967 mentre Laghi fu in Terra Santa dal 1969 al 1973 quando lo spostarono a Cipro. In quel periodo c’è stata in effetti una guerra, ma era la guerra del Kippur che di giorni ne è durata diciannove.
Ma il vostro affezionato tenutario di queste notiziole ne sa una più del diavolo, ed è risucito a fare una bella scoperta. Se si fa la ricerca in inglese, “Three-day War”, si può ad esempio finire su questa pagina di Time. Toh: a Cipro nel 1974 c’è stata una guerra dei tre giorni, dal 20 al 23 luglio, e Laghi era stato pronunzio a Cipro. Tutto a posto? No, purtroppo: secondo la biografia ufficiale, Laghi fu nominato nunzio per l’Argentina il 27 aprile 1974, e la guerra turco-cipriota avvenne a luglio.
Insomma, un bel minestrone, no?